di F. B. MEYER – “ Il mio giudizio è giusto; perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato… (Giovanni 5:30). Questo era il segreto della regola di vita che Gesù non solo praticava, ma insegnava. In una forma o nell’altra, Egli insisteva continuamente sulla sottomissione della propria volontà, come chiave della perfetta conoscenza. “Se uno vuol fare la volontà di Dio, conoscerà….”
Vi è differenza tra una volontà spenta ed una che si sottomette. Dio non ci chiede che i nostri desideri siano annientati come i tendini delle braccia atrofizzate di un fachiro. Vuole soltanto che si dica “ sì „ a Lui. Piegarsi a Lui come si piega il giunco nelle mani (di chi sa maneggiarlo).
Un tempo, quando le navi si avvicinavano al porto, un piccolo mozzo si metteva a poppa con l’occhio fisso al capitano e ripeteva giù ai macchinisti gli ordini che egli emanava. Quanto spesso ho desiderato che la mia volontà potesse ripetere con cura e con prontezza la volontà di Dio perché tutti i miei più bassi istinti potessero ubbidire !
La guida che cerchiamo, spesso ci manca proprio per questa assenza di sottomissione. V’è un segreto contrasto fra la nostra volontà e quella di Dio. Non saremo mai dalla parte della ragione fino a che non avremo permesso a Lui di prendere, spezzare, agire. Ricerchiamo questo. Se non potete dare, lasciate che Egli prenda. Se non volete, confessate che desiderate di essere messi in grado di volere. Prestatevi docilmente perché Egli possa operare in voi, per fare ciò che a Lui piace. Dobbiamo essere plastici come creta, pronti a lasciarci dare la forma che il gran Vasellaio crede di scegliere. In questo modo sapremo scoprire la Sua guida.