Tratto dal libro “Che ne sarà dei suoi sogni…” – “Guardati dal trascurare quel tal luogo… ” (2 Re, 6:9)
Il popolo di Dio è sempre in lotta; ogni credente incontra conflitti e battaglie ed ogni chiesa è impegnata in continui combattimenti. I figli di Dio non dovrebbero mai dimenticare questa impegnativa realtà perché non dovrebbero mai dimenticare che come combattenti di Cristo sono chiamati a possedere e curare l’armatura spirituale e sono anche chiamati a rimanere sul campo senza chiedere e senza prendersi licenze.
Mentre la lotta ferve e gli eserciti sono impegnati in una battaglia senza quartiere, e in un combattimento ad oltranza, non è onesto disertare il posto che è stato assegnato da Dio e cedere la posizione al nemico. La nostra guerra avrà termine soltanto al ritorno di Cristo e fino a quel giorno siamo obbligati ad assolvere il nostro dovere di combattenti cristiani.
Non basta però possedere e di indossare una armatura e non è neanche sufficiente occupare un posto nel campo di battaglia; per comportarsi valorosamente bisogna conoscere ” l’arte della guerra “. L’Apostolo Paolo scriveva che ” bisogna combattere legittimamente “; egli si riferiva, forse, maggiormente alle competizioni sportive, ma non e possibile escludere che anche la guerra abbia le proprie leggi e le proprie regole.
Bisogna conoscere l’arte della guerra cioè l’uso delle armi, la strategia, l’attività logistica, i servizi di retroguardia, l’organizzazione assistenziale-sanitaria… Per combattere sono necessarie qualificazioni e competenze ed il popolo di Dio deve possedere questo prezioso bagaglio bellico per affrontare le proprie lotte spirituali.
Il testo biblico che sta davanti a noi ci intrattiene però soprattutto su un particolare aspetto dell’arte della guerra: la strategia. La strategia prevede lo studio di molteplici elementi bellici e soprattutto quello della natura del nemico, della potenza del nemico, della posizione del nemico.
I credenti devono approfondirsi nella conoscenza della strategia spirituale o più semplicemente, posso dire, devono entrare sempre più profondamente nelle sfere dello Spirito per ottenere, proprio come ai giorni di Eliseo, quella sapienza divina e quella luce sovrannaturale che fa di ogni combattente, e dell’esercito del Signore, un combattente ed un esercito invincibile.
La conoscenza della natura del nemico deve essere la conoscenza di tutti ed i combattenti cristiani, dai semplici soldati fino ai generali, devono scoprire sempre di più ” l’astuzia ” dell’avversario infernale. Il nemico del popolo del Signore è stato definito ” astuto attentatore ” è questa definizione esprime eloquentemente la natura di esso perché se e vero che astuzia vuol dire ” saper esercitare l’inganno o sapere trovare ripieghi ingannevoli ” deve essere anche vero che la natura del terribile avversario è costituita da inganno, falsità e malignità.
I cristiani sono impegnati contro un nemico fornito di intelligenza maligna e perciò essi devono scoprire le sue abili macchinazioni affinché possano neutralizzare gli attacchi infernali che satana sferra in maniera subdola e potente. È pericoloso sopravvalutare la forza del nemico, ma è altrettanto pericoloso sottovalutarla perché un errore di calcolo concede sempre al nemico il vantaggio del nostro errore; il tentatore è abile e questa sua maligna abilità deve essere costantemente tenuta in considerazione se non vogliamo cadere ingenuamente nella rete delle sue manovre.
Il nemico oltre ad essere astuto è anche potente; l’Apostolo Pietro lo assomiglia ad un ” leone ruggente ” che va attorno cercando di divorare. Alcuni hanno gratuitamente affermato che un leone ruggente e un leone che non ha intenzione di aggredire, insomma un leone pacifico; questa affermazione è errata, perché il leone ruggisce per lo stimolo della fame, il leone ruggisce nell’impeto della lotta, il leone ruggisce nella rabbia della sconfitta, il leone ruggisce nel prendere e nel divorare la preda.
