di Agostino Masdea – Malachia – Capitolo 1 – Malachia significa “angelo” “messaggero”. Probabilmente questo non era il suo vero nome, ma questo era sicuramente il suo compito. Egli era “il messaggero di Dio”. Visse in un periodo particolare: il tempio era stato ricostruito (siamo al tempo di Zaccaria e Aggeo), c’era stato un tempo di risveglio, ma ora il popolo d’Israele viveva un periodo di crisi spirituale. Crisi che durerà per molti secoli… Malachia è l’ultimo dei profeti del vecchio testamento. Per quattrocento anni Dio non farà più sentire la sua voce.
Le prime parole che Dio rivolge al popolo di Israele sono parole meravigliose: “IO vi ho amati”. L’uso del tempo passato non è per parlare di una realtà ormai tramontata, solo per ricordare che quell’amore ancora forte e vivo ha origini remote.
Mille e seicento anni prima: Giacobbe, vostro padre, è stato amato da me più di Esaù. Il mio è un amore eterno! Israele è stato da me benedetto a causa di questo amore, mentre Esaù, a causa del suo peccato e del suo disprezzo delle cose spirituali, è stato maledetto.
IO vi ho amati… e ho dimostrato il mio amore portandovi fuori dal paese d’Egitto… liberandovi dai nostri nemici, dandovi una terra benedetta, stillante latte e miele. Io vi ho scelti per essere il mio tesoro particolare, in mezzo a tutti i popoli… non perché eravate più numerosi, anzi, non perché eravate più santi o più giusti, non perché potevate impressionarmi ostentando una particolare nobiltà e ricchezza, MA perché io vi amo!
Considerate, dice il Signore, quello che io ho fatto per voi! Vi ho circondati di cure e di affetto, vi ho custoditi come la pupilla del mio occhio, come un’aquila spiega le sue ali sopra i suoi piccoli e li protegge, così io ho fatto con voi.
Ma ora dice il Signore, voi non mi siete affatto grati, voi non contraccambiate questo mio amore… voi vi comportate come se io mai avessi fatto tutto questo, voi agite come tutti gli altri popoli della terra verso i loro dei… il nostro culto è diventato una formalità; la vostra adorazione, il modo come mi adorate testimonia della carenza del vostro amore verso di me.
Un Figlio onora il padre, un servo onora il suo padrone… ma anche io sono vostro Padre, io sono vostro Signore… e io mi aspetto da voi onore, rispetto, riverenza e ubbidienza! Dov’è il timore di me? Sono parole che possono apparire troppo severe se interpretate in modo errato! Ma in esse possiamo cogliere invece tutto l’affetto di Dio e il suo desiderio di avere un rapporto di amore, di comunione con ognuno di noi.
L’apostolo Giovanni nella sua prima lettera mette in evidenzia questo: 4:9 In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati. 19 Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo…
Il suo grande amore… NON SI E’ INTIEPIDITO, NON E’ VENUTO MENO. Domenica sera parlavamo di quella profezia di Gesù riguardanti gli ultimi tempi: la carità di molti si raffredderà. L’amore di molti si affievolirà…
Ricordiamo anche le parole alla Chiesa di Efeso:… tu hai lasciato il tuo primo amore! Potremmo aggiungere ancora le parole rivolte alla Chiesa di Laodicea: “sei tiepido, non caldo e ne fervente! Io ti consiglio, io ti consiglio,…. Parole molto simili a quelle di Malachia!
Io ti consiglio… di comprare da me dell’ oro affinando col fuoco…. Io ti consiglio di guardare dentro al tuo cuore per vedere se ancora brucia la fiamma del mio grande amore, e se ti accorgi che ti stai anche tu uniformando a quella schiera di “tiepidi”, allora vieni da me, lasciati toccare dalla mia mano, apri tuo cuore perché ancora una volta io posso riempirlo con la potenza del mio amore!
Quando l’amore di Dio brucia nel nostro cuore allora la nostra adorazione diventa autentica, sincera, pura.
Il Signore riprende Israele perchè “voi disprezzate il mio nome!” E noi? Stiamo disprezzando il nome del Signore? Come si disprezza il SUO NOME? Come lo disprezzavano i sacerdoti? Cosa significa “disprezzare”? Vuol dire non apprezzare, disdegnare, mancare di rispetto. Infatti lo disprezzavano perché non davano il meglio al Signore! (7a) Ricordiamoci: ogni volta che noi non diamo il meglio, noi disprezziamo il Signore!
7b. Trattavano le cose di Dio con indifferenza. Con disprezzo! La mensa del Signore… che cos’è oggi per noi la mensa del Signore? È la parola di Dio predicata! Quando noi disprezziamo la mensa del Signore, la parola di Dio, noi disprezziamo il Signore! Quando noi disprezziamo il popolo di Dio, noi disprezziamo Dio. Quando noi disprezziamo la Chiesa del Signore noi disprezziamo Dio!
Oh, ci fosse almeno qualcuno tra di voi che chiudesse le porte! Potrei fermarmi su queste parole…. è tempo di chiudere le porte. Gli uscieri del tempio, dovevano controllare che nulla di impuro e di immondo entrasse nel luogo santo. In questo tempo Dio possa trovare chi CHIUDE LE PORTE. Al mondo, al peccato, alle cose che non onorano Dio, ma che invadono i cortili del tempio. Il Signore ci dia la capacità di chiudere le porte… di vegliare che le impurità e le contaminazioni non penetrino all’interno della Chiesa del Signore!
VOGLIAMO ONORARE DIO.
