di Agostino Masdea – “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. La voce di uno grida: “Preparate nel deserto la via del SIGNORE, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! Isaia 40:1-3
Il libro del profeta Isaia è stato definito “una Bibbia in miniatura”. Contiene 66 capitoli, come i libri della Bibbia, i primi 39 capitoli pronunciano il giudizio e l’ira di Dio contro il peccato, così come i 39 libri dell’Antico Testamento, poi il capitolo 40 profetizza di Giovanni Battista (Isaia:40:3) e il libro si chiude con nuovi cieli e nuova terra (Isaia 65-66). In ogni capitolo, Gesù come Messia e Salvatore.
Consolare significa dare sollievo, conforto, infondere speranza. L’opera di salvezza compiuta dallo Spirito Santo arriva al cuore, così come la parola di Dio. Va oltre la sfera intellettuale ed emotiva. Arriva nella parte più nascosta dell’anima e dello spirito e porta vera consolazione.
Il nostro compito come credenti è preparare la via. C’è un deserto di apatia, formalismo, tiepidezza, disinteresse per le realtà dello Spirito, ma come dice Isaia il Signore può cambiare il deserto in “fonti d’acqua”. Ogni valle deve essere livellata ed ogni colle spianato perché il Re possa arrivare.
Le valli rappresentano il peccato e la condizione spirituale degli uomini, i colli l’orgoglio, la superbia, l’arroganza e la presunzione nella loro vita. Come Isaia, come Giovanni Battista e gli antichi profeti che preparavano la via al Messia, anche noi abbiamo la responsabilità di essere “voci che gridano” e che annunciano il messaggio della salvezza in un mondo perduto e morente.
Abbiamo la “buona notizia” del Vangelo della grazia e dobbiamo condividerla con coloro che, come noi eravamo, sono morti nei loro peccati. C’è un solo nome sotto il cielo che può salvare: è il meraviglioso nome di Gesù!
La grande commissione che il Signore ha affidato ai Suoi discepoli è anche per noi: “Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura, chi avrà creduto sarà salvato”. Marco 16:15