LA RISCOPERTA DELLO SPIRITO

di JIM CYMBALA  –  Non mi aspettavo che lo Spirito Santo si unisse a me per pranzo, eppure è esattamente ciò che accadde.  Mia moglie Carol era fuori città, così andai in un piccolo bar che mi piace a Long Island. Trovai un tavolo tranquillo contro il muro, ordinai la mia solita insalata e mentre gustavo il mio salutare pranzo iniziai a leggere. Sono abbonato al New York Times sul mio Kindle, e avevo già letto diverse storie quando un titolo attirò la mia attenzione: ‘L’odio avviluppa i cristiani in Pakistan’. A quel punto ero già alle prese con la mia insalata, ma posai la forchetta e lessi l’articolo:

“I muri neri e grumosi della camera da letto della famiglia Hameed parlano di un crimine inenarrabile. Sette membri della famiglia sono morti qui sabato, sei di loro bruciati vivi da una folla che ha fatto irruzione nella loro casa uccidendo il nonno con un colpo di arma da fuoco, solo perché cristiani. La famiglia si era riunita in camera da letto, parlando a bassa voce con le schiene premute contro la porta mentre la folla li derideva. “Dicevano: ‘Se uscite vi ammazziamo’”, ha detto Ikhlaq Hameed, 22 anni, che è fuggito. Fra gli uccisi c’erano due bambini, Musa, 6 anni, ed Umaya, 13”.

L’articolo descriveva la violenza di una folla di ventimila musulmani che era durata otto ore a Gojra, Pakistan, un’area in cui i cristiani rappresentano meno del cinque per cento della popolazione. Oltre ai membri assassinati della famiglia Hameed, venti cristiani erano stati feriti e la folla aveva bruciato e vandalizzato un centinaio di case di cristiani, in alcuni casi spazzando via anche i membri della famiglia.

Perché?  Il giorno precedente, i cristiani presenti ad un matrimonio in un villaggio vicino erano stati accusati di aver bruciato un Corano. I pubblici ufficiali che investigarono la cosa avevano dichiarato che le accuse erano false, ma i leader religiosi locali si erano serviti della notizia per aizzare i musulmani contro la minoranza cristiana.

Gli Hameed, una famiglia cristiana, non erano coinvolti in niente di tutto questo. Stavano solo facendo colazione a casa loro quando la folla si era riunita lì vicino. Quando il nonno aveva aperto la porta per vedere a cosa fosse dovuto il frastuono, la folla di musulmani si era riversata all’interno. Gli Hameed avevano tentato di rifugiarsi in una stanza sul retro mentre la folla entrava e distruggeva la casa prima di appiccarvi il fuoco.

LO SPIRITO SI MUOVE IN ME

Non riuscivo a credere a quello che leggevo. Il maltrattamento dei cristiani passa spesso inosservato dai mezzi di comunicazione nazionale, ma questa storia era nel New York Times. Cercai in altri giornali informazioni aggiuntive e appresi che a quanto sembrava la polizia pachistana se ne era stata in disparte mentre il massacro era in corso. La cosa che più mi toccò fu il commento di uno dei sopravvissuti. Disse che non avrebbe fatto rappresaglia perché la Bibbia gli aveva insegnato a pregare affinché i suoi nemici vedessero la luce. Cominciai a pregare per i cristiani in Pakistan, ma mentre pregavo cominciai a piangere e dovetti voltare la faccia

Mi preoccupavo che altri nel bar vedessero le mie lacrime e si domandassero cosa c’era che non andava. Che tragedia! Non riuscivo ad immaginare la sofferenza che quelle persone stavano sopportando solo per la loro fede in Gesù. Sentii un forte legame con loro, con quei fratelli e sorelle che non conoscevo personalmente ma con i quali un giorno avrei trascorso l’eternità.

Come il signor Hameed, sono un cristiano e un nonno ma le somiglianze finiscono qui. Non ho mai aperto la porta ad una folla inferocita tentando di proteggere la mia famiglia dai vandali. Non ho mai guardato la mia famiglia morire mentre tentava di sfuggire al fuoco della nostra casa in fiamme. Non ho mai sofferto violenza fisica a causa della mia devozione a Cristo.

