di Agostino Masdea – “…Che cosa richiede da te il Signore”? Michea 6:8 – Nei versi che precedono il nostro testo vediamo che tanti si aspettano di ottenere il favore di Dio facendo o offrendo dei sacrifici e compiendo opere meritorie. Parlano come se volessero intavolare una trattativa con Dio. “Signore, ti basta una pecora, oppure un vitello, o pretendi un intero gregge o un’intera mandria? Devo offrirti un migliaio di litri di olio d’oliva e forse esigi che ti offra il mio primogenito in sacrificio? Se facessi questo otterrei di più”?
Ecco la religiosità nelle sue espressioni peggiori. Nella religione basata sulle opere, non importa quanti aderenti conti, non riuscirai mai a fare abbastanza, le tue opere non saranno mai sufficienti e il sacrificio che offri non basterà mai. Insomma non arriverai mai a ricevere il premio perché i punti che accumuli non saranno mai sufficienti.
Il problema per queste persone è che Dio, allora come oggi, non gradisce e non chiede nessun sacrificio. La religione dice: se fai questo o quest’altro potrai guadagnarti il favore di Dio, se versi una certa somma sul nostro conto, Dio ti benedirà. Il mondo religioso pullula di predicatori e libri che promettono prosperità, guarigione e benedizioni in cambio di un’offerta in denaro.
“Fai un’offerta, semina questa o quella somma sul terreno della fede (che in pratica significa mandali a noi) e Dio lo vedrà, e quando ti troverai nel bisogno o sarai malato si ricorderà e risponderà alle tue preghiere”. Che aberrazione!
Se vuoi che Dio gradisca la tua offerta la motivazione non deve essere mai l’interesse, ma la gratitudine. Maria di Betania non offrì quel profumo costosissimo prima che il fratello resuscitasse, ma dopo il miracolo. Non c’è nulla che possiamo fare per meritare qualcosa. Tutto ci viene donato per la Sua meravigliosa grazia!