di AGOSTINO MASDEA – Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque invece ode queste parole e non le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua rovina fu grande» (Matteo 7:24-29) – Gesù conclude il sermone sul monte con una parabola. Questa parabola ha lo scopo di far vedere la differenza tra coloro che si limitano ad ascoltare le sue parole e coloro che invece le ascoltano e poi ubbidisco, cioè le mettono in pratica. Gesù dice “chi ascolta queste mie parole!” Quindi se è vero che il principio di questa parabola lo possiamo applicare a tutta la scrittura, è evidente che comunque Gesù sta enfatizzando le “Sue” parole appena pronunciate... che sono gli argomenti del sermone:
Quindi le beatitudini, la giustizia del Regno, le nostre reazioni alle offese, l’adulterio, il divorzio, il giuramento, la religiosità ipocrita, il digiuno, i tesori e le ricchezze, le sollecitudine della vita, la preghiera, la porta stretta e la via angusta… tanti argomenti, tantissimi insegnamenti, e quindi tanta conoscenza. Ora dice Gesù, voi “sapete” queste cose: siete beati se le mettete in pratica.
La religiosità si esprime sempre con una serie di dottrine, di dogmi e di dichiarazioni verbali che poi non corrispondono alla vita pratica. Gesù diceva dei religiosi del suo tempo: “dicono, ma non fanno”. Ma il sermone sul monte non è una serie di regole morali alle quali attenersi, ma è stato definito la “magna carta” o lo statuto del Regno di Dio. E il regno di Dio non consiste in parole, proclami, dichiarazioni; il regno di Dio è la potenza di Dio manifestata nella vita del credente, che vive le realtà dello Spirito, che nella vita pratica, quotidiana, dimostra che le cose in cui crede, le cose che professa con la bocca sono le sue azioni, i suoi fatti.
L’apostolo Giacomo nella sua epistola ci ricorda che non basta essere “uditori”, ma bisogna essere “facitori” della parola di Dio. Gesù chiude il sermone sul monte dicendo la stessa cosa. Egli porta l’esempio di un uomo che costruisce la sua casa sopra una roccia. Questo uomo viene paragonato a chi ascolta e mette in pratica la Parola. Dall’altra parte c’è un altro uomo che costruisce sulla sabbia; egli è il prototipo di coloro che ascoltano ma poi non sono disposti a ubbidire, a mettere in pratica. Due categorie di persone sono rappresentate da questi due uomini. La costruzione della casa non è opzionale; tutti stiamo costruendo una casa.
– IL PROGETTO. Quando si comincia a costruire bisogna avere un progetto. C’è un disegno, un’immagine, dei calcoli che sono stati fatti. Dai modelli che sono stati adottati. Ci sono tanti modelli da imitare, ma certamente le case che per la loro tipologia di costruzione hanno resistito alle intemperie, alle tempeste o addirittura i terremoti. Poi bisogna affidare il progetto ad un architetto. Ci sono molti modelli e molti esempi nella parola di Dio (Ebrei 11), ai quali possiamo ispirarci, ma c’è un esempio, un modello per eccellenza; il suo nome è Gesù Cristo! Egli è non un architetto, ma l’Architetto. (Romani 8:29; Giovanni 13:15)
Così, come abbiamo definito il sermone sul monte la “magna carta” del Regno, ora possiamo dire che ci appare come il progetto del sommo Architetto; Gesù stesso fa il progetto della nostra casa; chi meglio di lui? Egli non si è limitato ad illustrare delle verità, come appunto molti cristiani a volte fanno, ma ha vissuto quelle verità ed Egli confermava con i fatti ciò che affermava. (Atti 1:1)
– LE LINEE GUIDA DEL PROGETTO. LE BEATITUDINI rappresentano le linee guida di questo progetto. Quando Gesù diceva: “Beati i mansueti” egli intendeva dire che i sudditi del suo regno devono essere mansueti. Ma non è qualcosa che Egli richiedeva dagli altri; egli poteva dire: “imparate da me… io sono mansueto”. Beati i puri di cuore, cioè abbiate un cuore puro; chi più di Gesù sulla faccia della terra è l’esempio di un cuore puro? Gesù poteva insegnare ai suoi discepoli di perdonare e di amare i propri nemici perché egli lo faceva. Quindi Egli ha dato non solo parole, ma esempio. L’apostolo Giovanni dice che lo stesso dobbiamo fare noi. (1° Giovanni 2:6)
Gesù è il modello perfetto per vivere una vita santa. Una costruzione perfetta richiede di eseguire alla lettera il progetto, averlo sempre davanti, quando c’è da variare qualcosa, o quando non si sa cosa fare.
