UNBROKEN

LA STORIA DI LOUIS ZAMPERINI – Il film “Unbroken” diretto da Angelina Jolie, narra le vicende dell’atleta americano Louis Zamperini. Partecipò alle Olimpiadi di Berlino, poi si arruolò nell’aviazione, precipitò con il suo aereo nell’oceano dove sopravvisse per 47 giorni e infine visse due durissimi anni nelle prigioni giapponesi subendo torture e umiliazioni. Nel dopoguerra, incontrò Cristo e diventò un predicatore del Vangelo. Successivamente incontrò e perdonò i suoi aguzzini. Angelina Jolie ha voluto mettersi dietro la macchina da presa per raccontare l’incredibile storia di questo giovane italo-americano, ma naturalmente il film racconta solo la prima parte della sua vita.  Il film, è ispirato alla biografia di Louis Zamperini, “Sono ancora un uomo”. Una storia epica di resistenza e coraggio scritta nel 2010 da Laura Hillenbrand.

Louis era nato a Olean (Stati Uniti) nel 1917, figlio di Anthony e Louise, immigrati italiani da Castelletto di Brenzone (Verona).  Trasferitosi con il resto della famiglia a Torrance in California nel 1919, frequentò la Torrance High School; in casa Zamperini si parlava italiano, e le conseguenti difficoltà con l’inglese avevano esposto il giovanissimo Louis alle angherie dei bulletti del quartiere. 

Ebbe un’infanzia e un’adolescenza molto turbolente.  Iniziò a fumare a 5 anni e a bere a 8 anni. Per evitare che Louis finisse nei guai, Pete – suo fratello più grande – lo fece entrare nella squadra di atletica della scuola. Louis si dedicò alla corsa, e al termine del suo primo anno si classificò al quinto posto in una corsa di 660 yard.

Nel 1934, Zamperini stabilì il record mondiale interscolastico del miglio e poi partecipò al campionato CIF California State vincendolo e ottenendo così una borsa di studio per la University of Southern California. Nel 1936, Zamperini decise di provare a qualificarsi per le Olimpiadi di Berlino partecipando ai Trials. Gli atleti dovevano pagarsi da soli viaggio e spese: per il viaggio gli andò bene perché suo padre lavorava nella ferrovia ed ebbe i biglietti gratis. Per le spese ci fu una colletta dei commercianti della sua città.

Nella finale olimpica arrivò solo ottavo ma ottenne il record di velocità nell’ultimo giro che percorse in soli 56 secondi, e si meritò l’ammirazione di Hitler che volle stringergli la mano. Al ritorno della spedizione in Germania era ingrassato di cinque chili, perché come si legge nella sua biografia, non riusciva a resistere davanti a tutto quel cibo gratis e riusciva a mangiare anche sette fette di torta a colazione più abbondanti porzioni di uova e bacon.
 

Nel 1940, svanito il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, cancellate a causa del secondo conflitto mondiale, fu arruolato come bombardiere nell’aviazione. Nel 1943 in un incidente aereo precipitò nell’Oceano Pacifico col suo B-24. Degli 11 uomini dell’equipaggio sopravvissero solo in tre: Louis,  Russel Allen Phillips e Francis McNamara. A bordo di una zattera gonfiabile dovettero affrontare le tempeste e la fame: si nutrivano solo di pesce crudo catturato usando come esche degli albatros. Il 34° giorno Mcnamara morì, gli altri due resistettero per 47 giorni, fino a sbarcare su una delle isole Marshall dove furono catturati dalla marina giapponese e deportati in una prigione militare comandata dal feroce sergente Watanabe soprannominato dai prigionieri “the bird, – l’uccello”, che lo sottopose a numerose umiliazioni e torture.

Dato prima per disperso in mare, poi dichiarato morto in azione, Louis Zamperini finita la guerra, tornò a casa, accolto come eroe di guerra. Sposò Cynthia, la ragazza dei suoi sogni. La vita dopo la guerra, tuttavia, non era semplice: cercando di dimenticare gli abusi subiti durante la prigionia giapponese, Louis iniziò a bere alcolici in maniera pesante.
Era perseguitato dagli incubi. Uno in particolare: strozzare un uccello, “the bird” l’aguzzino giapponese che lo aveva tormentato nei due anni di prigionia. Una notte, durante il suo ricorrente brutto sogno, Louis nel sonno mise le mani alla gola di Cynthia, che era incinta. La donna capì che per salvare il matrimonio doveva fare qualcosa.

Cynthia iniziò a frequentare i raduni dell’evangelista Billy Graham e, una volta a casa, parlava a Louis di pace e amore. Zamperini a lungo respinse le richieste della moglie di accompagnarla in quelle affollatissime riunioni cristiane. Poi, commosso dagli sforzi della sua donna, accettò. Fu la sua salvezza: nel 1949 si convertì al Signore e ritrovò la serenità, diventando a sua volta un portavoce della parola di Cristo, un predicatore del Vangelo. Viaggiò in lungo e in largo negli Usa e uno dei suoi temi preferiti era quello del perdono.

 Decise quindi di andare a trovare molti dei soldati che lo tenevano prigioniero durante la guerra per dimostrare loro di averli perdonati.  Nel 1950 si recò in Giappone per abbracciare ognuno dei suoi antichi aguzzini.
Ritornò a Tokyo nel 1997, all’età di 80 anni, e portò per un tratto la torcia olimpica in occasione dei Giochi olimpici invernali di Nagano 1998. In quell’occasione tentò di incontrare il suo più terribile aguzzino, Mutsuhiro Watanabe, ma quest’ultimo si rifiutò di vederlo. “The Bird” morì nell’aprile del 2003, senza chiedere perdono: “Non obbedivo a degli ordini. Ubbidivo ai miei sentimenti. Trattavo i prigionieri come nemici del Giappone” dichiarò alla Cbs, che lo aveva stanato a Tokyo in quel 1998.

Nel 2005 Louis tornò nello Stadio Olimpico di Berlino dove aveva corso circa settanta anni prima. Morì il 2 luglio del 2014 a Los Angeles a causa di una polmonite. Aveva 97 anni. Al suo funerale erano presenti Angelina Jolie, suo marito Brad Pitt, Draggan Mihailovich, un regista di Fox Sports, e Kyle Gauthier, che ha parlato di come Zamperini lo ha aiutato in un momento difficile della sua vita.