LAVARE LE RETI

Sermone del pastore Roberto Bracco, predicato nella Chiesa Evangelica di via Anacapri 26 – Roma –
trascritto in forma integrale

Leggiamo un passo contenuto nell’Evangelo secondo Luca capitolo 5 dal verso 1 al verso 11.

“Ora avvenne che, essendogli la moltitudine addosso, per udire la parola di Dio e stando Egli in piè presso del lago di Gennesaret, vide due navicelle che erano presso della riva del lago, dalle quali erano smontati i pescatori e lavavano le loro reti. Ed essendo montato in una di quelle, la quale era di Simone, lo pregò che si allargasse un poco lungi da terra; e postosi a sedere ammaestrava le turbe d’in su la navicella. E, come fu restato di parlare, disse a Simone: “Allargati in acqua e calate le vostre reti per pescare”. E Simone, rispondendo, gli disse “Maestro noi ci siamo affaticati tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma pure, alla Tua parola, io calerò la rete”. E, fatto questo, rinchiusero gran moltitudine di pesci e la loro rete si rompeva. Ed accennarono ai loro compagni, che erano nell’altra navicella, che venissero per aiutarli. Ed essi vennero ed empierono ambedue le navicelle, talché affondavano. E Simon Pietro, veduto questo, si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: “Signore, dipartiti da me perché io sono uomo peccatore. Poiché spavento aveva occupato lui e tutti coloro che erano con lui, per la presa dei pesci che avevano fatta. Simigliantemente ancora Giacomo e Giovani, figliuoli di Zebedeo, che erano compagni di Simone, Gesù disse a Simone: “Non temere; da ora innanzi tu sarai prenditore di uomini vivi” Ed essi, condotte le navicelle a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguitarono.” (Luca 5:1-11)

Gloria al nome del Signore! Vogliamo, soprattutto considerare poche parole contenute in questo passo dell’Evangelo, che vogliamo accettare come parole tipologiche, parole simboliche, le troviamo tra il versetto 2 e il versetto 3 di questo capitolo 5.

“Vide due navicelle che erano presso la riva del lago, dalle quali erano smontati i pescatori e lavavano le loro reti”. Erano smontati i pescatori e lavavano le loro reti.

E come veniamo a conoscere, nel proseguimento della lettura, questi pescatori erano dei lavoratori, degli operai, delusi e amareggiati dal fatto che si erano affaticati tutta la notte ma non avevano preso nulla. Il loro lavoro era rimasto infruttuoso. E possiamo, attraverso questi poveri pescatori, questi poveri operai delusi; scorgere tutti coloro che nel corso della loro vita, nel loro impegno quotidiano hanno incontrato e provato soltanto delusioni ed amarezze.

Sappiamo che le più diverse delusioni caratterizzano il cammino e la vita, di quanti vivono quaggiù nel seno della società. Ci sono quelli che sono delusi, oh cari, in ragione di elementi sociali, di elementi morali, di elementi spirituali, o di elementi religiosi.

Ma se noi avviciniamo gli uomini, possiamo constatare che incontriamo generalmente soltanto persone deluse, persone amareggiate. Persone che hanno vissuto la loro vita che si sono impegnate nelle più diverse sfere, ma non hanno ottenuto quello che desideravano, non hanno raggiunto lo scopo per il quale lottavano; e notate voglio includere in questa categoria di persone anche quelli che, umanamente parlando, hanno avuto dei successi, hanno ottenuto dei risultati. Noi possiamo, per esempio, considerare la testimonianza di imprenditori, di industriali, che si sono fatti largo nel seno della società ed hanno realizzato delle conquiste; delle conquiste a livello economico, a livello sociale. Ma se noi avviciniamo ed interroghiamo queste persone abbiamo la possibilità di constatare che si trovano come gli altri, nel numero dei delusi, nel numero degli amareggiati.

Qualcuno ha riportato recentemente un’intervista con il famoso miliardario Ghetti. L’uomo cinico, possiamo dire, che senza scrupoli ha lottato tanto per avanzare e progredire nella via dell’economia. Infatti ha raggiunto delle risorse finanziarie incalcolabili. Neanche lui sapeva con esattezza tutto quello che rappresentava il suo patrimonio. Ma la sua maggiore soddisfazione, non derivava neanche dal suo patrimonio, derivava dal fatto che egli era riuscito a sopravanzare i suoi concorrenti. Qualche volta li aveva addirittura sconfitti, annientati. Andando avanti, i suoi concorrenti erano stati messi in ginocchio e quindi egli aveva raggiunto molteplici traguardi in questa lotta.