IL FONDAMENTO. Gesù non solo è l’Architetto perfetto, ma è nello stesso tempo il fondamento della casa. Quando si deve costruire si sceglie un terreno. Ora non dobbiamo pensare che l’uomo di questa parabola che costruisce sulla sabbia era così stupido. Nessuno costruisce la sua casa sulla sabbia; è la valutazione del terreno che egli aveva sbagliato. Egli è uno stolto perché si è fidato delle apparenze. Apparentemente un terreno può apparire più solido di un altro; c’è un solo modo per sapere se il terreno è adatto: sondarlo. In superficie può sembrare perfetto, ma sotto lo strato superficiale che ci può essere la sabbia; questa è una grande lezione per noi. Se siamo “superficiali” guarderemo solo l’apparenza, non ci preoccuperemmo di analizzare il terreno o di trivellarlo in profondità; d’altronde scavare non solo è faticoso ma ha un costo non indifferente. (Luca 6:48)
– IL MATERIALE. Il progetto specifica anche il tipo di materiale che bisogna usare nella costruzione. Per esempio Gesù propone 2 materiali differenti ma che apparentemente potrebbero sembrare uguali. Egli parla della giustizia dei farisei, e parla anche della giustizia del Regno. Vogliamo sapere qual è il materiale migliore? È quello che costa di più! La religiosità o la santità? Esteriormente possono essere simili. L’ambizione o la consacrazione? Il frutto dello Spirito o le opere della carne? Solo se consideriamo il costo noi comprenderemo che la via della quale parla Gesù e che porta al cielo è una via stretta.
Cosa fare per essere salvati? Credere! Certamente siamo salvati per grazia mediante la fede, ma poi c’è una strada… e infine c’è una casa da costruire.
Credere non significa solamente aderire con l’intelletto; credere significa seguire Gesù! La salvezza è gratuita, per mezzo dell’opera di Cristo compiuta alla croce, ma vivere il cristianesimo comporta un prezzo da pagare. (Marco 8:34). Il prezzo da pagare per servire Gesù è la nostra vita stessa. (Romani 12:1)
– FAI-DA-TE O UN COSTRUTTORE – Oggi va di moda il fai-da-te. Salvo poi dover chiamare il meccanico o l’idraulico per riparare i guai. Così sono molti coloro che, pur avendo, o proprio perché hanno una conoscenza biblica, adottano la politica del fai-da-te; pensano di poter fare da soli. Gestire la loro vita, costruire la loro casa sulla basa del loro discernimento… potendo fare a meno dell’Architetto Supremo… escludendo Dio dai loro piani… Con quali conseguenze?!?
“Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori;” Il salmo 127:1 che dice che colui che edifica la nostra casa è Dio stesso. Paolo aggiunge in Filippesi 2:6 che “Colui che ha cominciato in un’opera buona IN VOI la porterà a compimento”. Senza la forza, la potenza e la guida dello Spirito Santo nessuna casa potrà essere costruita in maniera da resistere alle avversità.
Così vediamo la conclusione della storia: la pioggia, il vento, la tempesta verranno sicuramente sopra ogni casa. E la casa reggerà l’urto oppure crollerà miseramente. Non importa se in quella casa ci sono quadri d’autore, divani e poltrone d’oro, pavimenti di lusso e porte in legno pregiato. La tenuta della casa non dipenderà da queste cose, ma dal fondamento. Così, cari nel Signore, bisogna investire sulle fondamenta piuttosto che sugli accessori.
Che tipo di cristianesimo stiamo vivendo noi? Profondo o superficiale? La nostra vita spirituale è radicata profondamente in Cristo o una vita spirituale all’acqua di rose? il nostro rapporto con il Signore è VERO, autentico o apparente e religioso?
C’è una tempesta da affrontare, è necessario essere sicuri che la casa è fondato sulla roccia perché da questo dipende la vita eterna o la perdizione. Il cielo o l’inferno! È necessario controllare le fondamenta, la tempesta potrebbe arrivare all’improvviso, il terremoto che lo può prevedere?
È importante avere una buona conoscenza biblica come è importante avere una sana dottrina, ma è più importante ancora vivere questa conoscenza è praticare questa dottrina. Solo questo terrà la nostra casa in piedi all’arrivo della tempesta.
Gli insegnamenti del sermone sul monte non rappresentano l’esasperata teologia di un pastore fondamentalista, non sono l’intransigente imposizione di un mucchio di regole ecclesiastiche. No! E’ il sermone predicato da Cristo stesso. Egli ci chiede di metterlo in pratica, perché non è dicendo “Signore, Signore…” che entreremo nel cielo, ma facendo la Sua volontà! Se non vogliamo sentirci dire un giorno: “dipartitavi da me… io non vi conosco!” dobbiamo studiare la parola di Dio ma soprattutto dobbiamo studiarci come metterla in pratica. Queste terribili parole ci dicono che nell’inferno ci saranno anche molti cristiani professanti, che avranno frequentato una chiesa, cantato inni, preso la Santa Cena, elevato preghiere e ascoltato molti insegnamenti. Senza però metterli in pratica.
Quindi esaminiamo noi stessi davanti al Signore… Confrontiamo il nostro cammino attuale con la parola di Dio. Accertiamoci che il fondamento della nostra vita rimane ancora Cristo Gesù, la Roccia eterna. Chiediamo aiuto allo Spirito Santo per mettere in pratica la parola di Dio e allora la nostra casa sarà una casa ben fondata. Una casa che sfiderà qualsiasi elemento cerchi di abbatterla; che resisterà contro ogni avversità. Per arrivare a quel giorno quando Dio ci darà una casa eterna. “Questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli.” (2 Corinzi 5:1)