“La santificazione”

Sermone predicato nella chiesa Evangelica di via Anacapri 26 – Roma – trascritto in forma integrale.  –    Alleluia! La comunione dei santi è una delle benedizioni che Dio ha riservato al Suo popolo e noi ci vogliamo rallegrare nel Signore. “Or l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente; e l’intero essere vostro lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del nostro Signore Gesù Cristo.”  (1° Tessalonicesi 5:23 )

 Il nostro soggetto è “la santificazione” perché questo è l’argomento che viene proposto da questo verso della scrittura.

La santificazione è una cosa molto importante. Non possiamo e non dobbiamo trascurarla. Un verso fra tutti, ci dà la dimensione di questa esperienza, “Procacciate pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore.

Se noi desideriamo vedere il Signore, vederlo lungo il corso del nostro pellegrinaggio; se noi desideriamo vedere il Signore, vederLo in quel giorno e vederLo per tutta l’eternità dobbiamo, lungo il cammino cristiano, procacciare la santificazione. Ma per procacciare la santificazione prima di tutto dobbiamo avere un concetto chiaro intorno a quelle risorse spirituali cristiane che sono necessarie per procacciare la santificazione.

Non dobbiamo pensare che basta possedere una cultura evangelica, una cultura religiosa, per procacciare la santificazione. La cultura in questi giorni si manifesta ad un livello sempre più elevato, nel seno della società ed anche in mezzo alla chiesa, ma la cultura quando è soltanto cultura non ci aiuta affatto a procacciare la santificazione.

C’è una parola nella scrittura che dovrebbe farci riflettere profondamente a questo riguardo ed è questa: “La conoscenza gonfia ma la carità edifica. Conoscenza! Cognizioni! Capacità polemiche! Cultura in generale! Quante volte ho potuto constatare che esistono denominazioni morte, ma che culturalmente stanno molto più avanti di noi; e quante volte ho incontrato dei sedicenti credenti privi di ogni esperienza spirituale, ma forniti di una grande cultura teologica.

La cultura non basta, la cultura non è da sé stessa una forza per farci procacciare la santificazione: come non è una forza quella della nostra decisione, della nostra determinazione umana.

Abbiamo un’esperienza prolungata a questo riguardo perché credo che tutti, tutti indistintamente, prima di conoscere la grazia del Signore, abbiamo avvertito in qualche periodo della nostra vita li desiderio di correggerci e di essere migliori. Abbiamo fatto propositi, in certe circostanze abbiamo promesse, ma i propositi sono crollati e le promesse sono state tradite, perché?

Perché ci siamo ritrovati proprio in quella condizione che l’apostolo Paolo descrive tanto vivacemente nel capitolo 7 dell’ epistola ai Romani.

…Volevamo!…Volevamo!…Volevamo! …Ma non potevamo!…Non potevamo!…E non potevamo! …E non possiamo neanche oggi!  Con le nostre capacità umane, con la nostra decisione naturale noi non possiamo progredire, nelle vie dello spirito!

Non possiamo percorrere il sentiero della santità, e non possiamo neanche percorrerlo sotto la spinta delle leggi, dei regolamenti. Qualche volta si dice, e forse non è sbagliato dirlo, è indispensabile intensificare la disciplina – e in realtà nel seno di una comunità è necessario applicare una disciplina – ma ricordiamoci bene e ricordiamoci sempre, che non sarà il regolamento della chiesa: non saranno le norme della comunità; non saranno le leggi che potranno essere anche sancite a carattere organizzativo, a carattere nazionale, a santificare il credente o a santificare la chiesa.

Infatti l’apostolo Paolo scrivendo ai Tessalonicesi dice “L’Iddio della pace vi santifichi”; perché soltanto l’’Iddio della pace può santificare, e l’Iddio della pace ha i mezzi, gli strumenti che sono necessari per la nostra santificazione. Ha la Sua parola, che non è cultura intellettuale, ma è potenza spirituale “Le mie parole sono Spirito e verità” diceva il Signore Gesù e quelle parole continuano ad essere Spirito e vita e continuano a possedere una potenza dinamica capace di santificare la nostra vita.

