TROVARE GRAZIA

di Agostino Masdea  –  Libro di RUTH –  CAPITOLO 2   –   Introduzione. – Abbiamo visto nel cap. precedente che Ruth, nel paragone con Orpa, si differenzia, emerge e si impone alla nostra attenzione per il suo carattere. Qualcuno ha affermato che nessuna persona, se non è motivata da Dio, può fare ciò che fece Ruth.

I. – RUTH, FIGURA DELLA CHIESA
1. – Il passaggio dalla terra di Moab a Bethlemme significa per Ruth il passaggio alla povertà e alla condizione di bisogno. Ma per questo non la vediamo triste e nostalgica della sua condizione precedente. Se nel capitolo 1 abbiamo visto in lei la figura del vero credente, di colui che ama il Signore, vediamo in questo capitolo la figura della Chiesa.

La Chiesa, intesa non come comunemente si pensa, l’edificio nel quale si radunano i credenti, ma l’insieme dei credenti stessi, l’assemblea dei santi, chiamati da Dio a uscire fuori da Babilonia, da Moab, dal mondo, per far parte di un popolo santo, un popolo particolare, appartato per servire Dio.

2. – Questo passaggio segna un cambiamento di posizione che pone la chiesa di Cristo in una condizione di povertà, dal punto di vita umano. La chiesa è stata sempre “povera” da questo punto di vista; quando la chiesa si è arricchita, allora si è anche sviata. Oggi assistiamo al triste spettacolo di una chiesa, o una parte di essa, che ricerca gli onori del mondo, le ricchezze del mondo, il prestigio del mondo. Un vangelo adulterato e inquinato viene predicato dai pulpiti di questa chiesa ricca, che ricerca il lusso e l’opulenza, ma ahimè questa chiesa sviata, ha messo fuori dalla porta Cristo, come la chiesa di Laodicea. “Tu dici: Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo.Ti consiglio di comperare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda.” E non sia considerato quanto detto esagerato pessimismo o visione negativa della realtà. Desidererei tanto sbagliarmi in questa valutazione oggettiva, ma ciò che vediamo intorno a noi ci porta a queste conclusioni.

3. – La chiesa primitiva era una chiesa “povera”. Paolo dice: Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili, ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono, affinché nessuna carne si glori alla sua presenza. (1 Cor. 1:26-28)
Ma era una chiesa ricca! Ricca di divina grazia, ripiena di tesori spirituali, ricolma di beni celesti, traboccante di gloria e di potenza.

II. FEDE E PERSEVERANZA

1. – Dio scelse una Moabita, una donna pagana, per essere un’antenata del Messia. Se guardiamo alla sua condizione presente, come la troviamo nei primi versi del capitolo 2, possiamo frettolosamente dedurre che la sua decisione di lasciare Moab sia stato un tragico errore, un disastro, un completo fallimento. Povertà, al punto da dover andare nei campi d’orzo a spigolare. Ruth sceglie di andare a spigolare nei campi d’orzo, lavoro che richiedeva una grande dose di umiltà. Ma Ruth non si vergogna di fare un lavoro così umile… E anche se lei non vede il futuro, ha però una speranza: la speranza della redenzione.

2. – Potrebbe decidere di tornare indietro, di ritornare a Moab, invece va avanti, e si muove nell’unica direzione che le circostanze le permettono. Tanti credenti, dopo il primo entusiasmo, si scoraggiano al sorgere delle prove e delle prime difficoltà… a volte delle prime persecuzioni, ma la fede deve essere provata, e Dio sta provando la fede di Ruth.

Or non veniamo meno nell’animo…; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo.

3. – Vai avanti fratello, non ti scoraggiare sorella, anche se le circostanze intorno a te dicono che tutto va male, che non c’è soluzione, che questo problema ti schiaccerà, che questa montagna è inamovibile: le circostanze dicono così: non Dio! Egli è più grande del tuo problema… Egli cambierà le circostanze. Ma il Signore richiede perseveranza, fede, fiducia in Lui. Ruth non si scoraggiò; non si arrese… sapeva che quell’Iddio che aveva conosciuto era potente da cambiare le cose; era solo questione di tempo.

4. – Vogliamo arrenderci noi? Abbiamo rimpianti o nostalgie del paese di Moab? O vogliamo confidare nel Signore e acquistare “nuove forze” per perseverare anche se non vediamo ciò che vorremmo vedere al presente?

Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, irremovibili, abbondando del continuo nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. (1 Corinzi 15:58)

Non temere ciò che dovrai soffrire ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in prigione per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita. (Apoc. 2:10)

III. – RAPPORTO FAMILIARE E COMUNITARIO

1. – Un altro aspetto importante che percepiamo nei primi versi di questo capitolo è la vita in comune di queste due donne così diverse per molti aspetti ma così unite dalla stessa fede: diverse nella razza: Naomi è Ebrea, Ruth è Moabita. Diverse nell’età: Naomi è una persona anziana, Ruth è molto giovane. Diverse per retaggio culturale, per tradizioni, per usanze. Eppure vivono insieme, nella stessa casa, si amano, si rispettano e ognuno svolge il proprio ruolo con la benedizione dell’altro. Ruth non rivendica una propria autonomia. Non decide da sola di andare a spigolare: “Lasciami andare nei campi a spigolare“… Con sottomissione e umiltà.

Come una figlia. Eppure non è la figlia! E’ anche vedova, ma rispetta colei che possiamo considerare la sua mamma spirituale. E’ un esempio per tutti i ragazzi e le ragazze, i giovani qui presenti, di come bisogna onorare e rispettare i propri genitori. E’ un modello per i fratelli giovani e le giovani sorelle di come comportarsi nella casa del Signore, in che modo il Signore vuole vedere la comunità dei credenti; tante persone diverse, ma con la stessa fede e il rispetto reciproco. Soprattutto con un accordo e una sintonia e seguendo una sola visione spirituale.

3. – Spesso i rapporti familiari o comunitari sono compromessi per eccesso di amor proprio. A volte i giovani non comprendono gli anziani e le loro esigenze. Non comprendono che sono cresciuti in un ambiente diverso, che hanno bisogni diversi dai giovani, che vedono le cose in modo differente… e ahimè spesso ho notato che gli anziani vorrebbero che i giovani si comportassero come loro facevano da giovani, senza tenere conto che la vita non è più quella di 50 anni fa. Loro stessi non vivono come gli anziani di 50 anni fa… e spesso questa mancanza di comprensione reciproca, queste incomprensioni creano steccati e barriere… Non deve essere così per la chiesa del Signore: i giovani devono rispettare, come Ruth con Naomi, gli anziani, e gli anziani devono avere maggiore comprensione verso i più giovani; ecco perché Paolo esorta e dice: Col 3:13 sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se uno ha qualche lamentela contro un altro, e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi.

4. – Qualcuno potrebbe obiettare che loro erano solo due… anche se suocera e nuora, ma era piuttosto facile per loro andare perfettamente d’accordo. Io invece penso che tutto ciò era ed è ancora frutto della grazia di Dio. Quando Dio versa la sua grazia sui suoi figli, non conta se si è in due, come madre e figlia, marito e moglie, suocera e nuora, oppure in cento o in mille come può essere una comunità di credenti: l’armonia e la concordia prevalgono, anche in mezzo alle prove e alle situazioni dure e difficili. Naomi è afflitta e forse amareggiata per i tragici eventi della sua famiglia: “Non chiamatemi Naomi, ma Mara….”, Ruth potrebbe essere delusa e scoraggiata per aver trovato indigenza e povertà; ma tra loro due regna una perfetta armonia che trascende dalle circostanze e dalle difficoltà.

5. – A volte, nella famiglia i coniugi sono colti impreparati dal sopraggiungere di problemi o di avversità nella famiglia. E rapporti che fino a quel tempo erano sereni e felici, cominciano ad accusare i primi colpi. Il dover affrontare responsabilità e battaglie invece deve portare i coniugi ad intensificare i loro sforzi, e per mezzo della preghiera e dell’amore reciproco, superare ogni aversità.

IV. – IL DESTINO DEI FIGLI DI DIO

1. – Il capitolo 2 si apre con una nota che introduce uno dei personaggi principali del libro di Ruth, e che ancora non abbiamo incontrato: Boaz. E’ un uomo benestante, influente e autorevole nel piccolo villaggio di Bethlemme, ma quello che la Parola ci rimarca è il fatto che quest’uomo era parente stretto di Naomi. Ora dal contesto sembra chiaro che lei neppure si ricordi di questo. Quando siamo amareggiati e pessimisti non riusciamo a vedere nulla di buono; noi… ma Dio invece vede. E Dio provvede! Infatti, nella sua spontanea iniziativa, dove va a spigolare orzo Ruth? Proprio nel campo di Boaz. Che coincidenza…? Conoscete le coincidenze di Dio? Dio sta guidando gli eventi. Ruth non lo sa, Naomi nemmeno, nessuno vede la mano di Dio muovere le circostanze, ma vi assicuro miei cari nel Signore che silenziosamente e invisibilmente Dio controlla e predispone ogni cosa affinché i Suoi perfetti e gloriosi piani possano trovare il loro adempimento.