Sentii un forte legame con loro, con quei fratelli e sorelle che non conoscevo personalmente ma con i quali un giorno avrei trascorso l’eternità. Potevo solo tentare di immaginare il modo in cui quelle circostanze avrebbero messo alla prova la loro fede. O la mia fede.

Qui in America, noi credenti vediamo la nostra fede messa alla prova da cose sciocche, come il traffico bloccato o un’auto che non parte. La verità è che siamo tutti viziati, me compreso. Io ho avuto così tanto e loro così poco; la nostra vita e le nostre esperienze sono lontane anni luce. Eppure in quel momento sentivo il grande peso di aiutarli. Ma come? Non conoscevo nessuno in Pakistan. Ero solo un semplice uomo che pranzava da solo in un bar di Long Island.

Lo Spirito Santo aveva toccato il mio cuore in un modo insolito, e non riuscivo a smettere di pregare per loro. Signore, sii con il tuo popolo. Aiutali a trovare cibo, lavoro, un tetto sulla testa e un letto in cui possano riposarsi. Confortali nel loro dolore. Proteggili. Custodisci la loro mente – non permettere che perdano la fede per via della violenza commessa contro di loro.

Pregai finché non seppi più per cosa pregare. Quando ebbi finito sentii di aver fatto tutto ciò che potevo fare, eppure la loro tragedia rimaneva nel mio cuore come un peso.

Per tutta quella giornata di lunedì e la maggior parte del giorno seguente mi occupai dei miei affari, ma la mia mente tornava spesso a quelle persone e, ogni volta che lo faceva, intercedevo per loro pregando. Un uomo vendeva grano con un carretto, ma la folla glielo aveva bruciato insieme ad una cassapanca per la dote di sua figlia. Dove mai avrebbe trovato lavoro, ora che gli attrezzi della sua attività non c’erano più? Le famiglie si ritrovavano

improvvisamente senza casa e per la strada, in cerca di un posto in cui vivere. I membri della loro chiesa non potevano nemmeno soccorrerli perché anche un centinaio di altre case erano state date alle fiamme e saccheggiate. Solo Dio poteva aiutarli a superare simili dolori e perdite.

LO SPIRITO UNISCE DUE MONDI.

Ogni martedì sera il Brooklyn Tabernacle tiene un incontro di preghiera. Quella sera seguente, mentre stavo seduto in prima fila a cantare e pregare con la mia famiglia di chiesa, non riuscivo a togliermi dalla mente quei credenti pakistani. Nel mio spirito c’era qualcosa di scombussolato. Sentivo che dovevo fare qualcosa di più; solo non sapevo che cosa.

Ad un certo punto dell’incontro mi alzai. “Il mio cuore ha un peso per una cosa”, dissi alla chiesa. “Non riesco e scacciarlo, e voglio condividerlo con voi. Poi pregheremo. Non so cos’altro fare”. Tirai fuori il mio Kindle e mi preparai a leggere. “Siamo molto lontani dal Pakistan, e la maggior parte di noi probabilmente non ci andrà mai, ma sentite questo…”.

Mentre leggevo l’articolo, potevo avvertire il dolore della congregazione al pensiero di una madre e di suo figlio bruciati vivi per la loro fede. Come avevo fatto io, si addolorarono per quei cristiani che avevano perduto membri della famiglia, case e lavoro.

“Preghiamo subito”, dissi dopo aver terminato l’articolo. “Dio ha detto che nel giorno dell’afflizione dobbiamo gridare a Lui ed Egli ci risponderà. Alziamoci e mettiamoci in gruppi di tre o quattro per tutta la sala. La Bibbia dice anche che il Signore è ‘il Dio di ogni consolazione’. Chiediamo al nostro Padre di ministrare a quei preziosi credenti dall’altra parte del mondo”.  Immediatamente la sala si riempì di voci ferventi, il sacro suono di uomini e donne che gridavano al nome del Signore.

Sono persuaso del fatto che gli incontri di preghiera del martedì sera al Brooklyn Tabernacle siano il motore spirituale che fa funzionare la chiesa. Io e mia moglie cominciammo da lì più di trentacinque anni fa con una manciata di persone la domenica e meno di una manciata al martedì sera. Ma ora, dopo anni, erano presenti almeno millecinquecento persone. Alcune di esse erano arrivate con due ore di anticipo per partire con un certo vantaggio davanti al trono della grazia.