– Con la nostra offerta pura! Come Maria di Betania, che offrì al Signore il meglio di quello che aveva.
– Con il nostro sacrificio puro! Non più animali ciechi, zoppi! Una lode sincera!. Dal profondo del cuore!
– Con il nostro servizio! Un servizio per il Re! Santo, fatto con impegno, fatto con amore per onorare il nostro Dio.
Voglio ricordare che il Signore sta parlando ai sacerdoti. Coloro cioè che erano preposti al servizio divino. Ma il Signore non è contento del loro servizio. Non era fatto con il cuore, era motivato solo dal dovere o da chissà cos’altro. “Voi accendete invano il fuoco sul mio altare”! Servire Dio, compiere le opere di Dio senza quella passione, quell’impegno, quella motivazione, quella consapevolezza di fare ogni cosa alla sua gloria equivale a inseguire il vento. Meglio risparmiare le energie.
Il verso 11 ci parla del servizio che Dio gradisce. Il servizio fatto con amore glorifica il Suo Nome! Se vogliamo onorare DIO ricordiamoci che il miglior modo per onorarlo è dargli il primo posto in tutte le cose.
Questo significa offrire al Signore il meglio di quello che abbiamo e che possiamo.
Il Signore non si sentiva onorato da i sacerdoti che dal popolo di Israele per come loro si comportavano: vivevano come se Dio non esistesse, non vedesse, non ascoltasse: questo vuol dire disonorare Dio.
E questo portava la maledizione di Dio. “Io maledirò le vostre benedizione…” cioè ciò che loro “ricevevano”, la loro porzione dei sacrifici, in parole povere il loro stipendio. Signore gli sta dicendo: non sarà mai abbastanza, non sarete mai soddisfatti, non vi basterà… sarà come mettere il salario in una borsa forata… Perciò ora dice l’Eterno degli eserciti: “Considerate bene il vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; mangiate, ma non fino a saziarvi; bevete, ma non fino a soddisfare la sete, vi vestite, ma nessuno sta al caldo; chi guadagna un salario, lo guadagna per riporlo in una borsa forata”. (Aggeo 1: 5-6)
– Non c’è cosa peggiore di avere e di non poter godere di quello che si ha. La maledizione è quando Dio non benedice! A quei sacerdoti il Signore rivolge parole pesanti: “io prenderò il letame e lo spargerò su voi!!!” Ricordate che i sacerdoti svolgevano il servizio divino ma non lo facevano col cuore, così Signore li rende impuri, cioè inadatti servizio, a motivo della mancanza di timore di Dio. E’ solo un atto liturgico che mette in mostra il vostro talento, le vostre capacità umane, la vostra prosopopea religiosa, ma quello che fate non lo fate per me!
È molto pericoloso: essi hanno pensato di compiere il servizio di Dio senza quella motivazione che parte dal cuore, senza il desiderio di onorarlo, mossi dall’ambizione e dall’orgoglio, quindi senza il timore di Dio: il prezzo da pagare è la mancanza della benedizione, della protezione e della cura di Dio.
Il capitolo 2 tratta lo stesso soggetto:”come onorare Dio”. Come servirlo! Qual’è il servizio che Egli gradisce? Egli è ancora disposto a benedire il suo popolo, ma richiede quella fedeltà che onora il suo nome e il patto che Egli ha stabilito col suo popolo.
Non religiosità, ma fedeltà. Quando arriviamo al verso 13 noi troviamo ancora elementi religiosi, c’è il culto, c’è l’altare, c’è l’offerta, ci sono addirittura le lacrime, c’è la preghiera… quello che manca però è il favore dell’Eterno. Perche? Quando si comincia far entrare il mondo nella chiesa, quando si perverte la dottrina per giustificare comportamenti che Dio non gradisce, si apre una breccia enorme. Il mondo continua a penetrare con le sue molteplici offerte, e la Chiesa si compromette sempre di più.
– Perché il Signore non ascolta più la preghiera? Perché non gradisce più l’olocausto, l’offerta? Perché egli è testimone di un patto, il patto del matrimonio, e quel patto era stato infranto. Una volta accettato il matrimonio con persone pagane queste avevano introdotto l’uso normale delle abitudini dei pagani: adulterio, l’infedeltà verso la moglie o il marito, e infine il divorzio.
– Cosa pensa Dio del divorzio? La Bibbia non può essere più chiara: Dio odia il divorzio! Punto e basta! Qualsiasi tentativo di giustificazione nel rompere il matrimonio si infrange contro questa sentenza! Se Dio odia il divorzio noi dovremmo odiare quello che Dio odia! Noi dovremmo dire quello che Dio dice, perché se facciamo l’errore di cercare di mettere insieme tante parole per giustificare il peccato non ci sentiremo rispondere dal Signore: Voi stancate l’Eterno con le vostre parole…
CONCLUSIONE: come il Signore stabilì un patto con Levi, e come Levi camminò nel suo cospetto così vogliamo fare anche noi. La nostra preghiera sia:
“Signore metti il tuo timore nel nostro cuore!
Signore vogliamo accostarci a te con umiltà e con uno spirito contrito!
Signore vogliamo avere quel santo timore che ci fai tremare davanti alla tua Parola!
Signore vogliamo camminare nella verità e nella rettitudine… fa che le nostre labbra possono custodire la conoscenza… che la tua legge sia scritta nei nostri cuori e sia propagata dalle nostre labbra.
Aiutaci a ricordare e a rispettare il patto che ci lega a te per mezzo del sangue di Gesù Cristo.