Gesù nella preghiera detta “sacerdotale”chiese al Padre:”Padre santificali nella Tua verità, la Tua parola è verità” e quindi avrebbe potuto dire direttamente: Padre santificali nella tua parola! Quella parola che è come una spada a due tagli, che raggiunge la divisione dell’anima e dello Spirito, che penetra fino al midollo delle ossa, che è giudice dei pensieri e delle intenzioni del cuore!

Quella parola che è capace di spogliare e di rivestire!…. Di ferire e di guarire! D’illuminare e di condurre!… E’ la Parola di Dio! Quando la parola giunge nel profondo del cuore e viene ascoltata, ricevuta e ritenuta, non come parola d’uomo- ma siccome veramente è parola di Dio – opera efficacemente in noi.

Paolo nell’epistola ai Romani capitolo 1 verso16 afferma “Io non mi vergogno dell’Evangelo di Gesù Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” e quante volte abbiamo sottolineato il fatto che, nel testo greco quel termine tradotto potenza è “dunamis”: la dinamite di Dio, il dinamismo di Dio, la dinamo di Dio! Possiamo fare le più diverse applicazioni ma per giungere sempre alla medesima conclusione.

Nell’Evangelo, nella Parola di Dio c’è la potenza! Una potenza santificante!…Una potenza trasformatrice!…Una potenza capace di modellare il nostro carattere, alla conformità del carattere di Cristo!

E’ vero, noi diciamo che Iddio santifica mediante l’opera della grazia; ma è proprio nell’opera della grazia, che noi riceviamo quella Parola che è Spirito e Vita. E’ proprio nell’opera della grazia, che noi realizziamo la virtù benedetta dello Spirito Santo in noi!

Lo Spirito Santo in quanto Santo, è santificante! Dobbiamo correggere certe idee che abbiamo intorno a questo soggetto spirituale. Certe idee che ci fanno concludere che lo Spirito Santo è solo euforia, è solo gioia, è solo esuberanza, è solo lingue, è solo interpretazioni.

Nell’epistola ai Galati al capitolo 5, se non sbaglio, verso 22 l’apostolo Paolo ci parla del frutto dello Spirito. Dallo Spirito viene l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la gentilezza, la bontà, la fede, la mansuetudine, l’autocontrollo! ……La santità!!!

Quindi lo Spirito Santo compie un’opera di santificazione, di profonda santificazione nella nostra vita!

Quando sento testimoniare di un battesimo nello Spirito Santo io, istintivamente, mi pongo in osservazione…perché? Perché lo Spirito Santo quando satura la nostra vita, trabocca dalla nostra vita, è potente nella nostra vita; ci dà anche la gioia, anche l’allegrezza, ma compie essenzialmente un’opera di santificazione.

Iddio ha gli strumenti adatti per santificare, ecco perché dobbiamo abbandonarci fra le sue braccia, umiliarci sotto la Sua potente mano ed Iddio santifica a mezzo dell’opera del Ministero, e soltanto su questo particolare ci sarebbe tanto da dire. Perché nell’opera del ministero noi non dobbiamo individuare soltanto l’attività, il servizio, di coloro che sono stati chiamati alla predicazione; ma dobbiamo individuare ogni manifestazione dello Spirito compiuta per l’edificazione della chiesa! Quando diciamo che l’opera del ministero ha come finalità l’edificazione del corpo di Cristo, così è scritto nella epistola agli Efesini capitolo 4, noi affermiamo che il ministero è usato da Dio per santificare la chiesa!

No!…Non è usato da Dio per interessare la chiesa!…Per dare spettacolo alla chiesa!…Tanto meno è stato istituito da Dio per dare prestigio ai ministri, ai predicatori!…No!…Il ministero è stato istituito da Dio per edificare il corpo di Cristo. Il ministero ha un ben preciso compito nel programma divino ed è quello di santificare la chiesa e di santificare i credenti!

Si!…”l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente”, e noi dobbiamo farci santificare da Lui, perché solo Lui ci può santificare e solo Lui ci può santificare completamente!