Presi per mano alcuni uomini in prima fila e unimmo la nostra voce alla loro. Ma quando la preghiera ad alta voce stava terminando ed io stavo già pensando di passare alle offerte, la mia mente si trovò ancora alla ricerca di qualcos’altro che avremmo potuto fare. Signore, abbiamo pregato nel modo migliore possibile per noi. C’è qualcos’altro che dovrei fare? È il momento dell’offerta; sarebbe fantastico se potessimo inviare loro del denaro. Forse possiamo dedicare una parte delle offerte di stasera per aiutare quei credenti? Ma Dio, a chi li mandiamo? Non conosco nessuno in Pakistan. Non conosco nemmeno nessuno che conosce un cristiano laggiù. Lo dico alle persone? E se poi non riesco a far arrivare i fondi dove sono necessari? O Dio, dammi una direzione. Guidami nelle cose che dovrei fare.

Finii di pregare e tornai sul pulpito. “Accomodatevi”, dissi. Mentre aspettavo che si sedessero, Craig, uno dei responsabili della nostra chiesa, si precipitò lungo la corsia centrale agitando le braccia per attirare la mia attenzione. Spensi il microfono per riuscire a sentire quello che doveva dirmi.

“Pastore, c’è una donna seduta in fondo – viene dal Pakistan”. Una donna del Pakistan nella nostra Chiesa in centro a Brooklyn al martedì sera? “Falla venire qui”, dissi a Craig. Craig la portò avanti e, di fronte a tutti, con il microfono ancora spento, parlai un po’ con lei.

“Eri mai stata qui prima?”, le domandai. “No, è la prima volta”. “E vieni dal Pakistan?” “Sì, mio marito è un pastore laggiù. Mio marito e mio cognato sono stati fra i primi cristiani di fuori ad essersi recati a Gojra per portare aiuto”. “Cosa?”  “Sì, sono là in questo momento”.

Immaginate, in quel preciso momento suo marito si trovava nella città per cui stavamo pregando! Stava lavorando con altri rappresentanti per portare aiuto alle famiglie che avevano perso i loro cari e la casa. Quella era la prima volta che visitava il Brooklyn Tabernacle, proprio la stessa sera in cui avevo spontaneamente chiesto alla chiesa di pregare per i cristiani di Gojra, in Pakistan.

Condivisi quello che aveva detto con i membri della chiesa. Ci fu un udibile sussulto, poi la sala si riempì di un senso di meraviglia e stupore sovrannaturali, mentre le persone cominciavano a ringraziare spontaneamente Dio per questa donna, suo marito e il loro ministero.

Io ero scioccato. La chiesa era scioccata. La donna era scioccata.  Avevamo gridato a Dio affinché provvedesse un qualche mezzo per confortare ed aiutare i coinvolti in questa catastrofe, e nel giro di pochi minuti avevamo scoperto che Dio ci aveva preceduti.

Facemmo una colletta per i cristiani perseguitati in Pakistan, raccogliendo migliaia di dollari per i credenti pachistani. Diedi istruzioni a Steve, il nostro responsabile delle finanze, di controllare i dettagli della storia di quella donna e contattare suo marito. Tutto corrispondeva, e il marito sembrava essere davvero un uomo di Dio. Più tardi quella settimana, un altro membro della nostra chiesa venne a sapere quanto era accaduto all’incontro di preghiera. Si fece avanti e firmò un assegno da diecimila dollari, che si aggiunse a quanto avevamo già raccolto. Inviammo il denaro a Gojra il più rapidamente possibile.

NON PERDERE LA BENEDIZIONE.

Questo genere di storia ti sembra strano? Sei mai stato coinvolto in un simile piano divino? Forse tutto questo ti sembra difficile da credere. Forse pensi addirittura che sia il genere di storia che i pastori raccontano, ricamando sui dettagli per fare più effetto. O peggio ancora, magari pensi che me la sia inventata.

Ma è successo. E non dovrebbe sorprenderci. Non era altro che lo Spirito Santo che guidava una persona, e una chiesa che ha pregato e inviato aiuto a credenti sofferenti dall’altra parte del mondo. Nessuno ha dovuto pensarci o     organizzare la cosa né, tanto meno, se ne è attribuito il merito.

