di Agostino Masdea – “È stato bene per me l’essere stato afflitto” Salmo 119:71. Questa espressione non ha un suono piacevole alle nostre orecchie. Chi la scrisse veniva da un periodo di prova e di sofferenza. Possiamo dirlo forte: il nostro cammino su questa terra non è mai facile; sarebbe un’illusione pensare che l’essere cristiani ci esenta da sofferenze ed avversità. Resteremmo delusi, confusi e scoraggiati se lo pensassimo. Perché i problemi sono sempre dietro l’angolo.
C’è sempre qualche battaglia da affrontare ed il combattimento non sarà mai indolore. Ci portiamo dietro un bagaglio dove possiamo trovare tante gioie e tante benedizioni, ma anche giorni difficili e momenti di difficoltà.
Ci sono due tipi di sofferenza nella vita del credente. La prima è dovuta al fatto che come tutti gli uomini facciamo parte della creazione, che “geme ed è in travaglio”. La seconda alla persecuzione o al soffrire per motivo della fede. In questo caso possiamo scegliere di affrontarla o rinunciare.
“…Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi, poiché lo Spirito di gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi.” 1 Pietro 4:13-14
L’afflizione di cui parla il salmista nel Salmo 119, comunque, non è stata una sua scelta. È successo qualcosa, un imprevisto probabilmente, ed egli ha attraversato la valle dell’afflizione. E anche gli imprevisti fanno parte della vita!
Cerchiamo di vedere però l’aspetto positivo. “Prima di essere afflitto andavo errando, ma ora osservo la tua parola”. Se il salmista non fosse stato afflitto, avrebbe ritrovato la via? O avrebbe continuato ad errare lontano dal Signore? Non tutto il male viene per nuocere! “Tutte le cose cooperano per il bene di coloro che amano Dio”. A volte, certi episodi negativi possono aprire la strada ad una lunga sequenza di eventi positivi.