2. – Dal punto di vista umano si direbbe: E’ stato il destino! Ma il nostro destino si chiama Jehovah Jireh (il Signore provvede); non è per caso e neppure per mera fatalità che avvengono determinati incontri o succedono imprevisti avvenimenti: Dio siede sul Suo Trono! Egli governa l’universo intero e quando la nostra vita è arresa alla Sua volontà noi non dobbiamo preoccuparci di nulla, perché anche se non la vediamo la Sua mano si muove e muove le cose affinché cooperino al bene di coloro che lo amano! Alleluia.

3. – Boaz è anche lui una figura spirituale. Rappresenta Cristo, lo sposo. E un uomo differente dagli altri. Il modo come saluta i suoi  operai: “L’Eterno sia con voi!” è inusuale. E’ vero che è pure difficile che gli operai salutino il datore di lavoro con un “Dio ti benedica!” ma anche qui possiamo cogliere una figura spirituale: c’è un rapporto speciale tra Cristo e i suoi servitori. E’ un rapporto di amore e di fiducia. I servi amano Boaz, e il loro signore non gli fa mancare nulla, anzi lui stesso si interessa al lavoro e va nel campo a visitarli. I servi non stanno tremando di terrore al suo apparire, ma sono felici di vederlo. Chi lavora per il Signore, e umilmente e consapevolmente svolge il suo compito nel timore di Dio, non ha paura del Suo Signore. Il rapporto che si crea è particolare. E’ un rapporto fondato sull’amore. La sua preghiera è: Amen, vieni Signor Gesù.

4. – Improvvisamente una luce abbaglia gli occhi di Boaz (vs. 5): chi è quella bellissima fanciulla? Dopo aver ricevuto informazioni Boaz mostra tutta la sua gentilezza e la sua nobiltà d’animo, e non solo, ma mostra anche di essere un uomo spirituale, che si lascia guidare da Colui che ha predeterminato ogni cosa. Essendo Boaz, parente di Naomi, persona cioè che poteva esercitare il diritto di riscatto, secondo la legge d’Israele: “Ascolta figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo, non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve. Tieni gli occhi sul campo che mietono e va’ dietro a loro. Non ho forse ordinato ai miei servi di non molestarti? Quando hai sete va’ dove sono i vasi, a bere l’acqua attinta dai servi”. Forse a qualcuno qui stasera il Signore sta dicendo: Non allontanarti da questo campo… rimani con le mie serve. Con i miei servi. Vai dietro a loro… e se hai sete, i miei servi hanno attinto dell’acqua: disseta la tua anima. Bevi abbondantemente dell’acqua della vita che io ti do… stai spigolando? Stai ricevendo poche spighe della mia parola e della mia grazia? Aspetta e vedrai quanta abbondanza di benedizioni per te, per la tua casa e per la tua famiglia troverai ancora in questo campo.

5. – Probabilmente quell’acqua era un’acqua speciale. Possiamo ricordare, molti anni più tardi, il futuro re Davide, discendente di Ruth, espresse un desiderio: 2Sa 23:15 “Oh, se qualcuno mi desse da bere l’acqua del pozzo di Betlemme, che è vicino alla porta”. E tre giovani guerrieri rischiarono la loro vita per andare a prendere quell’acqua per il loro re. Era un’acqua più che speciale, ma stasera Gesù ha un’acqua ancora più eccellente per te: è l’acqua della vita eterna.

E io ti dico da parte del Signore: Ascolta il suo invito, accetta la Sua Parola e come Ruth vedrai rinascere in te la speranza di una nuova vita in Cristo Gesù.

V. – TROVARE GRAZIA

Vs. 10 – Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra e gli disse: “Per quale ragione ho io trovato grazia ai tuoi occhi al punto che tu presti attenzione a me che sono una straniera?”.

