di FRANCIS W. DIXON – «I passi dell’uomo dabbene con diretti dall’Eterno ed egli gradisce le vie di lui. Se cade, non è però atterrato, perché l’Eterno lo sostiene per la mano». (Salmo 37:23-24). Per quanto m’è possibile ricordare, il Salmo 37 è stato sempre uno dei miei brani favoriti delle Scritture, e in particolare i versi 23 e 24. La ragione di ciò è che quand’ero bambino mio padre mi regalò una Bibbia, nella cui pagina interna di copertina erano scritte le parole : “A John da Mamma”. Quella Bibbia era stata regalata a mio padre da sua madre e, sotto la piccola dedica, ella aveva scritto: Salmo 37 :23, 24. Ricordo di aver chiesto a mio padre che cosa ciò significasse, al ché egli aveva risposto mostrandomi come poter trovare nella Bibbia il Libro dei Salmi e questi due versi. Egli me li aveva quindi letti e mi aveva spiegato che la nonna glieli aveva dati come un motto per la sua vita. Quale motto!
Personalmente, sono tornato a leggere questi versi molte, molte volte attraverso gli anni ed essi hanno significato sempre molto per me, perché contengono la gloriosa verità che Dio regna sovrano nelle vite dei Suoi figli e che Egli ha promesso di guidarli e guardarli e di condurli sicuramente fino alla fine del cammino. Notiamo la progressiva rivelazione di verità che ci viene presentata in questi versi.
1) La persona che Dio descrive.
E’ importante cominciare da qui, perché queste parole non si riferiscono a chiunque. Quando ci troviamo di fronte nella Bibbia ad una promessa e ad un’affermazione di questo genere che riguarda i desideri di Dio verso gli uomini è essenziale chiedersi : “A chi fa Dio questa promessa? Sono anch’io incluso?” E’ da qui che bisogna cominciare.
Di quale persona si parla in questi versi?
Notiamo la parola che qualifica all’inizio del verso 23, dove si legge : “I passi dell’uomo dabbene…”. Non si legge : “I passi di qualunque uomo…” ; bensì : “I passi dell’uomo dabbene …… Questo aggettivo qualificativo ci pone davanti un problema, perché noi sappiamo che non siamo “dabbene” ; sappiamo altresì che la Bibbia con ragione afferma : “Certo, non v’è sulla terra alcun uomo giusto che faccia bene e non pecchi mai” (Eccl. 7:20). Nessuno è buono in sè medesimo. Isaia afferma: “Tutti quanti siam diventati come l’uomo impuro e tutta la nostra giustizia come un abito lordato ; tutti quanti appassiamo come una foglia, e le nostre iniquità ci portano via come il vento” (Isaia 64:6) ; vale a dire che il meglio che vi è in noi è impurità e nequizia ed è inaccettevole agli occhi di Dio. Il meglio di noi e abbominevole a Dio. Questo è quanto l’Apostolo Paolo intendeva dire con le parole : “Io so che in me, vale a dire nella mia carne, non abita alcun bene ; poiché ben trovasi in me il volere, ma il modo di compiere il bene, no” (Rom. 7:18).
Oggi, naturalmente, questa non è filosofia popolare. L’uomo maturo si sente apposto, per lo meno si sente tanto buono quanto il suo vicino e finanche un po’ di più. Ma questa non è l’opinione di Dio. Il Signore dichiara che siamo malvagi, ingiusti e inamabili in noi stessi. Allora, dobbiamo forse dedurre che la promessa in riferimento all’uomo dabbene non riguarda noi? Grazie a Dio, vi sono alcune persone che Dio reputa giuste ! Sono buone perché confidano nella bontà di qualcun altro. Sono buone perché si sono rivestite della giustizia del Signore Gesù Cristo (Romani 13:14). Il quale è stato fatto giustizia per noi ( 1 Cor. 1:30) ; ed ora siamo graditi a Dio nell’Amato Suo (Efesi 1:6). Cioè, siamo graditi a Dio in quanto abbiamo posto la nostra fede nel Signor Gesù Cristo, il quale ci ha rivestiti della Sua giustizia : “Io mi rallegrerò grandemente nell’Eterno, l’anima mia festeggerà nel mio Dio ; poich’egli m’ha rivestito delle vesti della salvezza, m’ha avvolto nel manto della giustizia, come uno sposo che si adorna d’un diadema, come una sposa che si para dei suoi gioelli” (Isaia 61:10). Nella stima di Dio, queste sono le uniche persone dabbene, le quali hanno abbandonato la propria supposta bontà e confidano nella bontà di Gesù Cristo il Signore. Esse si avvalgono della Sua bontà, e per il ministero di grazia dello Spirito Santo è impartita loro la bontà di Cristo.
