di Theodore Epp – Leggere Genesi 47:1-13, 27-31 – Dio promise a Giacobbe che di lui ne avrebbe fatto una grande nazione in Egitto e che avrebbero fatto ritorno alla loro terra. La fede di Giacobbe nelle promesse di Dio si rivelò quando chiese a Giuseppe di seppellirlo a Canaan. La sua richiesta avrà avuto di certo un forte impatto su Giuseppe perché più tardi Giuseppe stesso chiese la stessa cosa (Genesi 50:24,25).
Dio compì il suo proposito attraverso Giuseppe. Egli venne usato per preservare la discendenza degli Ebrei. Essi non erano al sicuro nelle terre di Goshen.
Anni dopo, quando era tempo di guidare gli israeliti fuori dall’Egitto, Dio si usò di un altro uomo, Mosè. Dio si limitò ad usare degli uomini per compiere il Suo volere.
Giuseppe sperimentò il compimento delle verità dichiarate nel Salmo 37. Egli si dilettò nell’Eterno e Dio gli concesse i desideri del suo cuore (v. 4); Sperò nell’Eterno ed ereditò la terra (v. 9).
Essendo mansueto, godette di una grande pace (v. 11). Poiché era un uomo buono, i suoi passi furono guidati dall’Eterno e si dilettò nel percorrere le vie del Signore (v. 23).
Egli aspettò il Signore e seguì la Sua via; per questo egli venne innalzato, ereditò la terra e vide gli empi sterminati (v. 34). Egli fu un uomo perfetto e maturo; per questo terminò la sua vita in pace (v. 37).
Dobbiamo applicare su noi stessi questo Salmo.
“Benedetto sia l’Eterno, che ha dato riposo al suo popolo Israele, secondo tutto ciò che ha promesso; non una sola parola è venuta meno di tutte le belle promesse” (1 Re 8:56).