di Agostino Masdea – 2 Corinzi 1:3-4 “Benedetto sia Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione. – La seconda lettera ai Corinzi inizia con un canto di lode. Paolo sa che la lode è la chiave per superare i pericoli derivanti da lunghi periodi di prova e di sofferenza, lo scoraggiamento e la depressione.
Se anche la nostra giornata inizia così, benedicendo e ringraziando il Signore per come sempre ci ha sostenuto con la Sua grazia, e per ogni volta che ci ha consolato nelle nostre afflizioni, saremo in grado di portare una parola di incoraggiamento e di conforto per chi si trova aggravato e afflitto dalla prova e dalla sofferenza.
Consolare significa rassicurare, incoraggiare qualcuno aiutandolo a rivolgere il suo sguardo verso il Signore, ricordandogli le promesse di Dio, che Egli mai ci lascia e mai ci abbandona, e che lo Spirito Santo (il Parakletos) è pronto a dare nuova forza all’anima nostra. Chi si trova nella prova ha bisogno di speranza e di pace e della consapevolezza che il Signore conosce le nostre difficoltà, che non ci lascia mai e non ci abbandona. E se noi abbiamo questa consapevolezza per esperienza, allora siamo in grado di incoraggiare altri a fare lo stesso.