Serenità di fronte alla morte

di Giovanni Rostagno  –   “Gesù sapendo che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava…”   (Giovanni 13:3)  –   Vi ha mai colpiti la serenità con la quale Gesù considerava la morte, la Sua morte che s’avvicinava? E vi siete mai domandati qual fosse la sorgente di quella serenità infinita?  Ecco: Egli sapeva di tornare a Dio. Già Egli lo aveva detto, ed Egli doveva ripeterlo ancora: Son proceduto dal Padre e son venuto nel mondo; ora lascio il mondo e torno al Padre. Doveva ripeterlo nella sublime preghiera che è stata chiamata la « preghiera sacerdotale », perché è la preghiera dell’oblazione e della santità suprema: Ora, o Padre, io vengo a Te. Doveva ripeterlo fin sulla croce. Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio …

Come spiegare invece il senso di sgomento, le ansietà, le paure di tanti cristiani di fronte alla morte? Come spiegarle se non col fatto che non sanno, cioè non hanno la certezza incrollabile di andare con Dio e di trovare presso di lui la pienezza della pace e della felicità eterna? Suppongono, sperano, ma non sanno veramente di tornarsene col Signore. Ovvero lo sanno, sì, ma teoricamente soltanto; poiché d’altra parte agiscono e contemplano la morte come se continuassero ad essere tormentati dal più atroce dubbio … Oh, se lo sapessero, penserebbero anch’essi con serenità alla suprema chiamata, e giunta l’ora partirebbero

Ho visto dei vegliardi partire così, dopo lunghi travagli, in pace: sapevano di andare con Dio. —- Ho visto degli uomini e delle donne nella forza dell’età partire così: sapevano di andare con Dio. — Ho visto dei giovani, vinta gloriosamente la prima ribellione, partire così: sapevano di andare con Dio. — Ho visto un fanciullo partire così. Colla mano bianca Egli indicava il cielo: sapeva di andare con Dio e con quel Salvatore che aveva detto: Lasciate i piccoli fanciulli venire a me.

O Signore, dammi di sapere alla mia volta, e di non disimparare mai più.

 

da un articolo del Risveglio Pentecostale