di Charles R. Swindoll – Daniele 6:3-4; 2 Corinzi 11:24-25 – Dura per me leggere le parole di Paolo senza trasalire: “Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. (2 Corinzi 11:24-25).
Riesci ad immaginare cosa significhi essere colpito “tante volte da perdere i conto”? Io non ci riesco. Ecco qui la terribile realtà dell’abuso fisico. Poche persone conosceranno in vita loro cosa vuol dire provare un dolore così estremo. E pensare che quest’uomo era più che solo in tutto questo; a tal proposito ti consiglio di leggere Il Libro dei Martiri o leggilo online. Non c’è modo di evitarlo; spesso i servi di Dio diventano dei capri espiatori.
Queste situazioni colpiscono più emotivamente che fisicamente. La depravazione contorta dell’umanità, per qualche ragione, si esprime meglio così. Prendiamo il profeta Daniele ad esempio. Fedele, efficiente, onesto, pronto a dare il massimo, l’uomo
che servì gli altri con cuore puro. Ma tutto questo si ritorse contro di lui. In base a ciò che leggiamo nel capitolo sei del libro che porta il suo nome, le persone con cui egli lavorava gli si rivoltarono contro. Si rivelarono per ciò che erano per provare se la sua integrità venisse meno. Lo fecero in ogni modo possibile.
Riesci ad immaginare quanto questo possa ferire? Sei tu l’oggetto in questione. Senti bisbigliare gli altri del tuo carattere, girano storie sul tuo conto, ogni tua parola viene messa in questione, come anche ogni tua azione. Ogni tua mossa viene guardata con sospetto. Ovviamente non c’è un briciolo di verità in tutto questo. Sei stato un modello di autenticità, hai dato tutto te stesso nell’aiutare gli altri e onorare il Signore… e questo è il ringraziamento che ottieni.
Te lo dico apertamente, solo la grazia di Dio può aiutarti a superare tutte queste circostanze ed accettare il Suo piano per te.