DIMOSTRARE LA FEDE

di Agostino Masdea  –  “Ma vuoi renderti conto che la fede senza le opere è morta?” Giacomo 2:20  –  Le parole di Giacomo, nel corso dei secoli, hanno destato molte perplessità e sono state oggetto di dispute e controversie. Questo perché alcuni, intrepretando in modo errato le sue parole, hanno pensato che fossero in contraddizione con la dottrina della salvezza per mezzo della fede; in particolare con gli insegnamenti dell’apostolo Paolo.  

Giacomo godeva di enorme rispetto nella chiesa primitiva, per la sua vita santa, forse anche per il fatto che era uno dei fratelli di Gesù. Nella sua lettera usa un linguaggio molto pragmatico e diretto. Naturalmente non c’è nessuna contraddizione nei concetti che egli  esprime riguardo alla fede e alle opere con quelli espressi dall’insegnamento dell’apostolo Paolo.

Paolo si concentra sulla fede come mezzo di giustificazione per riconciliarsi con Dio e parla della fede che precede la salvezza. Giacomo invece si focalizza sulle opere che seguono la salvezza e alle quali conduce la vera fede.

 “La fede senza le opere è morta.” Cioè non ha nessun valore! Non serve avere tutta la conoscenza delle scritture, essere ortodossi e intransigenti nella dottrina, essere il grado di argomentare sulle questioni più difficili della Parola, se tutto questo non si concretizza poi in azioni pratiche e in un cristianesimo operante.

È questo che intendeva Gesù nel sermone della montagna, quando disse: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore” entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.

Paolo stesso nella lettera agli Efesini dice che siamo stati “creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo”. Dobbiamo quindi avere un cuore puro e vivere una vita santa, dimostrando amore, generosità e altruismo nei confronti del prossimo, ricordando che Gesù prima operava e poi insegnava.