Seduto in quel bar a leggere dei cristiani in Pakistan avevo sentito da parte di Dio un peso per loro, anche se non li conoscevo. In quel momento non avevo idea di quello che sarebbe successo nei giorni seguenti; ero solo toccato dalla loro sofferenza e frustrato perché non potevo aiutarli.

Ora capisco perché il mio cuore era stato tanto toccato dalla loro situazione. Se avessi ignorato il profondo senso di compassione per i pachistani che lo Spirito Santo aveva suscitato in me, se avessi ignorato la spinta dello Spirito a pregare, il contatto che Dio aveva programmato per quel martedì sera fra la nostra congregazione e i credenti pachistani non si sarebbe mai verificato.

Che perdita sarebbe stata, se le persone di Gojra non avessero mai ricevuto il nostro aiuto finanziario. Ma che perdita ancora più grande sarebbe stata per me, e per il nostro incontro di preghiera, se non avessimo sperimentato l’opera dello Spirito Santo in un modo così profondo e radicale. Dio si era fatto avanti, compiendo qualcosa che era “infinitamente di più di quello che domandiamo o pensiamo” (Efesini 3:20). Egli è quel genere di Dio spettacolare che risponde alle preghiere, e avremmo potuto perdercelo.

Era stato emozionante far parte di qualcosa di così meravigliosamente orchestrato e sincronizzato da parte dello Spirito Santo. Ma quel genere di sconvolgimenti dello Spirito Santo non dovrebbero apparirci scioccanti se leggiamo con attenzione il nostro Nuovo Testamento. Esempi dell’opera dello Spirito Santo compaiono spesso nei racconti della chiesa primitiva. Sfortunatamente, molti di noi oggi si sono abituati a fare a meno della potente presenza dello Spirito Santo nella nostra vita e nelle nostre chiese.

Considera queste domande schiette: Quanti cristiani soffrono di una vita spirituale arida e meccanica? Quanti servono un Gesù che conoscono dalla Bibbia, ma che non è una realtà viva della loro esperienza? E ci domandiamo mai perché gli interventi dello Spirito Santo sono così rari nelle nostre congregazioni?

Potrebbe essere che stiamo perdendo alcune meravigliose benedizioni programmate per la nostra vita e per le nostre chiese perché non abbiamo una conoscenza adeguata della persona e dell’opera di Dio, lo Spirito Santo?

LO SPIRITO SANTO È L’AGENTE DI DIO SULLA TERRA, EPPURE È IL MEMBRO DELLA TRINITÀ MENO COMPRESO.

Lo Spirito Santo è l’agente di Dio sulla terra. Eppure, è il membro della Trinità meno compreso, meno predicato e meno discusso. E questo è triste perché senza di Lui la nostra vita spirituale diventerà sempre una battaglia arida e meccanica. Ecco perché sono felice che tu stia cominciando questo studio sullo Spirito Santo. Non mi viene in mente nient’altro che potrebbe cambiare la tua vita di preghiera, il tuo studio della Parola di Dio e la tua esperienza di adorazione durante la lode in chiesa se non invitare lo Spirito ad unirsi a te in un modo nuovo.

Nelle pagine che seguono imparerai di più su chi è lo Spirito Santo, cosa accade quando si muove e come puoi arrenderti alla Sua guida. Lungo la strada incontrerai alcune persone radicalmente trasformate, le cui storie sono così potenti che ho voluto le ascoltassi dalle persone direttamente coinvolte – con le loro parole e nei loro capitoli. Esiste soltanto una cosa più potente di vedere lo Spirito muoversi nella vita di qualcuno, ed è vederLo operare nella tua.

Se desideri potenza, sicurezza, gioia, pace e più amore nella tua vita, chiedi allo Spirito di venire a fare qualcosa di nuovo in te. Forse ti sorprenderai quando lo Spirito Santo verrà a pranzo con te, come ha fatto con me quel giorno in quel bar di Long Island. Ma ti prometto che quando lo farà, la tua vita spirituale smetterà di essere arida e meccanica. Invece, verrà riempita di stupore per la potenza dello Spirito e di meraviglia per la bontà di Dio.