Il leone ruggente e l’espressione della forza e della crudeltà famelica e noi dobbiamo saper riconoscere questi attributi all’avversario che vuole lacerare la nostra vita. Astuzia, potenza, crudeltà danno impeto e penetrazione alle azioni dell’inferno e tutti dobbiamo sapere che abbiamo di fronte il più temibile degli eserciti, quello degli spiriti maligni che si muovono nell’aria o nei luoghi celesti.
Ma il resto della nostra meditazione ci ricorda essenzialmente la posizione del nemico cioè la tattica che egli persegue con pazienza diabolica: ” guardati da trascurare quel tale nuovo “. ll nemico cerca sempre di prendere posizione impadronendosi dei luoghi trascurati, dei luoghi che possono trasformarsi in ” teste di ponte dell’inferno “. Quando nella vita di un credente o nella attività di una chiesa appaiono punti deboli, zone scoperte, luoghi trascurati, il tentatore parte all’attacco e cerca di realizzare la desiderata conquista per assicurarsi ottime posizioni entro le maglie o oltre le file di difesa.
Sicuramente quando l’apostolo Paolo scriveva: ” non date luogo al diavolo… ” aveva davanti a sé la visione di questo terribile pericolo; una vita cristiana o una chiesa cristiana anche parzialmente conquistate dall’avversario, rappresentano campi di battaglia in ripiegamento e in fuga. I luoghi trascurati nelle posizioni scoperte non devono esistere nel mezzo dell’esercito del Signore.
Invece purtroppo una rivista, anche sommaria, passata al campo del Signore mette in evidenza le infedeltà dell’esercito cristiano; in ogni chiesa e in ogni credente esistono ” luoghi trascurati ” abbandonati alla voglia malvagia dell’avversario. È strano che molte volte gli stessi combattenti che curano diligentemente alcuni particolari della vita bellica, trascurano particolari non meno importanti della loro vocazione spirituale.
Non è difficile incontrare comunità cristiane pieni di zero per l’opera missionaria, per le attività assistenziali, per l’insegnamento biblico, per l’organizzazione ecclesiastica è non è neanche difficile constatare che nel seno di queste stesse comunità esistono luoghi trascurati che rappresentano un facile ingresso per il nemico.
Io penso ai luoghi trascurati che più facilmente si incontrano in questi giorni:
a) comunione con Dio;
b) preghiera individuale e comunitaria;
c) esercizio della disciplina cristiana;
d) pratica della liberalità.
Non credo di aver dato il nome di tutti i luoghi che possono essere o che sono trascurati ma ho voluto indicare almeno quelli che maggiormente sono caduti sotto la mia osservazione e parlare di questi può voler dire che essi rappresentano un esempio di tutti quelli che possono esistere nella cristianità di oggi.
Quando la comunione con Dio e trascurata, il tentatore ha la possibilità di suscitare un interesse profano nei cristiani è di legarli, per esso, alle realtà del mondo.
Quando la preghiera è trascurata è facile per il diavolo indebolire tutte le posizioni dell’esercito di Dio.
Quando l’esercizio della disciplina e trascurato, diventa un gioco, per il tentatore fare sviluppare il lievito della disubbidienza e del peccato.
Quando la liberalità è trascurata il nemico riesce quasi senza colpo ferire, ad arrestare tutte le avanzate missionarie, evangelistiche, edificative ed assistenziali dei combattenti del Signore.
Questi luoghi rappresentano quindi i ranghi vitali della difesa cristiana ed insieme a tanti altri possono esser assomigliati alle diverse parti di una poderosa fortezza, eppure sono e rimangono frequentemente ” luoghi e trascurati “.
La comunione con Dio che trasporta il popolo del Signore ad essere un medesimo Spirito con Lui, viene trascurata ogni giorno di più; sembra che l’esercito cristiano di questa generazione non attribuisca più importanza a questa posizione che può essere mantenuta soltanto a prezzo di consacrazione.
Parlare sempre con Dio, camminare con Lui, pensare a Lui, desiderare Lui, saziarsi di Lui, inebriarsi di Lui… queste espressioni di sublime e purissimo misticismo cristiano sono state sostituite dalle altre: un poco di distrazione, qualche lettura importante, qualche spettacolo piacevole, qualche conversazione eccitante…
La comunione di Dio è diventata ” terra di nessuno ” e un luogo trascurato dai cristiani, ma certamente non trascurato dal diavolo che punta sempre più decisamente le proprie mire verso questa debolezza spirituale di un esercito in rovina.