Sappiamo che il Signore vuole le opere compiute, è vero? Non può accettare le opere a metà. Come non può accettare le offerte a metà e la consacrazione a metà.

“Io non ho trovato le opere tue compiute nel cospetto dell’Iddio mio”, così troviamo scritto nell’Apocalisse.

E’ una parola severa, che ci chiama alla realtà della vita spirituale e ci responsabilizza nel cospetto di Colui che ci ha chiamati alla Sua grazia. Non per vivere superficialmente, non per scendere al compromesso o per zoppicare da ambedue i lati, come diceva il profeta Elia; ma per camminare integralmente, rettamente nella Sua volontà, nelle sue vie e solo il Signore ci può santificare completamente. Può rendere perfette le opere nostre e calda la nostra vita.

Non ricordo se è stata domenica, o qualche altro giorno, che ci siamo fermati a considerare quel verso che tante volte abbiamo considerato: “tu non sei né freddo e né fervente, sei tiepido; e perché sei tiepido, io ti vomiterò fuori dalla mia bocca!”

Abbiamo appunto detto che tiepido è colui che ha disperso il calore che aveva, come tiepido è colui che non ha mai raggiunto il calore che doveva raggiungere.

In un caso e nell’altro, qualcuno che si trova a metà e quelli che si trovano a metà si trovano lontani da Dio, perché Iddio accoglie quelli che si trovano in cima, che si trovano nella Sua volontà, in armonia con il Suo piano benedetto! Ecco perché Iddio, e Iddio soltanto, deve santificarci perché Egli compie un’opera completa,…non a metà!

Colui che ha incominciato l’opera buona in noi è capace di portarla a compimento!…E la vuole portare a compimento e quando tende le Sue mani verso la nostra vita, lo fa per prenderci intieramente! – Nelle tue mani tienmi o Signor, ogni difetto fa scomparir-…lo cantiamo,…vogliamo essere l’argilla e il Signore è pronto a raccogliere questa preghiera; ma quando la raccoglie non prende solo il nostro corpo, ma insieme con il nostro corpo prende e vuol prendere l’anima e lo spirito.

Una santificazione che non sia solo esteriore, come non sia solo interiore. Una santificazione che non riguardi solo l’anima, come non riguardi solo lo spirito. Una santificazione che deve investire la sfera del nostro pensiero, delle nostre parole, dei nostri comportamenti.

Il Signore ci vuole intieramente santi! Dobbiamo essere santi nell’attitudine interiore, nelle nostre tendenze, nei pensieri della nostra mente; purificati dal Sangue di Gesù, ma anche dalla Parola di Dio, anche dalla potenza dello Spirito di Dio. I nostri sentimenti…resi luminosi dall’insegnamento che giunge a noi, per operare dentro di noi!…Le nostre parole!…Le nostre parole!

In questi giorni il nostro linguaggio deve essere veramente disciplinato dallo Spirito di Dio….Quante parole stolte!…Quante parole inutili!…Quante parole mondane!…Quante parole frivole!…Quante parole peccaminose!

Non parlo del mondo, il mondo ha elevato a sistema addirittura la bestemmia! Parlo del popolo di Dio:”Siano le vostre parole poche- dice l’apostolo – e se ve ne è alcuna buona, ad edificazione affinché conferisca grazia agli ascoltanti… Si!…Se alcuno parla, parli come gli oracoli di Dio”. E’ soltanto Iddio che può santificare in questo modo! E’ soltanto Dio che può mettere un freno alla nostra alla nostra lingua, alle nostre labbra! Cari nel Signore!

Nessun uomo lo può! L’apostolo Giacomo lo afferma solennemente, nessun uomo può! “L’uomo che riesce a tenere a freno la sua lingua dove si trova? Egli allora è capace di tenere a freno tutto il suo corpo”. Ma quello che l’uomo non può con le sue forze, con le sue capacità, con la sua cultura religiosa, Iddio lo può con la potenza della Sua grazia.

