SEI MAI STATO IN UNA CISTERNA?

di Agostino Masdea – Geremia predicava un messaggio “impopolare”, che non era gradito dai religiosi e dai governanti e per questo fu perseguitato. Il re di Giuda, Sedechia, lo fece gettare in una cisterna piena di fango, un pozzo profondo e viscido. 

Il testo dice: “…vi calarono Geremia con le corde. Nella cisterna non c’era acqua ma solo fango, e Geremia affondò nel fango.”

Ti sei mai trovato in una situazione così drammatica da apparire senza speranza? Per Geremia non si trattava di un provvedimento provvisorio, era una sentenza di morte, una terribile situazione senza via d’uscita. 

Cosa pensava Geremia in quella cisterna? Forse non solo il suo corpo era affondato in quel fango, ma anche la sua anima. Quella cisterna era troppo profonda per poter provare a uscirne fuori, era all’aperto, in un cortile, perché qualcuno provasse a liberarlo, e le condizioni erano estreme perché egli potesse sopravvivere per più di qualche giorno. Solo Dio poteva aiutarlo.

Per farlo Dio si servì di un caro amico del profeta. Quando sei nella fossa e hai bisogno di aiuto, allora scopri chi sono i tuoi amici veri. Questo suo amico si chiamava Ebed-Melech, che intercedendo presso il re ottenne il permesso di tirarlo fuori con una corda e salvargli la vita.

Ebed in ebraico significa “servo” e Melech “re”. Servo del re. È il prototipo di ogni cristiano. Anche noi siamo “servi del Re dei re”!  E Dio vuole usare anche noi nello stesso modo, per aiutare chi si trova in una fossa.

Per comprendere tutta la lezione bisogna leggere tutto il capitolo 38. Ma in sintesi è questa: ubbidire alla Parola di Dio può portare disapprovazione, incomprensione e anche persecuzione da parte degli uomini, ma grande benedizione da parte di Dio. Viceversa, la disubbidienza e la testardaggine possono avere conseguenze fatali.
Concludendo: non ci sarà mai una fossa troppo profonda dalla quale Dio non possa tirarci fuori.