Qualcuno lo ha interrogato intorno a questo suo patrimonio, a queste sue risorse ed egli ha detto che aveva raggiunto molti traguardi, aveva conquistato molte mete che si era prefisso nel corso della sua vita. “Allora, ora possiede tutto?” Ed Egli ha risposto: “No, mi manca una cosa”, “E qual’è la cosa che manca?”,…”La felicità”.

Aveva tutto ma non aveva la felicità, e quindi possiamo concludere che non aveva niente. Perché se quei suoi miliardi, se quelle sue possessioni, se quelle sue industrie non potevano dargli la felicità, possiamo dire che non servivano a nulla.

Anch’egli apparteneva alla numerosa schiera degli uomini delusi. Coloro che si sono affaticati e voglio sottolineare…affaticati tutta la notte, e non hanno preso nulla. Tutta la notte! Perché voglio sottolineare anche questo periodo? Per un ragione semplicissima: ci suggerisce proprio l’idea del combattente che si trova impegnato nelle tenebre, nelle ore cruciali, quelle nelle quali è più duro lavorare! Ma, nonostante questo suo impegno indefesso egli è deluso alla fine, perché non riesce a raccogliere il frutto del suo lavoro.

Anzi questi pescatori che ci vengono proposti dall’evangelista Luca, non soltanto si trovano a terra, ma stanno oramai lavando le loro reti! Cioè, stanno deponendo, possiamo dire quello che serve per esercitare il mestiere.

Non soltanto c’è la delusione ma, ormai, c’è anche la decisione di non proseguire, di non continuare. Lavavano le reti per incominciare, forse in un secondo periodo, ma per il momento consideravano una partita chiusa quella che avevano affrontata.

La delusione si accentua appare, oh cari, proprio nei limiti estremi che si possono riscontrare nel seno della società; e realmente uomini che piegano le braccia, uomini che si dichiarano definitivamente vinti, noi ne incontriamo ogni giorno e li incontriamo in ogni sfera.

Anche nelle sfere religiose, anche in mezzo a quel popolo che procaccia elementi spirituali; e anzi vorrei ricordare proprio, oh cari, una figura che ci viene proposta dall’Evangelo e che ci dà luce intorno a questo pensiero, a questo concetto, è la figura di Natanaele. E’ un uomo pio, un uomo giusto, desideroso della verità, desideroso di conoscere Dio e le cose di Dio.

Ma quest’uomo è stato amareggiato è stato deluso. Forse è stato deluso dai Farisei, dai Sacerdoti, dagli Scribi, dagli Zeloti, dai Sadducei, dagli Esseni. Egli ha avvicinato, probabilmente, tutti coloro che potevano essere avvicinati in quei giorni, per udire un messaggio! Ma, cari nel Signore, la delusione era cresciuta nel suo cuore e nell’anima sua! E Natanaele aveva proprio piegato le braccia. Noi lo incontriamo mentre era seduto sotto un albero di fico. Ebbene, proprio mentre era seduto sotto quell’albero fu avvicinato da un suo caro, intimo amico, Filippo che gli disse? “Lo sai? Noi abbiamo trovato il Cristo, che è Gesù da Nazaret!”. Ma Natanaele era troppo deluso.

Aveva lavato le sue reti!!! Aveva deposto i suoi arnesi di lavoro, possiamo proprio dire!

E rispose “Vi può essere qualche bene da Nazaret?”…Io, ho ascoltato sacerdoti: dottori, rappresentanti della legge, io ho ascoltato tutti coloro che sembravano qualificati per esprimere un messaggio e non ho ricevuto il messaggio desiderato e adesso mi vieni a parlare di uno che viene dalla Galilea? Quando noi sappiamo che la Galilea è la parte più involuta della Palestina, ed è più involuta non soltanto economicamente e socialmente ma anche da un punto di vista religioso, spirituale. In quei giorni si diceva che nessun profeta era mai sorto in Galilea!…Uno che viene dalla Galilea!

Ma Filippo non cercò neanche di convincerlo, vero? Non voleva entrare in polemica con lui. Ormai aveva fatto un’esperienza ed era certo di quello che affermava e gli disse semplicemente: “Vieni e vedi”.

