di Theodore Epp – Leggere Numeri 20:1-13, 22-29 – La roccia menzionata in Esodo 17 profetizza di Cristo, che molti anni dopo sarebbe andato a morire sulla croce. La roccia di Numeri 20, invece, profetizza l’ascesa di Cristo, il quale, adesso intercede per noi credenti presso il Padre. La significante differenza tra le due rocce, quella in Esodo 17 e Numeri 20, è anche specificata da due diverse parole usate in questi due passaggi, parole fondamentali che si riferiscono a due diverse azioni da compiere nei confronti della roccia. Sebbene entrambe le rocce parlassero di Cristo, Dio stava tentando di far comprendere, al Suo popolo ed a noi oggi, due cose diverse in merito alla Persona di Cristo Gesù.
In Esodo 17 la roccia venne “percossa”, così come Cristo venne “percosso da Dio”, (Isaia 53:4) “Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato” e fu “schiacciato per le nostre iniquità” (v. 5). La roccia di Numeri 20 profetizzava Cristo in cielo, così come riferito in (Ebrei 9:24): “Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi”.
Nell’episodio di Numeri 20 la roccia profetizzava di un Cristo esaltato, ecco perché stavolta bisognava parlare alla roccia e non colpirla. È molto importante questa distinzione tra il Cristo percosso ed il Cristo esaltato affinché si mantenessero ben distinte le profezie di Cristo preannunciate da queste due rocce. Dal momento in cui il Signore Gesù venne giudicato sulla croce per aver portato su di se tutti i peccati del mondo, coloro che tra di noi Lo hanno ricevuto come Salvatore adesso devono parlare a Lui per i propri bisogni.
“E tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva; or quella roccia era Cristo” (1 Cor. 10:4).