Un uomo dabbene, quindi, è colui che è stato reso giusto per la fede nel Signore Gesù Cristo.
E’ bene che ci soffermiamo un momento per domandarci se rientriamo nella categoria di coloro che sono “dabbene” agli occhi di Dio, se abbiamo riconosciuto la nostra peccaminosità ed abbiamo accettato la giustizia di Dio in Cristo.
2) Lo scopo che Dio rivela.
Questo è chiaramente espresso nel verso 23 : “I Passi dell’uomo dabbene son diretti dall’Eterno”. Dio desidera dirigere le nostre vite ed io non posso pensare a niente di più meraviglioso del fatto che la mia vita è stata posta in un giusto rapporto con il Signore stesso, il quale è potente e volente di guidarmi lungo un sentiero e secondo un programma che sarà per la Sua gloria, per il mio bene ed inoltre per la benedizione di altre persone.
E’ tragico guardarsi attorno oggi e vedere tante vite disordinate, desolate
e nella confusione più oscura. E’ in questa scena squallida che il Signore Gesù si offre di entrare per operare ordine con le Sue mani. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura ; le cose vecchie son passate : ecco son diventate nuove” (2 Cor. 5:17). E’ scopo di Dio di trasformare le nostre vite e portare ordine, bellezza e simmetria al posto del disordine, dell’orrore e del caos.
Il Signore ha un piano per la vita di ciascuno dei Suoi figli : Egli desidera porvi ordine. Ma come lo fa? In che modo ci guida, ci dirige e mette ordine nelle nostre vite?
3) La procedura che Dio adotta.
Forse ch’Egli, al momento che diventiamo cristiani, ci affida il suo piano per la nostra vita, dicendo : Ecco il piano della tua vita, da ora in avanti vivrai sulla terra per tot anni e questo è il modello delle cose che farai. No, Egli non agisce in questo modo. Egli ci guida un passo alla volta : “I passi dell’uomo dabbene son diretti dall’Eterno. Egli non consegnò nelle mani di Saulo da Tarso sulla via di Damasco il programma della sua vita e non gli disse : — Ecco, Saulo, questo è il programma della tua vita, da ora finché morrai —. Al contrario, Egli gli disse la prossima cosa che desiderava che Saulo facesse, il passo successivo che voleva ch’egli compiesse. Quando Saulo, tremante e attonito, chiese : “Signore, che cosa vuoi che io faccia”, il Signore gli rispose “Levati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare” (Atti 9:6). Dio ci guida un passo alla volta ; e, mentre compiamo un passo in obbedienza alla Sua volontà, Egli ci mostra il passo successivo e così via. Ecco il procedimento di Dio, il Suo modo di guidare il Suo popolo.
Mi ricordo di alcune circostanze mentre viaggiavo per predicare il Vangelo. Sono quasi sempre arrivato a destinazione ignorando quel che ci si aspettava da me in quel posto durante la mia permanenza. Ho veramente viaggiato con gli ordini in busta sigillata. Ciò mi è stato di aiuto, perché mi ha liberato dalla tensione che mi avrebbe colto se avessi conosciuto anzitempo i dettagli del lavoro che mi stava dinanzi. E’ meglio vivere un giorno alla volta. Ecco quel che il Signore ci dice qui. La procedura ch’Egli adotta è che noi procediamo con i Suoi ordini sigillati. Come Enoc, dobbiamo imparare a “camminare con Dio” (Gen. 5:24). Camminare significa andare avanti un passo alla volta.