E Natanaele si decise di andare a Gesù con tutta la sua delusione, con tutte le sue amarezze…si decise di andare a Gesù! Prima ancora di arrivare da Gesù, non appena Gesù lo vide da lontano disse: “Ecco finalmente un israelita, nel quale non vi è frode alcuna”, “Signore è la prima volta che ci incontriamo! Come fai a conoscermi, a rendere testimonianza di me?”, “Natanaele, Natanaele! Prima che Filippo ti chiamasse, quando tu eri sotto il fico io ti vedevo!”, “Signor mio! Dio mio! Ma tu sei veramente il Messia, il Cristo!”, “Natanaele, perché ti ho detto semplicemente che ti vedevo sotto il fico, tu credi? Ma tu vedrai cose maggiori di questo, perché da ora in avanti tu vedrai il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figliuolo dell’Uomo!”

Sia lodato il nome del Signore! Ma egli era un uomo deluso, amareggiato, che non aspettava più! Naturalmente non tutti in senso assoluto, oh cari, rispecchiano la condizione di Natanaele. Ai giorni di Gesù c’era anche qualcuno che aspettava.

Proprio ieri sera stavo considerando, attraverso una meditazione nella scrittura, la figura di Simeone. Il vecchio servo del Signore, sul quale lo Spirito Santo, dimorava costantemente. Egli aspettava pazientemente perché? Perché lo Spirito Santo gli aveva rivelato che, prima del termine dei sui giorni, avrebbe veduto il Cristo, la …”la salute del mondo”! Ed egli era sicuro che lo Spirito Santo, aveva espresso la verità, al suo cuore alla, sua coscienza. Iddio non può mentire, ed egli aspettava nonostante che gli anni passassero, nonostante, oh cari che la vecchiaia si facesse sentire in una maniera sempre più pesante sopra la sua vita, egli aspettava, e venne il giorno che lo Spirito Santo lo sospinse nel Tempio.

Lo sospinse nel tempio proprio nel momento in cui Giuseppe e Maria portavano il fanciullino per la purificazione prescritta dalla legge; e lo Spirito Santo parlò chiaramente al suo cuore, ed egli si fece incontro a quei due coniugi che assomigliavano a tanti altri presenti lì nel Tempio, che aveva veduto chissà in quante circostanze. Ma lo Spirito Santo, chiaramente, esprimeva un messaggio dentro di lui; ed egli prese quel fanciullino fra le sue braccia, lo alzò verso il cielo e benedisse il nome dell’Eterno. “Signore adesso puoi anche mandare in pace il tuo servitore”. Oh si! Voglio terminare la mia vita, poiché ormai gli occhi miei hanno veduta “la tua salute”. Gloria al nome del Signore!

Ma i delusi, quelli che non aspettavano, erano in maggior numero; e possiamo dire che la medesima cosa si verifica anche oggi e potrei generalizzare, perché non ci sono delusi soltanto tra i peccatori inconvertiti, le persone che vivono lontano da Dio che ormai sono amareggiate nei confronti della religione, dei predicatori, della teologia.

Ma ci sono delusi, oh cari, tra gli ammalati, che hanno chiesto e aspettano la guarigione, e non realizzano questa guarigione. Ci sono delusi persino tra i cristiani; i cristiani che desiderano un risveglio e pregano per un risveglio e continuano a chiedere un risveglio e continuano a guardare in alto verso un risveglio e, poi, alla fine, cari nel Signore, proprio come i pescatori di Galilea escono dalla loro barca e…incominciano a lavare le loro reti! ! ! !

Ricordo, in questo momento, relativamente alla salvezza, l’esperienza di una sorella americana che sentiva nel cuore di evangelizzare un peccatore che viveva solo, abbandonato da tutti; ma in conseguenza del fatto che egli rifiutava tutti, e respingeva tutti. Un uomo così malvagio che, veramente, creava uno stato di disagio a stargli vicino. Ma questa sorella sentì nel cuore di andarlo ad evangelizzare, e recò con sé la sua piccola bambina, e continuò a recare con sé la sua piccola bambina!

E ogni volta, terminata la sua visita, era sempre motivo di dolore, di amarezza, perché dalle labbra di quell’uomo uscivano solo bestemmie, solo parole di vituperio. Ma tornando a casa pregava, e pregava per la conversione di quell’uomo!

