LE COSE PROFONDE DI DIO

di Agostino Masdea  –  Ma come sta scritto: “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano”. Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio. 1 Corinzi 2:9-10

Le realtà dello Spirito, definite da Paolo “cose profonde di Dio”, le cose preparate per coloro che amano il Signore, non possono essere scoperte e comprese alla luce della ragione e dell’intelligenza umana. C’è bisogno di una luce maggiore e soprannaturale, che è quella dello Spirito Santo.

Non sono determinanti l’istruzione e gli studi teologici, perché persone semplici e senza molto insegnamento possono essere spiritualmente più capaci a ricevere le cose profonde di Dio, rispetto a persone colte, ma senza fede. La differenza viene dalla grazia, dal rapporto con Dio, dalla rivelazione e dal cammino con il Signore.  Gesù stesso pregò dicendo: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli”. I “savi e gli intelligenti” erano gli scribi, i farisei e i religiosi del tempo, i “piccoli fanciulli” le persone semplici, gli umili, coloro che nel sermone sul monte definisce “poveri in spirito”.

 Nello stesso capitolo, al verso 14 Paolo rinforza questo concetto: “Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui”. Paolo parla di una sapienza che non è frutto della speculazione intellettuale o di una particolare filosofia, ma della presenza dello Spirito Santo nella vita del credente.  Egli ci rivela la persona, il carattere, l’opera compiuta da Cristo, e le benedizioni che ne derivano.