di Daniel Hébert – “Noi stessi, noi abbiamo visto con i nostri occhi che il Padre ha veramente mandato il suo Figlio per essere Salvatore del mondo; noi lo abbiamo contemplato e ne rendiamo testimonianza”. (1 Giovanni 4:14-21) – Se qualcuno riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio vive in lui ed Egli resta in comunione con Dio. Per noi, noi abbiamo incominciato a conoscere l’amore che Dio ci porta e noi confidiamo in Lui. Dio è amore: colui che vive (dimora) nell’amore, dimora in Dio, e Dio dimora in lui. In questa comunione con Lui, l’amore raggiunge in noi la Sua perfezione, così che possiamo considerare con una fiduciosa e sicurezza la venuta del giorno del giudizio. In effetti, noi viviamo in questo mondo come ha vissuto Lui. In un vero amore, non c’è posto per la paura perché l’amore perfetto caccia ogni traccia della paura. In effetti, la paura suppone l’idea d’una colpevolezza e la prospettiva di un castigo. Colui che vive nella paura (di un gudizio) mostra per lui che l’amore non ha ancora raggiunto il suo perfetto sviluppo. Quanto a noi, noi amiamo perché Dio ci ha amati per primo. Se qualcuno pretende di amare totalmente Dio detestando suo fratello che è sotto i suoi occhi, non può amare Dio che non ha mai visto. Del resto, Cristo stesso ci ha dato questo comandamento : che colui che ama Dio, così ami suo fratello. L’amore di Dio è presentato qui come essendo il solo rimedio alla paura ed alla colpevolezza. Quando esiste, paralizza colui che vorrebbe avvicinarsi a Dio impedendoglielo. Quest’amore deve essere sempre essere considerato in relazione con il dono di Gesù. L’amore di Dio è qualificato “perfetto”. Questo vuol dire che è completo. E’ alla croce che quest’amore è stato mostrato in tutte le sue sfaccettature.