1. – Di fronte a tanta gentilezza e a tanto amore Ruth non comprende. E’ meravigliata della generosità e della bontà di quest’uomo che non conosce ancora, ma che già trasmette al suo cuore un palpito di speranza. E noi restiamo stupiti e meravigliati quando ci rendiamo conto della bontà del nostro Salvatore per noi.

2. – Io confesso davanti a voi stasera, la mia incapacità a capire come Dio mi può amare così tanto!!! Io resto attonito e senza parole se penso che Dio mi ha scelto per essere suo servo e mi chiedo come Egli possa usarsi di me! Come Ruth, mi chiedo come ho potuto trovare grazia ai Suoi occhi per ricevere tanta grazia e tanto amore!!! Alleluia, Gloria al nome santo del Signore!

Un vecchio cantico recita: “Non so capir l’amore del Signore, non so capir perché tanto mi amò: non ero giusto, ero un peccatore, perduto, indegno, eppure mi salvò. Quale amor…!!!

3. – Abbiamo detto che Boaz è figura di Cristo. Boaz benedice Ruth, auspicando per lei una ricompensa piena da parte del Signore per tutto il bene che Ruth aveva fatto nei confronti della suocera. “L’Eterno ti ripaghi di quanto hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell’Eterno, il DIO d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!” Possa ognuno di noi ricevere da Cristo Gesù una benedizione simile: lavorare per Lui, essere impegnati nell’opera di Dio, non è mai un lavoro al vento.

Galati 6:9 Or non veniamo meno nell’animo facendo il bene; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo.

1 Corinzi 15:58 Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, irremovibili, abbondando del continuo nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

4. – Abbiamo trovato rifugio sotto le Sue ali. Ci sentiamo protetti e tranquilli. Salmo 91: Chi dimora nel riparo dell’Altissimo, riposa all’ombra dell’Onnipotente. Io dico all’Eterno: “Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio DIO, in cui confido”. Certo egli ti libererà dal laccio dell’uccellatore e dalla peste mortifera. Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. CHI potrà rapirci dalla Sua mano?

Come Ruth possiamo elevare la nostra preghiera: (Verso 13) Ruth gli disse: “Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o mio signore, poiché tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva…”

Questa è una preghiera che eleviamo sempre; uno dei miei cantici preferiti è “Magnifico Signore” di Keeth Green: “Signore sei meraviglioso! Io ricerco la tua faccia. E quando tu volgi I tuoi occhi verso di me la tua grazia abbonda in me.” Il bisogno più urgente che abbiamo stasera non sono i soldi, cose terrene, e realtà contingenti; il bisogno che dobbiamo sentire più forte per la nostra vita è che la nostra vita stessa sia abbondata ancora e ancora di più della Sua grazia. “Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o mio Signore”

5. – E non dobbiamo meravigliarci per come Ruth viene benedetta fin dal primo giorno della sua uscita da casa, fino al punto di essere saziata,e non solo, ma abbondantemente da poter portare cibo a sufficienza anche per Naomi. E’ la benedizione dei Dio che comincia a manifestarsi… è la grazia del Signore che ci fa abbondare di ogni bene, materiale e soprattutto spirituale, affinché saziati dalla Sua provvida mano, possiamo portare del cibo a coloro che stanno nell’indigenza aspettando che qualcuno dia loro da mangiare.

6. – Gesù disse ai suoi discepoli: ” Date loro voi da mangiare”: si trattava di una folla immensa di persone; come potevano dare loro da mangiare? Per mezzo della grazia abbondante del Signore. Paolo proprio dopo aver ricordato che “Dio ama un donatore allegro”, aggiunge in

2° Corinti 9:8 che lo stesso Dio “è potente di fare abbondare in voi ogni grazia affinché, avendo sempre il sufficiente in ogni cosa, voi abbondiate per ogni buona opera.

Ruth spigolò “fino a sera“. Era stata saziata, aveva già raccolto abbastanza, poteva tornare prima a casa… ma questa è una figura spirituale per dirci che non dobbiamo mai pensare che le benedizioni ricevute siano sufficienti… rassegnarci e accontentarci con quanto già abbiamo spiritualmente non è una cosa buona. Dobbiamo continuare a lavorare, a ricercare, a spigolare fino a che il giorno ce lo consente per raccogliere una messe preziosa per il regno del nostro amato Salvatore, benedetto in eterno.