COSA DEVO FARE? 

 di Agostino Masdea  –  La richiesta del carceriere di Filippi, la cui storia troviamo nel capitolo 16 del libro degli Atti, rappresenta un autentico grido, una invocazione di aiuto. Quando qualcuno grida per aiuto vuol dire che c’è un pericolo imminente: un uomo sta annegando, una donna è circondata dalle fiamme, qualcuno sta per precipitare in un burrone… allora si cerca aiuto.   

Lo stesso grido sembra salire da ogni angolo della terra a causa dei mille problemi che oggi il mondo deve fronteggiare. Attentati, terrorismo, paura ed incertezza per il futuro, pandemie, criminalità, tensioni sociali, violenza nelle strade e nelle famiglie, e la minaccia di una guerra nucleare. Chi ci può salvare?

Quel povero carceriere rappresenta tanti uomini che si trovano sulla soglia della disperazione. Non vedono nessuna soluzione, nessuna via d’uscita.

Paolo e Sila erano stati incarcerati e affidati alla sua custodia in quella prigione. La Bibbia ci dice che intorno a mezzanotte, invece di dormire, cantavano e pregavano a voce alta, e tutti gli altri carcerati li udivano.  

La presenza di Dio era lì, tant’è vero che nessuno protestava o chiedeva loro di tacere. Improvvisamente un grande un terremoto scosse le fondamenta della prigione. “Tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero”.

Il carceriere, sconvolto e disperato, pensando che fossero fuggiti, stava per suicidarsi. Paolo lo fermò: “non farti alcun male perché siamo tutti qui…”. Quell’uomo rimase ancora più sconvolto e compunto nel cuore disse: “cosa devo fare per essere salvato?”

La risposta fu semplice: “credi nel Signore Gesù che sarei salvato tu e la tua casa!” Cristo era lì! Egli era ed è la soluzione. Se anche tu ti stai chiedendo “cosa devo fare?”, la risposta è la stessa!

Anche Davide nel Salmo 121 la conosceva: “io alzo gli occhi ai monti per vedere da dove mi verrà l’aiuto. Il mio aiuto viene dal Signore”.