PERCHÉ SONO PENTECOSTALE

di   Luis H. Hauff –  Recentemente mi è stato chiesto di parlare sulle credenze dottrinali delle Assemblee di Dio ad una classe dell’Università di Redlas. L’interesse generale verteva su ciò che distingue le Assemblee di Dio dalle altre denominazioni: il parlare in altre lingue. Dissi alla classe che la mia fede nella Pentecoste è basata sul fatto che il parlare in lingue, secondo come lo Spirito dà da esprimersi, è biblico, è storico ed è un’esperienza.

E’ BIBLICO.

Gli Atti degli Apostoli è il libro modello della Chiesa del Nuovo Testamento. Il titolo ha indotto molti a credere che le esperienze in esso contenute erano solo per gli apostoli; ma questo libro scritto da Luca potrebbe più propriamente essere chiamato “gli Atti dello Spirito Santo, attraverso i discepoli”.

Da esso appare chiaro che il numero dei discepoli battezzati nello Spirito Santo è di molto superiore a quello degli apostoli. Il numero dei discepoli nell’alto solaio era 10 volte superiore a quello degli apostoli; si aggiungano a questi i 12 di Efeso, quelli della casa di Cornelio, e di molti che ricevettero l’esperienza in Samaria.

Il libro degli Atti menziona cinque circostanze nelle quali uno o più credenti furono battezzati nello Spirito Santo. Circa 120 erano assieme in Gerusalemme il giorno della Pentecoste,  è “tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi” (Atti 2:4).  Pietro fu inviato in Cesarea a predicare alla casa del centurione romano Cornelio e “mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola.

E tutti i credenti della circoncisione che erano venuti con Pietro rimasero stupiti… poiché egli udivano parlare in altre lingue e magnificare Dio” (Atti 10:44-46)

L’apostolo Paolo andò ad Efeso, in Asia e vi trovò dodici discepoli. “E dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro e parlavano in altre lingue, e profetizzavano”. (Atti 19:6).  Tre giorni dopo che Saulo era stato convertito sulla via di Damasco, un discepolo chiamato Anania andò da lui e “… avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso… mi ha mandato perché tu recuperi la vista e sii  ripieno dello Spirito Santo” (Atti 9:17). La Scrittura non ci dice ciò che accade a Saulo dopo che fu riempito dello Spirito Santo, ma egli stesso scrive più tardi in 1 Corinzi  14:18 “Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi”.

Durante le persecuzioni che ebbero inizio con la morte di Stefano, Filippo si recò in Samaria e predicò Cristo. Ne seguì un grande risveglio e molti credettero e furono battezzati. Pietro e Giovanni inviati in Samaria pregarono ed “imposero le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo” (Atti 8:17). Non è scritto che cosa avvenne, ma sappiamo che Simone dovette vedere una manifestazione non comune. Lo scrittore non dice che essi parlarono in lingue, ma neppure afferma il contrario. È importante conoscere il pensiero di alcuni noti esponenti della Bibbia sul capitolo otto degli Atti:

Adam Clark (1762-1832) commenta: “i doni miracolosi dello Spirito che furono comunicati, come il parlare in altre lingue ed altre manifestazioni soprannaturali, diedero successo alla predicazione del Vangelo”.

O. A. Hills (1913-?) scrive: “Essi ricevettero ciò che scese sui discepoli alla Pentecoste… ciò che fu elargito a Cornelio e alla sua casa durante la predicazione di Pietro e ciò che avvenne ai 12 di Efeso per l’imposizione delle mani di Paolo; cioè la miracolosa unzione di potenza nel dono dello Spirito. Questo dono dello Spirito è una conferma della Sua presenza interiore e della Sua grazia e, più ancora, un segno di potenza degli increduli e di disubbidienti. Per questo anch’essi parlarono in lingue e magnificarono Dio”.

La testimonianza biblica è chiara sul fatto che il parlare lingue accompagna il battesimo nello Spirito Santo. Gesù in Marco 16:17 promette a tutti i credenti: “Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto… parleranno nuove lingue”.

È STORICO.

Il parlare in lingue non è cessato con l’Era Apostolica. La storia della Chiesa afferma che queste manifestazioni ebbero luogo in epoche differenti e luoghi diversi. Molti Padri della Chiesa hanno fatto riferimento a questa esperienza. Ne citiamo alcuni:

Ireneo (115-202) scrive: “nello stesso modo, sentiamo molti fratelli nella chiesa che posseggono doni profetici, e che per lo Spirito parlano tutte le lingue”.

