LA VITA E IL MINISTERO DI DWIGHT L. MOODY

LA VITA E IL MINISTERO DI DWIGHT LYMAN MOODY – 5 febbraio 1837 – 22 dicembre 1899

Moody disse: “sono l’uomo più sopravvalutato d’America”, ai giornalisti nel 1870 dopo aver tenuto con successo le sue riunioni di risveglio a Philadelphia e a New York. Egli chiamava se stesso “solo un portavoce e l’espressione di una profonda e misteriosa onda di sentimenti religiosi che stava attraversando la nazione.” Ed è una vera meraviglia che Dio abbia usato Moody per propagare questa “onda misteriosa”.

Spesso Moody reagiva bruscamente verso certe persone e certi progetti, arrivando addirittura a lasciare il comitato del suo promettente Istituto Biblico di Chicago; oppure in un’altra occasione, urtare la sensibilità dei leader locali, durante una campagna evangelistica. La sua iniziale sfrontatezza nell’evangelismo gli aveva fatto guadagnare il titolo di “Moody il pazzo”.

Non fu mai ordinato al  Ministerio. Infatti non aveva nessun titolo universitario e non aveva mai frequentato un’università. Errori di pronuncia costellavano le note dei suoi sermoni, e le lettere ad amici e parenti contenevano errori grammaticali sufficienti a far scuotere la testa agli insegnanti Vittoriani d’inglese.

Malgrado la sua poca educazione e le sue maniere rozze, Moody presentò il Vangelo a più di 100 milioni di persone durante i suoi 40 anni di Ministerio. Come riuscì a colmare queste sue lacune? In ogni cosa che faceva Moody cercava con umiltà la guida del Signore.

Dio usò Moody dal cuore tenero. Dopo essere ritornato da una campagna evangelistica di successo di circa due anni in Scozia, Irlanda e Inghilterra, l’evangelista iniziò un viaggio di circa tre anni negli Stati Uniti, predicando nelle grandi città cosi come nelle piccole. Parlò nei depositi dei binari abbandonati, in chiese grandiose, ed anche all’aperto. Cominciò a Brooklyn, New York, in una pista di pattinaggio che era stata decorata per l’occasione. In Philadelphia, lo stadio ospitò circa 12.000 persone in ogni riunione e spesso era già stracolmo un’ora prima dell’incontro.

Un anno dopo Moody ritornò a New York City e parlò all’ippodromo, la futura sede del Madison Square Garden. Il New York Times si era opposto alla campagna, ma quando fu terminata dichiarò “Il lavoro svolto quest’inverno dal Sig. Moody in questa città per la morale pubblica e privata vivrà.

Gli alcolizzati sono diventati sobri, i viziati virtuosi… gli ignobili nobili, gli impuri puri… Una nuova speranza ha sollevato centinaia di esseri umani. Una nuova consolazione è venuta agli afflitti.

Ed un principio migliore è entrato nella sordida vita del giorno, attraverso il lavoro di questi uomini modesti.” Moody non teneva mai il conto  dei nuovi convertiti, credendo che fosse difficile stabilire se queste conversioni fossero genuine. Ma la potenza che era sopra ai suoi convertiti era degna di nota. Vent’anni dopo le riunioni tenute all’ippodromo da Moody nel 1876, il PastoreJames Hoadley della Chiesa di Fede Presbiteriana di New York scrisse a Moody dicendo che 139 persone divennero membri della chiesa nel 1876, 121 dei quali erano appena convertiti. “La maggior parte di questi venne a Cristo sotto la spinta delle riunioni di risveglio da lei tenute. Solo una piccola percentuale è andata perduta.”

Il giovane Moody ebbe questo zelo per le anime fin dalla sua conversione. Sesto figlio di Edwin e Betsey Moody, perse suo padre all’età di quattro anni e si trasferì a Boston all’età di diciassette anni per diventere un venditore di scarpe. Moody lavorava per suo zio, Sam Holton, che insistette perché il ragazzo frequentasse la Chiesa congregazionale di Mt.Vernon.

Qui egli ascoltò per la prima volta il Pastore Edward Kirk , che predicava con “fiera eloquenza” e che “riusciva a sciogliere i peccatori induriti e portarli alla penitenza ed all’amore.”

Un giorno il monitore della scuola domenicale di Moody, lo andò a visitare sul posto di lavoro dove lo trovò sul retro che impacchettava e sistemava scarpe. Edward Kimball, così si chiamava, mise le sue mani sulle spalle curve di Moody e, guardando il giovane negli occhi, gli chiese di venire a Cristo, “che ti ama e che vuole il tuo amore e che dovrebbe riceverlo.”

La mattina dopo Moody si svegliò in una città diversa. “Il vecchio sole risplendeva in un modo come mai prima di allora. Mi sembrava che stesse sorridendo solo a me; e mentre camminavo per Boston e sentivo gli uccelli cantare sugli alberi, pensavo che stavano cantando una canzone solo per me Non avevo amarezza verso altre persone, ed ero pronto a mettere nel mio cuore tutti gli altri esseri viventi.”