Dello Sposo è scritto nel Cantico dei Cantici “le tue labbra sono un filo tinto in i scarlatto” e la stessa cosa è scritta della sposa. Veramente sulle nostre labbra dovrebbe esserci il sangue del Calvario, quel sangue che purifica; ma i nostri comportamenti, le azioni della nostra vita! Iddio compie un’opera completa in quest’operazione santificante e noi dobbiamo infatti ricordarci che cos’è “santificazione” è vero?

Santificazione è il cammino da una santità relativa ad una santità assoluta, e voglio anche su questo punto, chiarirmi meglio.

Quando noi siamo stati raggiunti dalla parola di Dio, dalla grazia di Dio siamo stati liberati dal mondo, dal peccato, dai nostri vizi; ma quando ci siamo esaminati coscienziosamente, onestamente e in umiltà alla luce della parola di Dio, abbiamo constatato che in noi c’erano ancora tanti difetti, tante imperfezioni. L’abbiamo sentito ricordare anche in questa sera, a mezzo della preghiera, ma il Signore ci chiama a raggiungere un traguardo, e qual’è il traguardo? Egli ci chiama ad essere simili a Gesù Cristo, il Suo Figliolo!

Noi siamo partiti dall’opera della grazia e dobbiamo arrivare a questo traguardo. In mezzo c’è un cammino, percorrere questo cammino significa santificarsi. Questa è “santificazione”! Alleluia! Gloria al nome del Signore!

Quindi rappresenta lo spogliamento di noi stessi ed il rivestimento delle virtù di Cristo. L’eliminazione di tutto ciò che è male o la separazione da tutto ciò che è peccato, per l’acquisizione di tutto ciò che è bene alla gloria di Dio, per piacere a Dio!

E’ uno spogliare continuamente, costantemente, le opre della carne del presente secolo, le opere che appartengono alla vanità del mondo, per rivestire con altrettanta fedeltà e costanza le caratteristiche del figlio di Dio, le virtù del cielo, cari nel Signore!

Quelle cose che appartengono alla natura stessa di Dio! Questa è “santificazione”! E questa santificazione può essere compiuta soltanto da Dio, e Dio la vuol compiere, ma quando l’apostolo Paolo, scrivendo queste parole, parole di affetto, parole di amore cristiano ai credenti dice: “L’Iddio della pace vi santifichi egli stesso completamente” che cosa vuol fare? Esprimere soltanto un auspicio, un augurio diremo noi! No! Egli vuole esprimere anche una esortazione, perché dobbiamo ricordarcelo, ancora un’altra volta in questo momento, Iddio è fedele per compiere tutte le promesse, è pronto per compiere tutta l’opera benefica che Egli ha dichiarato di voler compiere nella nostra vita; ma Egli non fa nulla senza la nostra disponibilità. Non fa nulla senza che noi ci arrendiamo nelle sue mani.

Torno al Cantico che ho ricordato poco fa – nelle tue mani tieni Signor-, ma basta cantare questo cantico? Imparare sempre meglio la melodia e le parole di questo inno, no! Possiamo anche dimenticarlo il cantico, e se non conosciamo la musica e non sappiamo leggere, in ultima analisi non importa niente! Quello che importa è che ci abbandoniamo nelle mani del Signore, che ci arrendiamo all’opera che Egli vuol fare per noi; e per Lui; che gli diamo tutto lo spazio che Egli aspetta nella nostra vita! Affinché l’opera Sua progredisca, progredisca per la Sua gloria, e per la nostra benedizione.

Fratelli, sorelle, non c’è benedizione lontano dalla santificazione! Noi cerchiamo i surrogati e tanti cercano i surrogati e le sostituzioni, ma cari nel Signore quante volte ve l’ho ripetuto; i metodi psicologici, organizzativi rappresentano dei palliativi.

Noi abbiamo bisogno della grazia di Dio, della potenza di Dio, e delle benedizioni di Dio e se vogliamo realizzare queste meravigliose realtà, dobbiamo vivere nella Sua volontà, cioè ci dobbiamo lasciare santificare da Lui e santificare interamente: anima, corpo e spirito per essere una persona intera nella Sua mano benedetta ora e per tutta l’eternità.