Ma una mattina, mentre era lì in preghiera, insieme con la sua figliuola, non pregò più per quell’uomo. Veramente era scoraggiata, delusa, vinta possiamo dire da quella condizione che sembrava insuperabile….un problema senza soluzione! E la figliola si meravigliò, e chiese alla mamma: “Mamma, tu non hai pregato per quel vecchio peccatore, pensi che non si possa più convertire?” e la mamma disse: “Proprio così, questo è il mio pensiero!” “Ma mamma, vorrei sapere…ma anche Dio pensa che non si può più convertire?”

E quella donna, fu colpita profondamente dalla parola della bambina e disse: “No, non credo che Dio pensi questo”; e tornò in ginocchio a pregare e a chiedere guida al Signore per continuare nell’opera sua, quell’opera che non voleva più continuare. Anche lei, ormai stava lavando le sue reti!

Ma proprio in quella mattina sospinta da una parola che, possiamo dire veniva dal cielo, attraverso quella piccola bambina, tornò di nuovo a quell’uomo e proprio quella mattina quell’uomo…accettò Gesù Cristo il Salvatore! Gloria al nome del Signore!…Le reti lavate, vero!!!

Ma ecco che si presenta Gesù, il Salvatore Divino, l’Onnipotente Signore che, prima di tutto, fa una richiesta esplicita, quella di entrare nella navicella! Notate, Gesù non si presenta per compiere un miracolo, per suggerire di calare le reti, quindi per determinare una pesca miracolosa. Si presenta soltanto per entrare nella navicella! E io vorrei fare notare, anche questo particolare, questo dettaglio, che l’evangelista Luca ci ricorda, e ci ricorda in questa mattina. Il Signore si presenta per entrare nella navicella, e anzi per usare la navicella! Perché la navicella sia posta al Suo servizio!

Può sembrare strano, ma frequentemente, …la prima richiesta del Signore è una richiesta che riguarda Lui,…non riguarda noi. Vi ricordate quando il Signore si rivolse a Zaccheo, al capo dei pubblicani che aveva desiderato vederlo, e proprio per vederlo aveva avuto il coraggio di salire sopra un sicomoro? Lui che era il capo dei pubblicani, una persona influente nel suo paese, impossibilitato di vederlo a causa della sua bassa statura; aveva avuto non solo l’energia, ma il coraggio di salire sopra un sicomoro. E Gesù si fermò, all’altezza di quell’albero, volse il viso in alto e chiamò “Zaccheo, scendi giù prestamente”.

…Perché ti voglio salvare…perché ti voglio benedire…perché ti voglio aiutare?……No! “Scendi giù prestamente perché oggi voglio venire ad albergare in casa tua!”…Gloria al nome del Signore! E il Signore, oh cari, entrò in casa sua e in quella casa portò a compimento l’opera della redenzione e della salvezza. …Ma la prima richiesta del Signore fu questa “Scendi giù prestamente perché oggi devo albergare in casa tua”!

E qualche cosa di simile si verifica vicino al pozzo di Sichar, al pozzo di Giacobbe; là dove il Signore incontrò la donna samaritana, dove la donna samaritana incontrò il Signore! Quella donna che si era recata ad attingere l’acqua in sul mezzogiorno; un’ora insolita, un’ora che non era scelta da nessuno, l’ora del cado opprimente in Palestina. Ma probabilmente, aveva scelto quell’ora proprio per non incontrare nessuno, per non farsi vedere da nessuno, lei che era bistrattata ed odiata dai suoi concittadini.

Quale fu la sua sorpresa, e direi forse anche il suo dispiacere, nel constatare che lì presso quel pozzo c’era un uomo seduto. E quando si avvicinò quell’uomo le rivolse la parola e anche questo fu motivo di sorpresa per lei. Prima di tutto perché un uomo in Palestina non avrebbe mai osato volgere la parola ad una donna sconosciuta e poi si vedeva chiaramente che quell’ uomo era un giudeo, mentre lei era samaritana e tra giudei e samaritani non c’era nessuna relazione, anzi, c’era un odio profondo.

Ma quell’uomo le rivolse la parola e le disse :”Donna, dammi da bere!” Donna dammi da bere! …La prima richiesta di Gesù è proprio questa, “dammi da bere”. E la donna esprime per intero la sua meraviglia, la sua sorpresa. “Come, essendo giudeo, domandi da bere a me che sono una donna samaritana?”, “Donna se, tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti chiede da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed Egli ti avrebbe dato dell’acqua viva!”, “Signore, ma tu non hai nessun recipiente per attingere a questo pozzo, come potresti darmi dell’acqua viva?”, “Donna chi beve di quest’acqua avrà ancora sete ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà giammai in eterno sete; anzi, l’acqua che io gli darò diverrà in lui una fonte d’acqua saliente in vita eterna!”

