di Vance Havner – «A chi assomiglierò io questa generazione? Ella è simile ai fanciulli seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e voi non avete ballato» (Matteo 11:16,17).
Oggi molti cristiani giocano alla religione. Essi si trovano perfettamente a loro agio in questo mondo: vivono serenamente, comprano, vendono, acquistano, guadagnano; la loro mente è tutta dedita ai profitti e alle perdite; non fanno che accumulare dei tesori per la terra e non per il cielo. Dove è il loro tesoro naturalmente è anche il loro cuore e quindi essi diventano presto molto mondani e infruttuosi.
Come al tempo di Noè e di Lot, così avviene ai nostri giorni. Migliaia e migliaia d’individui che si chiamano cristiani si sentono più a loro agio al mercato che nella casa del Signore. Provano più soddisfazione a stare in un negozio che nel Santuario.
Al tempo di Gesù il mercato non era un luogo particolare dove si vendeva e si comprava, ma era la pubblica piazza dove la gente si raccoglieva per passare del tempo con gli amici, per ascoltare i vari pettegolezzi e apprendere le notizie. Oggi i cosiddetti cristiani si raccolgono in piazze simili. Potete chiamare questi luoghi col nome che volete: campi di Golf, campi sportivi, palestre, circoli o club, qui troverete molti che vogliono essere chiamati cristiani. In questi luoghi essi sprecano il loro tempo prezioso; qui passano le ultime ore di questa oscura dispensazione, mentre l’orologio di Dio segna inesorabilmente il tempo e le lancette del suo quadrante si avvicinano sempre più alla mezzanotte.
Nessuno può prendere sul serio le parole del Vangelo e nello stesso tempo spassarsela allegramente in simili luoghi. Un cuore non può essere acceso di amor di Dio e contemporaneamente riscaldarsi al fuoco del nemico «nella corte di questo misero mondo».
«SIATE SOBRI E VIGILATE»
La certezza del giudizio… L’ira di Dio… Il terrore dell’Eterno… Il lago di fuoco…», chi prende più sul serio queste cose? Sono diventati luoghi comuni per tutti quei cristiani che gettano via il loro tempo nei mercati.
Chi oggi rabbrividisce al pensiero delle «stelle che cadranno», dell’universo che brucerà, delle moltitudini che dovranno raccogliersi davanti al Bianco Trono, quando i libri saranno aperti? Chi si ritrarrà inorridito sentendo parlare del «verme che non muore» e «del fuoco inestinguibile»?
I primi cristiani riuscirono a scuotere il mondo, ma non dobbiamo meravigliarci: essi non prendevano alla leggera il Vangelo, non giocavano con la religione. Essi si lanciavano nella lotta e, quali buoni soldati di Cristo, sopportavano tutte le durezze di questa. Non si contaminavano con le cose di questo mondo. Oggi non è facile conservarci veri cristiani e credere seriamente al Vangelo, essendo in un mondo malvagio e pieno d’incredulità.