Ci sarà di grande beneficio se impareremo a non riguardare troppo indietro e neppure a cercare di penetrare nel futuro sconosciuto. La nostra filosofia di credenti deve essere quella di confidare nel Signore che ci guida un passo alla volta. Vivere in questo modo implica comunione con Dio e fiducia in Lui quale nostra guida e conduttore. Conoscere in questo modo il Signore e aspettare Lui per muovere il passo successivo ci libera dalla tensione e dallo stress. Ci aiuta a comprendere il significato delle parole : “Chi confida non avrà fretta di fuggire” (Isaia 28:16). Dio non ha mai fretta. Non ve necessità per il credente che ama Dio d’essere affaticato o teso. Il Signore desidera che ci rilassiamo e rallegriamo in Lui che è la nostra guida e il nostro guardiano. Ma notiamo che cosa meravigliosa prorompe ora dal nostro testo.
4) I piaceri che Dio prova.
E’ meraviglioso : “I passi dell’uomo dabbene son diretti dall’Eterno ed egli gradisce le vie di lui”. Vi è stato un tempo in cui Dio non gradiva l’uomo, ed anche oggi dovunque vi è il disordine causato dal peccato e dalla ribellione e il rifiuto di andare per la via del Signore, Egli guarda in basso, vede la perversità dell’uomo e ne è contristato. Così è stato nel passato antidiluviano : “E l’Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo. E l’Eterno si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo” (Genesi 6:5, 6). Ben diversa è l’enfasi del nostro verso, dove ci viene detto che Dio prova piacere quando guarda ai Suoi figliuoli e si diletta in essi !
Quando in sottomissione permettiamo al Signore di mettere ordine nelle nostre vie, Egli lo fa con piacere. Spesso, però, vogliamo governarci da soi stessi e il risultato è disastroso. Siamo simili al cavallo o al mulo di cui si parla nel Salmo 32:8, 9: “Io t’ammaestrerò e t’insegnerò la via per la quale devi camminare ; io ti consiglierò ed avrò gli occhi su te. Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto, la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia, altrimenti non ti s’accostano!”. La diversità fra i due animali sta nel fatto che mentre il cavallo morde il freno desideroso d’esserne liberato per correre, il mulo è molto spesso caparbio e rifiuta di muoversi affatto. Quanto sovente siamo simili al cavallo o al mulo ! Ma il Signore desidera cambiare tutto questo e portare le nostre vite sotto il suo controllo di grazia e di ordine; e nel fare ciò Egli si diletta.
Che tristezza quando veniamo meno, quando ci smarriamo lontano dal Suo controllo e cadiamo ! Dio, prevedendo tutto questo, ha provveduto per questi nostri fallimenti. Più ancora, Egli ci assicura che ci porterà attraverso i nostri momenti di smarrimento e ci proteggerà fino alla fine del cammino.
5) Le possibilità che Dio prevede.
Non posso esprimere in parole la mia gratitudine per il verso 24! Spesso sono venuto meno e sono caduto; ma in questo verso il Signore mi dice e dice a ciascuno di noi che dobbiamo ammettere che siamo peccatori. “Se cade, non è però atterrato”. Sono un uomo “dabbene”, in quanto non confido nella mia bontà, ma nella bontà di Gesù Cristo che è la mia giustizia, per tutto questo, io so benissimo che spesso cado. Ed anche Dio lo sa. Ma il fatto meraviglioso è che Dio ha provveduto per i nostri mancamenti. Certo, Egli non gradisce che noi cadiamo, ma sa che succede. Ecco che nel verso 24, Egli promette che quando cadiamo nelle insidie del mondo di fuori, o quando siamo resi schiavi della carne di dentro, o quando siamo fatti rotolare in basso dal Diavolo e siamo impotenti e afflitti a causa dei nostri mancamenti, Egli promette il soccorso necessario per i nostri ristoro e purificazione. Le parole di grazia che ci rivolge sono sempre efficaci, come leggiamo nei Proverbi 28:13: «Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia»; ed ancora in 1 Giovanni 1:9: “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità».
