di F.B. Meyer – In terra solitaria. (Levitico 16:22) – Questo capitolo è pieno di riferimenti al sacrificio di Cristo Gesù i quali sono esposti attraverso i diversi sacrifici che possiamo leggere fin dal primo verso del capitolo. Pensiamo ad esempio al capro vivo che venne portato via nel deserto. In esso notiamo che:
Cristo divenne peccato – Con entrambe le mani Aaronne (prima simbologia), trasferì tutte le iniquità, i peccati e le trasgressioni del popolo alla testa del capro, che caricandosi di tutto il peccato d’Israele diventò un animale impuro. Esso divenne talmente impuro che anche colui che lo portò via dovette lavare se stesso ed i suoi vestiti. Questo è ciò che intende l’apostolo quando dice che Gesù divenne peccato per noi. I nostri peccati furono trasferiti su di Lui, Egli stava lì davanti a Dio portandoli su di sé come se fossero Suoi.
Cristo porta via il peccato – Mentre il capro si allontanava, gli occhi del popolo lo potevano ben vedere. Il peccato, dunque, non veniva più imputato ad Israele. Aaronne si tolse le vesti di lino per indossare i paramenti della festa e iniziare il processo di espiazione. Possiamo immaginare la gioia che il popolo provò in quel momento! Così Gesù, nella sua incommensurabile grazia, ha portato via il peccato del mondo dimenticandosi completamente di esso. “E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità”.
La solitudine di Cristo Gesù – Egli era solo durante la Sua opera di mediazione, nessuno poteva prendere il Suo posto. Presto o tardi avremmo sofferto anche noi le pene del martirio e della morte se Gesù Cristo non si fosse immolato per tutti noi. Nessuno avrebbe potuto fare ciò che fece il nostro Salvatore per redimerci dal peccato. Oh, quanto era solo! Anche il Padre Celeste sembrava che lo avesse abbandonato! Davanti all’universo intero, in quell’ora atroce, il Salvatore versava in uno stato di tremenda, inevitabile solitudine!