di LEONARD RAVENHILL – Uno di questi giorni qualche anima semplice prenderà la Parola di Dio, la leggerà e crederà. Allora noi altri ci sentiremo imbarazzati. Noi abbiamo adottato la conveniente teoria che la Bibbia sia il Libro da spiegare, laddove innanzi tutto si tratta di un Libro che deve essere creduto (e subito dopo obbedito).
La realtà che occupa ininterrottamente i miei pensieri in questi giorni è che c’è un mondo di differenza fra il conoscere la Parola di Dio e il conoscere l’Iddio della Parola. Non è forse vero che partecipando alle conferenze bibliche noi udiamo soltanto ripetere vecchi concetti e con molte probabilità veniamo via senza aver sperimentato una reale crescita di fede? Forse Dio non ha mai avuto un insieme tale di increduli credenti come nell’attuale messe di cristiani. Come è umiliante tutto ciò!
Siamo noi ipnotizzati dal benessere spirituale? Un poverissimo marinaio squattrinato potrebbe essere tentato di attraversare l’Atlantico sapendo che sui suoi fondali giace il Lusitania con dieci milioni di dollari nelle stive che potrebbero diventare suoi! L’unico ostacolo è rappresentato da un miglio o due di acqua! Allo stesso modo la Bibbia, il libretto di assegni del Signore della gloria per i cristiani, afferma: “TUTTO è vostro… e voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio”. Sto scoprendo una salutare insoddisfazione per la miseria spirituale dei credenti di questi tempi.
Raramente ci capita di entrare in una riunione di preghiera senza aver sentito la solita frase: “Signore, Tu puoi fare questo? (alludendo a qualche particolare necessità). Ma è fede questa? No. Questa è tutto tranne che il riconoscimento dell’attributo di onnipotenza di Dio.
Io credo che il vivente e immutabile Signore di gloria possa trasformare in oro massiccio questo tavolino di ottima fattura sul quale sto scrivendo a macchina. Sia trasformare l’acqua in vino sia trasformare il legno in oro è alla portata della Sua potenza. Ma Egli trasforma l’acqua in vino perché vi è la necessità di farlo. Proprio ora potrei usare un milione di dollari puliti (non un centesimo per me stesso) in un modo che non mi farebbe né tremare né arrossire in “quel grande giorno” e credo anche che ve ne sarebbe un autentico bisogno. Ma affermare che Egli può fare questo non cambierebbe la sostanza delle cose e mi lascerebbe perciò privo di ciò che mi serve. Tuttavia quando mi decido e dico: “Egli vuole cambiare la natura di questo tavolo in oro”, il mio problema è risolto.
Noi tutti sappiamo che tra fede, speranza e carità (amore) la più grande non è la fede. Ma perché trascurare la minore? Dov’è in questi giorni la fede schietta? Quale interpretazione parodistica della fede genuina viene data oggi! Un grido abituale oggi è: “Noi crediamo che il Signore dovrebbe essere radiotrasmesso per mezzo di decine di stazioni radio in più; ci stiamo rivolgendo a Lui perché provveda alle nostre necessità; inviateci le vostre offerte prima della settimana prossima!” Questa può essere fede e suggerimenti, ma non è affidarsi totalmente e solamente a Dio. Noi cristiani citiamo in scioltezza: “Il mio Dio provvederà a tutti (tremenda parola!) i vostri bisogni”; ma crediamo realmente a questo?
Senza volerne diminuire il valore, al capitolo 11 di Ebrei potrebbe essere aggiunta un’appendice comprendente Hudson Taylor (fondatore della Missione per la Cina interna), George Muller, Rees Howells e altri che “mediante la fede” fecero potenti opere. In tempi pericolosi come questi io sono infastidito da tutti i nostri forti discorsi circa il nostro risorto, ricco Signore, a fronte della nostra adulante povertà di credenti malaticci.