Questo amore per le persone lo portò a presentare la sua fede a quasi tutti coloro che incontrava, iniziando dai bambini. Moody attraeva i bambini attraverso il suo zelo e compassione, qualità che avrebbero marchiato ogni sua campagna evangelistica. Moody andava su e giù per le strade con le tasche piene di caramelle e gingilli, come un buon vecchio zio. Donava anche ai bambini dei sorrisi, colpetti di incoraggiamento e un invito. I bambini amavano fare piccoli giretti sul dorso del suo “pony del vangelo”, un dono fattogli dal suo sostenitore John Farwell un mercante benestante. Nell’estate del 1859, seicento bambini venivano alla riunione ogni domenica. Nel 1863 egli aprì un edificio con varie classi e con un auditorio che presto si riempì di 1500 bambini. La compassione di Moody e la sua onestà riuscivano ad attirare adulti e bambini al Vangelo.

Il suo zelo per le anime lo portò a lasciare il suo lavoro nel 1860 per entrare a tempo pieno nell’evangelismo, anche se l’anno precedente era riuscito ad avere un guadagno di 5.000 dollari solo di commissioni sulle vendite. Si concentrò così solo sull’evangelismo per le strade attraverso il YMCA, dove servì come presidente in Chicago nel 1860 e per il quale raccolse i fondi per costruire Farwell Hall.

Sei cristiano?

Moody si sentiva a proprio agio per le strade. “Sei cristiano?” chiedeva alle persone che gli passavano vicino. “Lo gridava dalla piattaforma”, ama ricordare la figlia di Farwell, Abbey. Lo sussurrava nei corridoi, seduto al tuo fianco all’ora di cena, mentre camminava con te sul marciapiedi, praticamente dovunque.

A volte le persone ridicolizzavano Moody per la sua fede fervente. Una volta chiese ad un uomo appoggiato ad un lampione “sei cristiano?”. Lo straniero lo maledì, gli disse di farsi i fatti suoi e più tardi disse ad un amico che l’evangelista lo aveva insultato.

Tre mesi dopo Moody arrivò inciampando fino alla porta di casa sua, per l’insistenza di qualcuno che bussava dopo mezzanotte .  “Lì davanti c’era lo straniero che avevo fatto arrabbiare vicino al lampione, che diceva di non avere pace, e mi pregava dicendo: “dimmi cosa devo fare per essere salvato?”.

In quel tempo Moody aveva fatto il voto di non far passare il giorno senza aver parlato almeno ad una persona di Cristo.

Il rammarico di Moody.

L’evangelista si rammaricava di una sola cosa nella sua vita, e questa era di non aver chiesto, la sera dell’8 ottobre 1871, cioè la sera del grande incendio di Chicago, alla congregazione riunita di ricevere Cristo come loro Salvatore. Quella sera Moody aveva predicato al maggior numero di persone mai riunite in Chicago. L’argomento della sua predicazione era “Cosa devo dunque fare con Gesù, che è chiamato il Cristo?”. Una volta terminato, chiese ai presenti di considerare la domanda e di trovare una risposta per la domenica successiva, quando sarebbero tornati. Ma non tornarono. Le sirene dei pompieri suonarono mentre si stavano alzando dalle sedie, l’edificio bruciò e la congregazione scappò disperdendosi.

Ventidue anni dopo nel giorno dell’anniversario dell’incendio Moody predicò ad un’altra congregazione dicendo, “Ho guardato fra tutti voi e non c’è nessuno qui stasera che appartenga alla congregazione alla quale ho predicato quella sera. Una lezione che ho imparato quella sera è che io ‘devo’ predicare per imprimere Cristo nelle persone e devo cercare di portarle a prendere una decisione nello stesso momento”.

In modo maggiore.

Solo alcuni mesi prima Moody aveva dichiarato che non avrebbe mai accettato offerte “non-evangelistiche” di predicare negli Stati Uniti, di distrarlo da un lavoro su vasta scala. Cominciò a preparare un tour di evangelizzazione in Gran Bretagna, nel momento in cui si rendeva conto che era troppo preso dai dettagli della sua chiesa e dall’ YMCA.

Ben presto si concentrò solo sul predicare e vincere le anime a Cristo, comprese che era arrivato il momento di favorire in modo maggiore solo l’evangelismo.

Moody iniziò la sua prima campagna oltreoceano lentamente nel 1873, con poco riscontro in York e Sunderland, Inghilterra. Ma in Newcastle le cose cambiarono. Le partecipazioni subirono un rialzo e Moody cominciò con successo ad inserire alcune novità: Una stanza appartata dove le persone che avevano risposto alla chiamata potevano essere consigliate; riunioni speciali incluse quelle per le donne e per i bambini; informazioni riguardanti i suoi impegni nelle varie chiese locali così i nuovi convertiti potevano invitare amici e parenti.

