di Agostino Masdea – “Shekinàh” è una parola ebraica che non troviamo nella Bibbia, ma che i rabbini hanno estratto dalla radice ebraica “shakan” (Colui che dimora, Colui che abita). Dio ordinò a Mosè la costruzione del tabernacolo e fece questa promessa: “Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro” Esodo 25:8.
Israele, senza dubbio è una nazione unica: per prima cosa perché Gesù, il Messia, era ebreo, e poi perché, come scrive Paolo, a loro Dio ha affidato: “l’adozione, i patti, la gloria, la legge, il servizio e le promesse”. Romani 9:4
Quando Paolo dice “la gloria” non si riferisce ad un onore riservato ad Israele, ma alla Shekinàh, la gloria di Dio.
La Shekinàh accompagnò il popolo d’Israele in una nuvola di fumo e di fuoco dalle sponde del Mar Rosso fin nella terra di Canaan. Ma quando i tempi di Dio si compirono successe qualcosa di straordinariamente meraviglioso: “E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.” Giovanni 1:14:
Notate le parole: “abitato”, e “contemplato la Sua gloria”. Noi possiamo contemplare la Sua Gloria non perché possiamo elevarci fino a Dio, ma perché Dio si è abbassato fino a noi!
Noi possiamo vedere la Sua Gloria in tutto ciò che Gesù dice e fa, e infine possiamo “vivere” alla Sua gloria se anche noi facciamo ciò che Dio vuole che noi facciamo.
Dio desidera ancora manifestare la sua gloria… Ma non tutti possono vederla! C’è solo una categoria di persone che possono vedere la gloria di Dio. Sono coloro che credono! “Non t’ho io detto che se tu credi vedrai la gloria di Dio?”