Dio stima e onora la fede più della saggezza e della personalità. La fede onora Dio. E Dio onora la fede. Dio va dovunque la fede Lo indirizzi. La fede, nel senso che ho fiducia che comprenderai, raggiunge la divinità. La fede unisce la nostra impotenza alla Sua onnipotenza.
Il mondo scientifico ha spezzato la barriera del suono; il mondo rilassato e sensuale che ci circondaci urla addosso che gli uomini hanno spezzato la barriera del peccato; ora, a Dio piacendo, possiamo avanzare e mediante il semplice sguardo della fede spezzare la barriera del dubbio! Il dubbio ostacola e spesso distrugge la fede. La fede distrugge il dubbio.
Il Libro benedetto non dice: “Se tu puoi spiegare le Scritture, ogni cosa è possibile a chi sa spiegarle” Dio è Colui che non sarà mai spiegato nel tempo; né, riteniamo, Egli cercherà mai nell’eternità di spiegare se stesso o le Sue vie. Il Libro che è immutabile come il suo Autore dice: “Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede”.
Abbiamo spesso udito persone dire con un senso di offesa (dopo essere state ignorate nell’assegnazione di un lavoro per il quale pensavano di essere mirabilmente adatte): “Non è ciò che tu sai che conta in questi giorni, ma chi conosci”. Io non pretendo di sapere quanto siano veri quei ragionamenti nel mondo degli affari, ma sono assolutamente sicuro che sono giusti nel dominio spirituale.
Ciò che noi sappiamo su Dio in questi giorni deriva da una vasta scelta di libri superficiali di cui le nostre librerie sono piene (non intendo disprezzare il vero apprendimento e certamente nemmeno il discernimento che viene dall’alto). Ma ciò che sappiamo è una cosa; colui che conosciamo è assolutamente un’altra.
Paolo non possedeva nulla, eppure “possedeva ogni cosa”. Sublime paradosso! Benedetta povertà! Questo uomo fu colmato spiritualmente. Costruire il regno di Cristo e scrivere gli oracoli del Signore non lo sbilanciarono mai. Tuttavia, nonostante gli incomparabili primati, troviamo Paolo verso la fine del suo viaggio terreno ancora con il vivo desiderio di qualcosa di più: “Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte”.
Gran parte delle barriere che i credenti incontrano nel tradurre le promesse di Dio in fatti davanti agli occhi degli uomini sono create da quella preoccupante cosa che è l’ego. Ma Paolo sapeva che il suo vecchio re, l’io, era stato detronizzato e – cosa più importante – era stato crocifisso (Galati 2:20). Cristo era stato messo sul trono.
Prima che si possa essere puri e pronti perché Egli assuma il nostro controllo, egoismo, presunzione, impulsività, autocompiacimento e qualsiasi altro aspetto del nostro carattere che abbia a che fare con l’io devono morire. Ciò che l’uomo è, non è importante; ciò che sa non conta; ma ciò che egli è per l’imperscrutabile Dio è ciò che importa.
Se noi rechiamo dispiacere a Dio, che importanza ha piacere a qualcuno? Se noi Gli facciamo piacere, che importanza potrà avere dispiacere a qualcuno? Ciò che possiamo essere in unione con Cristo è un fatto; ma ciò che noi siamo è ben altra cosa. Io sono terribilmente insoddisfatto di ciò che sono. Se qualcuno tra voi è “un uomo arrivato”, allora abbia pietà di un fratello più debole e preghi per me.
Vi è una fede che è solo spontanea, intellettuale e logica; vi è poi una fede che è spirituale. Che vantaggio vi può essere nel predicare la Parola, se il modo in cui la presentate non è ravvivato da una fede ardente che la renda vivente? “La lettera uccide”. Aggiungeremo noi morte a morte?
Il più grande benefattore di questa generazione sarà la persona che porterà su questo debole ma vanaglorioso protestantesimo la inestimabile potenza del Signore. La promessa è valida tuttora: “Il popolo che conosce il suo Dio sarà forte e farà prodezze”. Se qualcuno di noi conosce Dio, “allora stai attento, Lucifero!”