Successi più grandi l’aspettavano in Scozia. Durante i 5 mesi in Scozia i suoi messaggi erano brevi se paragonati ai sermoni ai quali le varie chiese locali del tempo erano abituate; egli presentava il Vangelo in modo semplice, con storie illustrate ed umoristiche per mantenere l’attenzione costante.

Moody presentava con efficacia anche l’ira di Dio, invitando così gli ascoltatori a meditare sulla bontà di Dio e sul Suo perdono.

Continuava comunque a chiamare il peccato “corrotto”, “nero” e “vile”. Fortunatamente, la caduta di Adamo ci ha rivelato “l’amore di Dio”, spiegava Moody. “Se il tuo peccato si mette davanti a te come una montagna scura, ricordati che il sangue di Gesù purifica da ogni peccato”.

I quattro mesi di Moody a Londra furono l’apice del suo tour in Inghilterra. La sua enfasi sull’amore di Dio era in contrasto con la condanna infernale degli evangelisti che lo avevano preceduto. “Egli esultava nella grazia gratuita di Dio,” citava un osservatore. “ La sua gioia era contagiosa. Gli uomini balzavano fuori dalle tenebre, entravano nella luce, e da quel momento cominciavano a vivere una vita cristiana”.

L’arte oratoria di Moody era potente, anche se il suo enunciare era indistinto e il suo ritmo veloce.

Suo malgrado , questo suo esprimersi in modo perentorio e categorico, condito con aneddoti, catturava immediatamente l’attenzione degli ascoltatori. Forse fu proprio questo stile rapido e mozzato che catturava l’attenzione delle folle le quali ascoltavano l’evangelista che li confrontava con il Vangelo.

Nel 1880, l’istruzione venne aggiunta come strumento per l’evangelismo… Moody fondò l’istituto Biblico di Chicago e la scuola secondaria di Northfield per preparare gli studenti al ministerio nelle città. Nel 1881 fondò la Mount Hermon School, una scuola per soli ragazzi, mentre il suo Seminario di Northfield per sole ragazze, costruito due anni prima, contava già 100 studentesse.

II suo lascito più importante fu l’istituto Biblico Moody (originariamente l’istituto biblico di Chicago), che ha mandato più di 6.000 missionari in terra straniera . L’evangelista sfidò i suoi sostenitori a raccogliere fondi fino a 250.000 $ per provvedere un fondo operativo che desse all’istituto l’opportunità di offrire un insegnamento gratuito. Egli era sicuro che Dio avrebbe provveduto i fondi necessari. “Dio non ha mai operato alcunché senza aver già provveduto agli uomini l’abilità di portarlo a compimento” disse ai suoi sostenitori nel 1886.

Qualsiasi fossero le sue mancanze, Moody infiammava i credenti con zelo per Cristo. Attraverso di lui, sette giocatori di cricket inglesi, tutti uomini di grande preparazione atletica, stato sociale e posizione finanziaria, dedicarono la loro vita alla missione in Cina.

I sette di Cambridge portarono molti altri studenti universitari a Cristo con il loro messaggio prima di imbarcarsi per la Cina. Uno di questi sette, C.T. Studd, fondò la Crociata per l’Evangelizzazione Mondiale, un comitato missionario a capo di circa un migliaio di missionari.

Più tardi Moody tenne una conferenza biblica a Northfield alla cui conclusione cento studenti si impegnarono per le missioni internazionali. Nel giro di un anno, più di duemila studenti si unirono per quello che sarebbe diventato il Movimento Volontario degli Studenti Cristiani per il servizio oltreoceano. Anche se Moody fu l’organizzatore del Movimento, egli lasciò ad altri la conduzione. “Il mio lavoro consiste nel cominciare a muovere le cose”, disse semplicemente.

E Moody, l’evangelista diretto ed esplicito, fece veramente muovere le cose nelle vite dei poveri, dei giovani e delle masse introducendoli al Vangelo.

Anni dopo la morte di Moody, suo figlio Paul scrisse come trovava meraviglioso “l’uso che Dio fece di lui malgrado le sue limitazioni”.

In Moody, Dio usò qualcuno che, malgrado i suoi limiti, era disposto a fondare scuole bibliche, ispirare missionari, e vincere migliaia di anime per Cristo.

LA SUA VITA: 1837- nacque a Northfield, Massachussets

1855 – conversione a Boston

1858 – organizza la scuola domenicale in Chicago.

1862- eletto membro di YMCA, sposa Emma Revell.

1863- visita in Gran Bretagna.

1871 – Grande incendio di Chicago. Distrutta la chiesa di Moody Ritorno in Gran Bretagna:

1885 – riunioni a Londra.

1875- prima grande Campagna Evangelistica negli U.S. New York.

1881- stabilisce le varie scuole di Northfield quinta visita in Gran Bretagna.

1886 – organizza il Movimento Volontario degli Studenti.

1887 –        organizza la Società di evangelizzazione di Chicago che apre l’istituto Biblico di Chicago nel 1889. (rinominato l’istituto Biblico Moody dopo la sua morte).

1893- conduce una campagna alla fiera mondiale di Chicago.

1899- muore a Northfield, Massachussets.