È che dire della preghiera e della disciplina? Queste posizioni sono curate e mantenute dai soldati di Gesù Cristo?
No! L’alto solaio è stato abbandonato e chiuso e i padri della fede hanno appesa alle piante la perdita della loro autorità. Sembra che la strategia moderna non attribuisca più valore a queste posizioni, ma il diavolo però non è dello stesso parere e sta cercando di approfittare di questi luoghi trascurati.
La preghiera è il ” carro armato ” del popolo di Dio, ma questo strumento giace consumato ed arrugginito nei ” musei di guerra “. Le chiese non pregano, i cristiani non pregano e benché la debolezza spirituale e continua a progredire ovunque il popolo di Dio continua ugualmente a trascurare questa posizione meravigliosa è potente.
La disciplina è stata addirittura espulsa da molte comunità; i pastori, i conduttori sono salariati dal popolo perciò, si pensa, non hanno diritto di riprendere o disciplinare il popolo che li paga, ma hanno anzi l’obbligo di esaltare il popolo di accarezzare il popolo, di lusingare il popolo che provvede al loro salario. La mentalità è all’incirca questa: il popolo paga, quindi il popolo è il ” il principale ” di colui che è pagato; il conduttore non è rappresentato più dal conduttore o dal ministero spirituale del conduttore, ma dal popolo stesso che esercita quindi il proprio potere sovrano in forma democratica. Il diavolo è soddisfattissimo di questa evoluzione del popolo perché rappresenta il raggiungimento di una operosità mentale che accorda la più perniciosa delle libertà: quella della carne.
Tutti sono liberi, liberi di fare quel che vogliono anche a danno della chiesa, dell’ordine, della testimonianza; liberi di costituirsi unici conduttori della propria vita cristiana; liberi di guidare da soli le azioni della propria guerra spirituale. Non è più necessaria sincronizzazione, comunione, disciplina, armonia, unità… è soltanto necessaria la libertà, questa libertà! La disciplina? A che serve, a che vale? Non è stato detto che è più utile il miele che l’aceto perché si prendono più mosche con il miele che con l’aceto? Forse invano un servo del Signore ha fatto osservare che gli uomini non sono mosche e che Gesù stesso sovente ha esercitato una disciplina che sapeva più d’aceto che di miele… perché la disciplina continua ad essere uno luogo trascurato e le chiese continuano a riempirsi ” di malvagi ” e il lievito non arresta il processo di fermentazione che allarga mondanità, carnalità e peccato nel seno del popolo di Dio.
Anche la liberalità è stata strozzata dall’avarizia; sono tramontati i tempi nei quali ” nessuno diceva essere qualche cosa propria per che tutte le cose erano in comune… “. Oggi i cristiani non soltanto sono occupati a far valere i diritti di proprietà, ma sono tutti presi per allargarli sempre di più. Coloro che danno, che cosa danno? Generalmente le briciole del loro superfluo ed il ministro soffre, le missioni soffrono, le assistenze soffrono.
Guardati da trascurare quel luogo, diceva il profeta di Dio; guardati dal trascurare quel luogo, ripete oggi lo Spirito Santo a noi, e nel dire quel luogo ci indica chiaramente il luogo che noi, proprio noi, trascuriamo. E’ un avviso divino che ci viene generosamente comunicato per risparmiarci l’amarezza della sconfitta; c’è anche un ” ordine superiore ” che ci viene comunicato per guidare le nostre azioni; forse è una parola che suona in anticipo o forse è un grido che giunge al momento estremo, ma è sempre una ” voce autorevole ” chi ci chiama ad assolvere onestamente quel dovere che può assicurarci la vittoria completa per tutta l’eternità.
Guardati, fratello, dal trascurare quel luogo! Forse perché è soprattutto il luogo della preghiera o il luogo della comunione con Dio o forse è il luogo della generosità cristiana…, ma un luogo, una posizione e uguale ad un altro luogo e ad un’altra posizione: – Fratello, non trascurare il luogo che può rappresentare la tua difesa, la tua vittoria.