Tertulliano (160-220) fa menzione del dono delle lingue, insieme agli altri doni spirituali, era manifestato ai suoi giorni.

Agostino (354-430) scrive: “noi facciamo ancora ciò che gli apostoli fecero quando imposero le mani ai samaritani e queste ricevettero lo Spirito Santo. Ogni convertito dovrebbe parlare lingue”.

Souer, nella sua “Storia della Chiesa cristiana” (Vol 3, pag. 406) scrive: “Martin Lutero era un profeta, un evangelista, parlava lingue che interpretava. In una persona erano contenuti tutti doni dello Spirito”.

Thomas Walsh che fu uno dei più valenti collaboratori di Giovanni Wesley nella predicazione, scrive nel suo diario del giorno 8 marzo 1750: “questa mattina il Signore mi ha dato una lingua che non conoscevo, sollevando l’anima mia verso di Lui in un modo meraviglioso”.

R. Boys in “Trials anf Triumph of faith” (1875) scrive, riferendosi alla risveglio suscitato da D.L. Moody in Inghilterra: “Quando sono entrato nella camera di preghiera dei giovani della Associazione Cristiana ho trovato il luogo ripieno della fiamma dello Spirito: giovani che parlavano in lingue e profetizzavano. Che cosa significava tutto questo? Significava che D.L. Moody aveva predicato a quei giovani in quel pomeriggio”.

Quando F. B. Meyer visitò l’Estonia, e trovò delle congregazioni battiste formate da semplici contadini. In seguito scrisse sul giornale londinese “Cristiano”: “Dio sta rinnovando fra i contadini quelle meravigliose manifestazioni che si realizzavano alle prime predicazioni del Vangelo, quando Dio accompagnava il messaggio della salvezza con segni, miracoli e doni dello Spirito Santo; il dono delle lingue si manifesta spesso nelle riunioni, specialmente nelle comunità formate da persone semplici. Quando le lingue sono interpretate, il significato è unico: “Gesù viene presto! Gesù è vicino! Siate pronti; non siate oziosi!”.

All’inizio del ventesimo secolo Dio ha sparso l’ultima pioggia del Suo Spirito Santo su molti devoti cristiani che in diverse parti del mondo stavano ricercando una più profonda esperienza con Dio. Ciò ha dato inizio al presente Movimento Pentecostale. Questa ultima pioggia stava maturando il raccolto prima del ritorno del Signore.

È UN’ESPERIENZA.

Credo nell’esperienza pentecostale perché migliaia di persone di mia conoscenza l’hanno fatta e questa esperienza è stata per loro una sorgente di potenza spirituale e reso i loro cuori di benedizione agli altri. L’apostolo Paolo in 1 Corinzi 14:4 dice: “chi parla in altra lingua edifica se stesso”. “Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio: perché nessuno l0 intende, ma in Spirito proferisce misteri”. (v. 2): “Poiché se prego in altra lingua ben prega lo spirito mio” (v.14 ). Questa esperienza pentecostale ha dato ad innumerevoli cristiani la potenza per il servizio, la gioia indescrivibile e piena di Gloria, la fede per credere nei miracoli e nella guarigione divina, la forza per una vita trionfante, la visione e il peso delle anime perdute di tutto il mondo. E ciò ha reso i ministri pentecostali aggressivi nei loro progetti missionari.

Ultimo, ma non meno importante: credo nella Pentecoste perché ne ho fatto personalmente l’esperienza. Sono stato riempito dello Spirito Santo e parlo in altre lingue, secondo come lo Spirito mi dà da esprimermi. Quando se ne è fatta l’esperienza è impossibile dubitarne. Un tale desiderava essere riempito dello Spirito Santo. Egli aveva un amico che apparteneva ad una chiesa che non accettava l’insegnamento pentecostale. Un giorno l’amico venne a lui e gli disse: “Il mio pastore mi ha dato un certo numero di ragioni per cui Dio non riempie più con lo Spirito Santo ai nostri giorni”. Egli rispose: “Sei in ritardo, sono stato riempito di Spirito Santo ieri sera”.

La Bibbia parla dell’esperienza pentecostale; la storia testimonia che l’esperienza si è ripetuta in tutte le epoche; ai nostri giorni moltissimi affermano di averla ricevuta dall’Alto; ciò prova sufficientemente la sua veridicità. Grazie al Signore, Egli continua a largire il Suo Santo Spirito a coloro che Glielo chiedono.

da: Risveglio Pentecostale