Pakistan, 15enne cristiano accusato di blasfemia per un sms

12 Ottobre 2012  –  Protesta violenta dei radicali islamici che saccheggiano e bruciano l’abitazione della famiglia.

 Hanno saccheggiato la casa della sua famiglia. L’hanno bruciata. Hanno tentato di uccidere i suoi familiari, messi in salvo in extremis dall’intervento di una Ong locale. Tutta colpa di un sms che, secondo gli islamici radicali, avrebbe avuto un contenuto blasfemo. Di qui, la notte scorsa, la protesta violenta e il tentativo di giustizia sommaria messo in atto a Karachi, metropoli nel Sud del Pakistan, nei confronti del 15enne cristiano Ryan Brian Patus. 

 Lui, il ragazzo, al momento dell’attacco non si trovava nell’abitazione del quartiere borghese di Gulshan-i-Iqbal presa di mira dai fanatici. Ryan era invece in ospedale per assistere suo padre, gravemente malato. Secondo la polizia, intervenuta sul posto, il ragazzo è accusato di aver inviato un sms blasfemo che ha iniziato a circolare fra i residenti del quartiere, scatenando le reazioni violente. Ryan afferma di aver ricevuto e inoltrato l’sms ai suoi amici senza leggerlo con attenzione. Ad accusarlo ufficialmente, riferisce l’agenzia vaticana Fides che cita l’Ong locale “World Vision in Progress” , sono due testimoni e l’imam Qari Ghulam Qadir, della moschea Jamia, i quali hanno registrato un First Information Report (denuncia formale) per violazione dell’art 295c del Codice Penale (vilipendio al Profeta Maometto).

  Il Vescovo anglicano di Karachi, Mons. Ijaz Inayat, della “Chuch of Pakistan”, si è detto “atterrito per la vicenda e fortemente preoccupato per la sicurezza della famiglia”. In un messaggio giunto a Fides, l’Ong pakistana “Human Rights Commission of Pakistan” segnala che nel 2012 in Pakistan sono stati registrati 22 casi ufficiali di blasfemia, tutti controversi.

 Fonte: La Stampa.it