di F. B. Meyer – Non io, ma Dio darà… Genesis 41:16 – È bello notare le riverenti referenze di Dio che Giuseppe da nel suo primo colloquio con Faraone. Quando il cuore è ripieno di Dio, la lingua sarà quasi obbligata a parlare di Lui; e tutte le referenze così saranno facili e naturali come i fiori nel mese di Maggio.
Queste parole potevano essere pronunciate dal Signore Gesù. Sono perfettamente in sintonia con il Suo tenore di vita. Amava dire che le Sue parole, e le opere e i Suoi piani, non erano propri, ma del Padre. Una volta, quando qualcuno lo chiamò “buono”, Egli gli ricordò che solo Uno era buono e che tutte le virtù vengono da Dio. Gli uomini conoscevano poco di Gesù, perché Egli cercava sempre di essere uno specchio riflettente di Suo Padre e di glorificarLo sulla terra. Ma lo Spirito rivela Gesù a coloro che lo amano.
Queste parole potevano essere pronunciate dall’Apostolo Paolo. Egli era felice di affermare che aveva lavorato, tuttavia non lui, ma la grazia di Dio in lui; che aveva vissuto, ma non lui, ma Cristo in lui; che conosceva e parlava dei misteri di Dio, ma non lui, ma lo Spirito di Dio.
Così dovremmo parlare anche noi. La nostra luce deve risplendere in modo che gli uomini possono voltarsi da noi a Lui da cui noi dipendiamo. Ogni volta che sorge la tentazione di farli ritornare a noi, per attirarli a noi stessi, o condurli a pensare che possiamo soddisfare le loro necessità, consideriamoci morti a questo suggerimento, dicendo: “Non io, ma Dio darà… ” (Atti 3:12). Che forza e conforto scende nei nostri cuori, vedendo richieste che sono troppo grandi e che la nostra debole natura non può soddisfare. “Non io, ma Dio darà…”