di Agostino Masdea – “E Gesù disse loro: “Ogni regno diviso contro sé stesso va in rovina; ed ogni città o casa, divisa contro sé stessa non può durare”. Matteo 12:25 – Con queste parole Gesù ricorda ai farisei un principio inconfutabile: nessun regno o nazione, nessuna comunità e nessuna famiglia possono durare se al loro interno c’è mancanza di unità.
Sono due i principi che Egli mette in risalto con queste parole indirizzate ai farisei, persone religiose di quel tempo che lo accusavano di cacciare i demoni per mezzo del principe stesso dei demoni: il primo è che la divisione porta alla distruzione, e il secondo è che Dio è più forte di ogni potenza satanica.
Sia il popolo di Dio come comunità cristiana, sia ogni famiglia, devono proteggere e mantenere l’unità al loro interno. E ognuno deve dare il suo contributo, deve cioè cooperare per il raggiungimento di questo scopo.
Il saggio dell’Ecclesiaste scrive: “Due valgono meglio di uno… Se infatti cadono, l’uno rialza l’altro; ma guai a chi è solo e cade, perché non ha nessun altro che lo rialzi…! Se uno può sopraffare chi è solo, due gli possono resistere; una corda a tre capi non si rompe tanto presto”.
In questo passo viene biasimato lo spirito indipendente: “Guai a chi è solo.” Solo nell’unita si vincono le battaglie, altrimenti si fa il gioco dei nemici. E i nemici sia contro la famiglia che contro la comunità possono essere numerosi ed agguerriti.
Nell’unità c’è aiuto reciproco, ci si incoraggia e ci si conforta vicendevolmente e si lotta per mantenere l’unità stessa come un bene prezioso e necessario. Il nemico non può avere la meglio in una casa dove marito e moglie si amano realmente e combattono insieme per il bene della famiglia. Il nemico non può vincere neppure in una comunità dove i membri di essa si sentono uniti da un patto spirituale e vincolati dall’amore di Dio. Non esiste un legame migliore.