di Agostino Masdea – “Gesù fece ancora molti altri segni In presenza dei suoi discepoli…, Ma queste cose sono state scritte affinché voi crediate che Gesù è il Cristo il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel Suo nome”! Giovanni 20:30-31
Lo scopo della Scrittura non è farci un resoconto dettagliato dei fatti e delle opere compiute dagli uomini che Dio ha usato per i Suoi scopi. Non è un racconto di fatti più o meno eclatanti, descritti in ordine cronologico dettagliato e letterale. Questo vale anche nel caso di Gesù. Lo scopo della Bibbia è rivelarci l’amore di Dio e il Suo piano di salvezza per l’umanità perduta.
La descrizione e l’esposizione delle opere compiute dal Figlio di Dio e dei Suoi insegnamenti si prefiggono di generare nel lettore la fede, con il fine di avere attraverso di essa vita nel Suo nome”. Giovanni stesso, quindi, scrive per attestare che Gesù è il Figlio di Dio, ma soprattutto perché il lettore possa credere in Lui.
I fatti narrati da Giovanni non sono e né si prefiggono di essere una biografia, quanto invece una selezione di ciò che Gesù ha detto e ha fatto. Egli infatti riporta episodi e parole del Signore che non troviamo negli altri tre vangeli. Le nozze di Cana, la donna Samaritana, il cieco nato, la resurrezione di Lazzaro e così via… ma non può esimersi dal racconto che è comune anche agli altri vangeli, e che rappresenta la più grande, la più importante e la più gloriosa opera che Gesù ha compito: la Sua morte sulla croce e la Sua resurrezione.
Alla croce non vediamo grandi folle, miracoli, potenti guarigioni, ma un uomo solo, che muore e versa il Suo sangue per la nostra salvezza. È per questo che Egli era venuto: affinché tu ed io potessimo avere vita eterna.