Simile a noi

di Hudson Taylor  –   “Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l’espiazione dei peccati del popolo.” (Ebrei 2:17).   Se il nostro Signore fosse venuto sulla terra nella forma di un angelo di luce, egli avrebbe senza dubbio suscitato più timore e più riverenza, e avrebbe raccolto insieme moltitudini ancora più grandi intorno al Suo ministero. Ma per salvare l’uomo si è fatto uomo, non come un uomo, ma vero uomo. Nel linguaggio, nei costumi, in tutto senza peccare, si è fatto uno con coloro che voleva beneficiare. Se fosse nato nobile romano, piuttosto che Ebreo, sarebbe stato, forse, meno amato, ma avrebbe suscitato per se un certo tipo di rispetto maggiore, e in tal modo si sarebbe risparmiato molti degli oltraggi a cui fu sottoposto.

Questo, tuttavia, non era il suo obiettivo; Egli si spogliò di se stesso. Sicuramente nessun discepolo del mite e umile Gesù potrà arrivare alla conclusione che è “al di sotto della dignità di un missionario cristiano” potersi identificare con la povera gente, nella speranza di vederli purificati, santificati e giustificati nel nome del Signore Gesù, e per lo Spirito del nostro Dio!

Dobbiamo piuttosto essere seguaci di Colui che “sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani, e che egli era proceduto da Dio e a Dio ritornava, si alzò dalla cena e depose le sue vesti; poi, preso un asciugatoio, se lo cinse. Dopo aver messo dell’acqua in una bacinella, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui era cinto. (Giovanni 13:3-5)