CASA TUA!

di FILIPPO WILES   –   Quanti sermoni il lettore avrà ascol­tato sulla parola che Gesù rivolse a Zaccheo: «Scendi presto, perché oggi debbo albergare in casa tua».  Credo di non sbagliarmi quando di­co che l’interpretazione data a queste parole è, nella maggioranza dei casi, spirituale, cioè una interpretazione fi­gurativa, essendo la casa  paragonata alla nostra vita. Poche sono le volte quando sono prese alla lettera. Ebbene il messaggio che segue è di questa ul­tima categoria, non per questo però sarà meno spirituale! La Bibbia parla molto della casa, di quell’ambiente fatto di quattro mura dove tu dimori. E’ evidente dalle Sacre pagine che vi è una grande responsa­bilità verso la propria casa. Ciò che succede dentro le mura è responsabi­lità di chi vi dimora, e maggiormente di chi è capo della famiglia. Secondo la Bibbia il tuo domicilio è sacrosanto. Agli Ebrei fu detto: Quando presterai qualsivoglia cosa al tuo prossimo, non entrerai in casa sua per prendere il suo pegno. Sebbene gli spettasse il pe­gno, non aveva però alcun diritto di entrare nella casa del suo prossimo per prenderlo, perché il domicilio al­trui doveva essere rispettato. Quando poi la Scrittura aggiunge «Te ne sta­rai di fuori, e l’uomo a cui avrai fatto il prestito, ti porterà il pegno fuori», è ancora più evidente che la casa non è un luogo qualsiasi, ma costituisce il ”regno’’ diretto di chi vi abita. Su quel ”regno” tu devi regnare, fratello, sorella, sia pure esso una sola stanza.

 Si legge di Lidia il cui cuore il Si­gnore aperse, che lei mise a disposi­zione degli Apostoli la sua casa: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, entrate in casa mia…». Non stava agli Apostoli di varcare la soglia della sua casa senza che lei li invitasse ad entrare. Similmente si legge del carce­riere di Filippi, che egli menò «in ca­sa sua» gli apostoli Paolo e Sila e «apparecchiò loro la tavola». Come carceriere egli era sotto ordini di cu­stodire la prigione, ma come padrone di casa propria aveva il diritto di apri­re o chiudere la porta a chi voleva. Dio ti tiene responsabile per chi entra in casa tua! « Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina », (cioè che Gesù è venuto in carne), «non lo ri­cevete in casa…» (2 Giovanni 10). Questo sebbene si riferisca ad una particolare categoria di persone, serve nondimeno come ammaestramento più largo. Bi­sogna star attenti a chi si riceve in casa, s’intende «ricevere» nel senso accomodare o trattenersi insieme come se si avesse in comune la dottrina. Un gesto di carità, verso chi è nel biso­gno è un’altra cosa. Viviamo nei tempi in cui molte false sette propagano le loro eresie andando di casa in casa. Non è bene parlare con tali persone con la speranza che giungano alla co­noscenza di Cristo? Si, certo è bene se Dio vi guida così, ma se doveste «ricevere» loro in casa, come ricevete un fratello, no! Tu non puoi impedire che uno creda alla dottrina di demoni, ma tu puoi impedire e devi impedire che tali persone si trovino a loro agio nella tua casa.

 Finora abbiamo parlato di persone, ma ci sono pericoli più sottili che vor­rebbero minacciare la pace della tua casa e la benedizione di Dio su essa. Gli Ebrei erano avvertiti contro il cul­to agli idoli e a loro fu detto: «Non introdurrai cosa abominevole in casa tua, perché saresti maledetto com’è quella cosa, la detesterai e l’abomine­rai assolutamente, perché è un inter­detto». Forse qualcuno pensa subito a qualche quadro o madonnina ! Ma non sono questi gli unici idoli, ci sono riviste e programmi televisivi che fan­no poco onore alla casa di un vero credente! Qualche casa è adorna di or­namenti che sono volgari o addirittura pagani, qualche casa ha troppi portacenere in giro! Ma se dovessi continua­re su questo tono dovrei altrettanto parlare di non introdurre in casa il rancore, l’odio, lo spirito di critica, gli imbrogli, le buffonerie … le conversa­zioni fatte in segreto contro i fratelli o contro il tuo conduttore di chiesa. Sette cose sono in abominio all’Eterno: «Gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue innocen­te, il cuore che medita disegni iniqui, piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimonio che proferisce men­zogne, chi semina discordie tra fra­telli ». Proverbi 6:16-19. Stiamo attenti di non introdurre alcuna cosa simile in casa nostra.

 Ricordiamo che la Chiesa di Gesù Cristo, la Chiesa che ha la sua origine nel cielo, adorna come una sposa per il suo sposo, è nata non in un duomo o una cattedrale, né nel tempio di Ge­rusalemme, ma nell’alto solaio! Più vol­te si legge della «Chiesa in casa loro» Rom. 16.5, 1° Corinzi 16:19 o di «Ninfa, e la chiesa che è in casa sua» o di «Filemone … e la chiesa che è in casa tua». E’ un immenso privilegio ospi­tare la chiesa di Gesù Cristo in casa. Beata davvero quella famiglia che sgom­bra una stanza (cucina o camera che sia) due o tre volte alla settimana per accomodare il raduno dei credenti. Ma come è possibile che la nostra casa alber­ghi la chiesa del Signore se essa alberga a sua volta cose immonde? Fra­telli, consacriamo all’Eterno le nostre case, per essere cose sante all’Eterno. Levitico 27.14 e teniamole in condizioni tali che potrebbero in qualsiasi mo­mento ospitare la Chiesa di Gesù Cristo, se Egli dovesse dire: «Oggi debbo albergare in casa tua».