Non parole ma opere

di THEODORE EPP   –  Una fede fredda, austera, intellettuale che non si manifesta con l’azione non è altro che un assenso mentale all’esistenza di Dio. Giacomo insegna che questo tipo di fede in realtà non è fede – è una fede morta.

Non basta solo credere che Dio esiste o persino credere che Egli è morto sulla croce per i peccati del mondo. Un individuo deve rendersi conto che sarà eternamente condannato senza quello che Gesù Cristo ha fatto personalmente per lui sulla croce, e quindi deve porre la sua fede in Gesù Cristo come suo personale Salvatore. Una tale persona che riconosce ciò da cui Gesù Cristo lo ha liberato,  avrà un’attiva, vivace fede, evidenziata da un cambiamento di condotta.

Giacomo era particolarmente interessato che le opere in un credente fossero evidenti per essere giustificati davanti agli altri. Le opere dimostrano che la salvezza è veramente avvenuta. Il contesto di Giacomo 2 mostra che egli si riferiva all’essere giustificati davanti agli uomini.

Giacomo era preoccupato di guardare oltre le parole di una persona per vedere se la sua vita sosteneva ciò che diceva. In Giacomo 2:14 non parla della “persona che ha fede”, ma della persona “che dice di aver fede”. E Giacomo si chiede “A che serve il tipo di fede che solo parla e non agisce?” La stessa questione viene sollevata nel versetto 16 dove la persona che sostiene di avere fede, non la dimostra operando verso chi ha bisogno. E Giacomo conclude nel versetto 20 che la fede senza le opere è inutile, “è morta”.

“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 7:21).