Non mi sono mai trovato d’accordo con coloro che insegnano che è possibile per un cristiano raggiungere una vetta nell’esperienza della santificazione in cui la sua vecchia natura viene completamente sradicata da lui, e da quel momento in poi egli è in grado di non peccare più contro il Signore in nessun modo. Mi piacerebbe credere che ciò fosse possibile, ma non trovo che la Bibbia insegni questo. Con più certezza credo che nel Signore Gesù Cristo vi è vittoria per noi, per la presenza e potenza dimorante dello Spirito Santo; ma questa vittoria è possibile per noi solo se esercitiamo la fede e facciamo assegnamento sulla vittoria che ci è stata conquistata: “…noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” (Rom. 8:37). Da tutto ciò, io credo che, sebbene noi cadiamo, poiché il Signore Gesù ci ama, Egli ci solleva e ci porta salvamente nella Gloria. Questa è la prossima verità incorporata nel nostro testo, e probabilmente sarà una parola di conforto per alcuni che sono caduti in qualche modo particolare.
6) La protezione che Dio ci assicura.
“Se cade, non è però atterrato”. Che parole meravigliose! Abramo cadde, ma fu ristorato. Giacobbe cadde, ma fu rinnovato per la fede. Davide cadde, ma Dio lo perdonò e lo sollevò. Sansone cadde, ma Dio lo ristorò e lo usò per giudicare i Suoi nemici. Quanta afflizione e disonore queste “cadute” causano al Signore!
Grazie a Dio, noi siamo i Suoi figliuoli. Egli ci ama ed usa pazienza con noi, e non ci abbandona. Siamo le pecore del Suo gregge, le quali alle volte errano e si comportano stoltamente. Ascoltiamo le Sue parole di grazia: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conoscono, ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna, e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date, è più grande di tutti; e nessuno può rapirle di mano al Padre”. (Giov. 10: 27-29). Tutti coloro che appartengono al Signore si rallegrino della protezione che Dio garantisce loro per il tempo e per l’eternità. Come Giuda 24 ci assicura che “Egli è potente da preservarvi da ogni caduta e da farvi comparire davanti alla sua gloria irreprensibili, con giubilo”. Avendo la certezza della protezione di Dio, passiamo all’ultima verità che emerge dai versi in riguardo a come Dio ci mantiene sicuri.
7) La potenza che Dio mette in atto
“Se cade, non è però atterrato, perché l’Eterno lo sostiene per la mano”. Questa ultima frase si potrebbe letteralmente leggere in questo modo: “Il Signore pone le sue mani sotto di lui”. Dio fece questo, per esempio, quando Pietro stava per affondare e gridò, dicendo: “Signore, salvami! Immediatamente Gesù stesa la Sua mano lo afferrò” (Matteo 14:30-31). Il Signore lo afferrò con la sua mano. Meravigliose mani di Gesù! Ogni credente è in quelle mani ora e per sempre.
In una occasione una guida alpina guidava una comitiva attraverso un pendio scosceso. Una signora si fece prendere dal panico e non fu più capace di muovere un passo. La guida si volse verso di lei e stendendo la sua mano forte, le disse : — Signora, queste mani non hanno mai fatto perdere una vita. Datemi le vostre mani ed io vi condurrò all’altro lato in salvo.
Con un semplice atto di fede, ella pose le sue mani in quelle della guida, confidò in lui in ciò che le aveva promesso, ed egli poté portarla in salvo lungo il passo pericoloso.
Le mani del Signore non hanno mai fatto perdere una vita. Come sicuro porci nelle Sue mani! Al contrario, com’è pericoloso se cerchiamo di arrancare da soli!