…La prima richiesta è quella del Signore! E io credo che dobbiamo comprendere bene l’insegnamento che ci viene proposto in questa mattina. Dobbiamo comprenderlo bene tutti, indipendentemente dal desiderio che abbiamo, dal tra guardo al quale miriamo!

Siamo credenti che vogliamo un risveglio? Siamo cristiani che aspettiamo una liberazione? Siamo forse simpatizzanti che vogliamo fare un’esperienza spirituale? Siamo degli inconvertiti che abbiamo bisogno di salvezza? Io mi voglio impersonare, oh cari, con la condizione di ognuno. In ogni caso ricordiamoci che probabilmente la prima parola che udiamo da parte del Signore è quella che è contenuta nel libro dei proverbi.

“Figluiol mio, dammi il tuo cuore!” Dammi il tuo cuore,…dammi il tuo cuore! Quanti cristiani continuano, oh cari, ad essere delusi perché hanno chiesto un risveglio, non lo hanno ottenuto e ormai pensano che non posso più realizzarlo!!!

Ma il Signore è pronto ad operare; a manifestare la Sua potenza e la Sua grazia, ma dobbiamo comprendere che prima dobbiamo renderci disponibili davanti a Lui, dobbiamo metterci a Sua disposizione!!!

E non soltanto nel senso di lasciarLo entrare nella nostra vita, di dargli posto nel nostro cuore, ma nel senso di renderci strumenti nelle Sue mani! Gesù non voleva quella navicella soltanto perché voleva entrare nella navicella! Gesù voleva quella navicella perché si voleva servire di quella imbarcazione….e farne un pulpito!

Infatti c’era una folla che voleva ascoltare la Sua parola, ricevere il Suo messaggio! E là presso la riva non era facile raggiungere tutti e quindi Egli aveva bisogno di allontanarsi un po’ da loro e cioè di mettersi in una posizione favorevole per poter predicare a tutti, ed entrato nella navicella infatti Egli si scostò dalla riva e lì, da quella navicella cominciò a predicare il messaggio del Suo amore, e della Sua grazia!!!

Figliuol mio dammi il tuo cuore! Dammi la tua vita! Mettiti a mia disposizione! Arrenditi a me! Cedi alla mia parola! Si questo è il messaggio del Signore! Il primo messaggio del Signore!

Quello che si aspetta da noi! E infatti dobbiamo, alla luce della parola di Dio, riconoscere che quello che può fare Gesù quando noi lo abbiamo ricevuto nel nostro cuore, quello che può fare Gesù quando già è entrato nella nostra vita, cari nel Signore, è potenza e grazia.

Gesù dentro di noi ha modo di operare per noi, di manifestare tutta la Sua grazia e la Sua potenza! E poi dopo aver usato la navicella, dopo aver predicato alla moltitudine, disse a Pietro: “Adesso calate le reti per pescare!”

“E Pietro disse: “Signore ma noi ci siamo affaticati tutta la notte e non abbiamo peso nulla!” E in questo lago, come d’altronde quasi dappertutto, la pesca deve essere effettuata di notte. Di giorno è inutile pescare! Di giorno, in questo lago, nessuno è mai riuscito a prendere nulla.

Pietro cala le reti! E qualcuno ha detto che, probabilmente, Pietro si vergognava di compiere un’operazione di questo genere, perché poteva essere giudicato e criticato dai suoi colleghi pescatori che lo avrebbero preso per pazzo nel vederlo calare le reti; e probabilmente, pensando questo, Pietro avrà calate le reti vergognosamente, quasi non facendosi accorgere da quelli che stanno lì vicino. Noi non sappiamo se sia avvenuto proprio così; ma sappiamo che, in ubbidienza alla Parola del Signore, le reti furono calate!

Quelle reti che erano rimaste vuote tutta la notte! Quelle reti che avevano segnato l’insuccesso e la delusione di quei pescatori, improvvisamente si riempirono di pesci! ! !

