di Theodore Epp – “Non v’ingannate, fratelli miei carissimi; ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento”. (Giacomo 1:16-17) – Giacomo non lascia intendere alcun dubbio riguardo al fatto che Dio sia il Donatore per eccellenza di tutto ciò che è buono. Giacomo però ci avverte, “Non v’ingannate”. La parola greca che in Italiano è stata tradotta col verbo “ingannare” vuol dire esattamente “fuorviare” oppure “andare fuori rotta”. Questa parola era usata spesso per descrivere una nave che aveva dovuto deviare la sua rotta e che si trovava in serio pericolo. Il “non v’ingannate” di Giacomo non si riferisce al commettere un errore di poco conto, ma ad un serio errore di giudizio che potrebbe causare risultati terribili e disastrosi.
Notate che Giacomo non dice “ogni grande dono” bensì “ogni dono buono” (v. 17). Non importa se si tratta di un dono grande o piccolo, ogni cosa che Dio ci dona è buona.
Spesso capita che una persona che si trova nella prova si chieda se ogni cosa che viene dalla mano di Dio sia buona, ma Giacomo ci fa capire che non dovremmo porci domande simili. Teniamo a mente che Giacomo si riferisce ai doni, ossia, cose che non si ottengono per merito ma solo per la Grazia di Dio, inoltre, tende a precisare che i doni di cui parla sono doni che “provengono dal cielo” (v. 17).
Vi è un forte contrasto tra le cose del cielo e le cose della terra: gli uomini sono facilmente presi dagli affari terreni e fortemente attratti dal desiderio per le cose che non durano. Non vivremo su questa terra per sempre, dunque, anche le nostre prove dovrebbero essere viste alla luce dell’eternità.
“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. ” (2 Pietro 1:3).