di Agostino Masdea – “…non spunti alcuna radice di amarezza, che vi dia molestia e attraverso la quale molti vengano contaminati”. Ebrei 12:15
La parola greca tradotta “amarezza” è “pikria” che vuol dire anche “veleno”. La nuova riveduta traduce infatti “radice velenosa”. Una radice non è visibile esteriormente, perché affonda nel terreno. Così l’amarezza. Agisce nei reconditi del cuore e rimane nascosta per anni, o per tutta la vita, se non viene trattata. Potrebbe essere causata da un’offesa ricevuta, da un affronto o da un torto, ma come una radice velenosa ha effetto negativo su tutto l’albero, così l’amarezza può essere causa di molti problemi a livello personale, familiare e anche comunitario.
Credo che l’amarezza sia causata dalla mancanza di perdono, e questo, alla luce dell’insegnamento di Gesù, è un problema molto serio che va risolto prima possibile. Infatti la mancanza di perdono rende inutili le nostre preghiere. Non importa quante volte e di che entità o natura è stata l’offesa, se ci ha ferito mentalmente o emotivamente, se è successo ieri o tanti anni fa. Se parliamo di un familiare, di un fratello o di uno sconosciuto. Gesù ha detto: “Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre”. Matteo 6:14-15
Il Signore è sempre pronto a perdonarci, e una volta che lo fa, dimentica completamente i nostri peccati. “…Io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti” Ebrei 8:12. Nello stesso modo Egli chiede anche noi di fare la stessa cosa con chi crediamo ci abbia fatto del male. Sradichiamo ogni forma di amarezza dalla nostra vita, chiedendo aiuto al Signore per farlo definitivamente.
Se si conoscesse il sollievo e la gioia che si prova nel perdonare, tutti sarebbero disposti a farlo sempre. Nutrire rancore e amarezza non è una costrizione, è una scelta.