E si riempirono fino al punto che, Pietro e quelli che stavano con lui nella barca, provando a tirare su quella rete si accorsero che non ce la facevano! Non riuscivano a tirarla in secco, e furono obbligati a chiamare i loro compagni che si trovavano in un’altra barca!

Ecco le due barche che si avvicinarono, e allora i pescatori, gli uni da una parte e gli altri dall’altra; infilando le loro dita nelle maglie della rete cominciarono a tirare, a tirare su, e cari nel Signore, il contenuto di quelle reti fu rovesciato nelle barche; e tutte e due le barche si empirono di pesci e si empirono fino al punto che sembravano affondare!

Ma non avevano veduto nulla di simile! Mai avevano realizzato una pesca così copiosa! Ma è naturale! Quello che può fare Gesù per noi, noi non lo possiamo fare da noi stessi!

Siamo stati delusi dai nostri sforzi, dalla nostra fatica, dalle nostre capacità? Ricordiamoci, che Colui che viene in soccorso, è il Signore dei Signori, l’Onnipotente, il Creatore del cielo e della terra! Con una parola sola, ha fatto tutte le cose! Sia la luce e la luce fu!

Dobbiamo meravigliarci per una pesca miracolosa? Dobbiamo meravigliarci per un risveglio che viene?Dobbiamo meravigliarci per una conversione che si verifica? Dobbiamo meravigliarci per una guarigione che si ottiene?

Non dobbiamo meravigliarci! Queste sono cose più grandi di noi; ma sono infinitamente più piccole del Signore! Tutto è ai suoi ordini! Tutto è sotto di Lui! E noi dobbiamo ricordarlo bene!…O dobbiamo impararlo bene!

Cari nel Signore, un’altra considerazione che facevo proprio in questi giorni è questa, che ci sono stati dei rudi soldati pagani che hanno avuto più luce, più fede intorno a questa realtà, di quanta spesso non ne abbiamo noi! Vi ricordate quei sergenti che tornarono ai sacerdoti, col dire “Nessuno parlò mai come costui” ? Cioè che riconobbero la potenza e la sapienza della parola di Gesù?

Ma vi ricordate soprattutto il Centurione romano che andò incontro a Gesù mentre Gesù era diretto verso la sua casa, per operare la guarigione del suo familiare?

“Signore, io non ti chiesto che tu venga a casa mia! Non mi reputo degno di accoglierti sotto il mio tetto! Io voglio che tu dica soltanto una parola e il mio familiare sarà guarito! Io conosco l’autorità, la potenza della parola perché sono un soldato, sottoposto a dei superiori! Se i superiori esprimono un ordine devo ubbidire, ma io ho dei subalterni e se comando a uno va, egli va! Se comando all’altro vieni, egli viene. Basta una parola!”

Signore, Tu che stai all’apice di tutte le gerarchie, al di sopra di tutte le potenze, dì una parola e la cosa sarà fatta!

Non dobbiamo meravigliarci se la parola di Gesù produce la pesca miracolosa per ognuno di noi, il risultato desiderato dal nostro cuore; se ci fa raggiungere la meta più ambita dall’anima, non dobbiamo meravigliarci perché Egli è l’Onnipotente Signore!

Ma l’Onnipotente Signore ci ricorda che se noi vogliamo esperimentare le cose che desideriamo nel piano della sua volontà dobbiamo prima di tutto essere disposti ad accettare il suo invito!

Figliuol mio dammi il tuo cuore! Dammi il tuo cuore! Egli vuole entrare nella navicella della nostra vita! Egli vuole usare ognuno di noi secondo i piani della Sua volontà! Vuol fare, oh cari, della nostra personalità uno strumento per il Suo servizio e per la Sua Gloria. E quando arresi totalmente a Lui, noi siamo disponibili per Lui, Egli è pronto a manifestare la Sua potenza per benedire la nostra vita e farci prosperare alla Sua Gloria! E questa prosperità,…è un particolare importante,…questa prosperità non sarà la prosperità di uno ma se la procacceremo insieme, sarà la prosperità di tutti!!!

Dovremo dire come Simone: “Venite anche voi ad aiutarci! Possiamo raccogliere insieme le benedizioni del Signore! Possiamo riempire insieme la nostra vita della potenza del risveglio! Possiamo colmare le nostre barche con la Sua Gloria! Venite! Venite anche voi, perché c’è benedizione per tutti!”

Da Dio in Cristo Gesù il Benedetto in eterno, Amen ! ! !