A PROPOSITO DI TATUAGGI

di Alejandro Seibel  –   “Non vi farete incisioni nella carne… né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il SIGNORE”  (Lev. 19, 28)

 –    La Diodati riporta : “Non vi fate alcuna tagliatura nelle carni … e non vi fate bollatura alcuna addosso. Io sono il Signore”. Tatuaggi, incisioni, “piercing” (dal verbo inglese “to pierce”, lett. Traforare, pratica indicante la perforazione della pelle allo scopo di inserirvi oggetti metallici “decorativi”, N.d.T.) e ultimamente persino incisioni cicatriziali sono diventate “in” e dovrebbero contribuire all’abbellimento” del corpo. Qualcosa è stato consapevolmente preso a prestito dalle popolazioni pagane e si riferisce a qualche rito religioso. Ma il fatto che tali pratiche guadagnino terreno e trovino accoglienza anche in campo religioso sottolinea l’epoca in cui viviamo, in cui ci si distanzia sempre più drasticamente dai valori biblici. Così, ad esempio, nella rivista cristiana “Idea Spektrum”, N. 9/1998, è riportato:

La croce tatuata ed applicata con la tecnica del “piercing”

Con uno spot pubblicitario trasmesso nei cinema, la chiesa evangelica di Kassel (Germania) cerca di instaurare un dialogo con i giovani. Lo spot, della durata di 69 secondi, trasmesso prima di ogni programmazione serale, mostra diverse scene in cui la croce viene messa in primo piano: come tatuaggio su un braccio, come disegno su una nuca rasata e come gioiello su un torace maschile, pendente da una spilla d’argento infilzata nel capezzolo. Infine, la “chiesa evangelica di Kassel” si presenta in qualità di autrice dello spot. Il messaggio secondo cui la croce appartiene alla chiesa e non è un segno di una particolare cultura giovanile, è stato compreso dagli spettatori, ha concluso il decano Ernst Wittekindt.

EC saluta l’iniziativa
A motivo delle osservazioni del decano, la chiesa è diventata un argomento di discussione nelle scuole e nelle discoteche. Egli spera che i tanti luoghi a Kassel contrassegnati con una croce vengano nuovamente presi in considerazione. I gruppi cristiani giovanili hanno salutato favorevolmente l’iniziativa, che ha avuto una durata di quattro settimane. Il pastore federale dell’Unione “Decisi per Cristo” (Entschieden für Christus, sigla EC), Volker Steinhoff (Kassel), ha affermato che i cristiani dovrebbero entrare in contatto con il mondo dei giovani, se vogliono parlare loro di Cristo. Simili esperienze l’EC le avrebbe fatte con il programma “Ci credo”, che comprende annunci in un giornale per ragazzi “Bravo” (giornale dai contenuti moralmente discutibili, distribuito nei paese germanofoni, N.d.T) e la partecipazione alla festa berlinese “Love Parade”. Anche il direttore del Circolo dei Movimenti Missionari giovanili (Ring Missionarischer Jugendbewegungen), Thomas Weigel (Kassel), ha definito lo spot un’idea riuscita. Un sondaggio dovrebbe dimostrare se il contenuto dello spot sia stato realmente compreso, o se invece non si sia suscitata l’impressione che la chiesa sia un posto dove ci si possa far tatuare.

Critica dal “Mondo” (“Die Welt”)
Il quotidiano “Die Welt” (Berlin): “Alla ricerca di nuovi membri, ai capi della chiesa sembra andar bene qualsiasi mezzo, pur di ottenerne. La cosa prinicpale è che si faccia scalpore sul mercato. Ma la croce significa per i cristiani più di un segno sulla pelle nuda. È il simbolo della redenzione tramite Dio, per mezzo della morte di Gesù Cristo. Il fatto che proprio gli ecclesiastici siano arrivati all’idea de mercanteggiare la chiesa in modo spurio e volgare non può che meravigliare maggiomente. Se fosse stato ad esempio uno stilista mondano ad utilizzare questo simbolo, avrebbe suscitato profonda disapprovazione da parte di pastori e decani di chiesa”
(IS Nr. 9/1998)

A seguito di questo articolo, tre settimane dopo, nello stesso giornale è stata pubblicata la seguente lettera inviata da un lettore:

La Bibbia vieta i tatuaggi

È scritto “Non vi farete incisioni nella carne … né vi farete tatuaggi adosso” (Levitico 19:28). In ebraico, il termine designa espressamente la pratica del tatuaggio. Secondo la comprensione biblica, i tatuaggi sono inaccettabili anche perché sono derivanti da usanze pagane. Non c’è alcun riferimento al fatto che questo divieto non debba valere anche per i cristiani. Pertanto, è davvero una tragedia che proprio le organizzazioni “religiose” COME LA ec ED IL Circolo dei Movimenti Missionari giovanili con la loro presa di posizione non rifiutino almeno la pratica del tatuaggio. Da anni si osserva una sistematica rimozione della Parola biblica per mano della cultura pop “cristiana”. Pertanto, non è sorprendente che gli “evangelici” si schierino a favore dei tatuaggi. Quando riusciremo, come cristiani, a comprendere che Dio non approva affatto i nostri “shows” e che soltanto la Parola può cambiare radicalmente l’uomo? Quando riconosceremo che così non facciamo altro che portare il mondo nella chiesa, e che esso non ha alcun interesse per tali nostra simpatie nei suoi confronti? Il migliore commento allo spot pubblicitario non è venuto dai cristiani, ma dal quotidiano “Die Welt” (“Il mondo”). Temo che in futura sarà il mondo ad annunziare l’Evangelo, mentre i cristiani annunceranno il mondo.
(IS Nr. 12/1998)

Alexander Seibel, evangelista ed autore di libri, ci ha spedito un suo trattato, in cui si occupa della tendenza sempre più diffusa a tatuarsi e a praticare il “piercing”, e ci ha dato l’autorizzazione a pubblicarla, per la qual cosa lo ringraziamo di cuore:

Si stima che già oltre tre milioni di tedeschi si siano fatti tatuare. La tendenza è in salita. I simboli hanno migliaia di varianti, serpenti, elfi, teschi, rose. Questi tattoos (inglesismo con cui sempre più spesso si definiscono i tatuaggi) sono richiesi in modo particolare dai giovani. Così già nel 1996 scriveva un quotidiano, con un articolo intitolato “Disegni a fior di pelle”: “I fan del culto del corpo, negli atelier dei tatuaggi del 2000, sono alla ricerca di nuovi stimoli secondo la moda più recente. Tutto ciò che piace è anche permesso: body-painting (pittura del corpo, N.d.T.), anelli al naso, “piercing” in tutte le parti del corpo.”

Contemporaneamente, vengono offerte forme sempre più bizzarre che a volte sono anche dolorose. La nuova tendenza è il “branding” (dall’inglese “to brand”, marchiare a fuoco, N. d. T.), dove le “vittime” devono resistere per un po’, mentre qualcuno infligge loro sulla pelle uno stampo riscaldato ad una temperatura di 1000 gradi centigradi. Per tipi ancora più duri esiste il “tuckering” (dall’inglese “tucker”, chiusura a gancio, N.d.T.) con cui vengono infilate nella pelle delle graffette di metallo. Conclusione: quello che prima era considerata o praticata come punizione, umiliazione, deturpazione o marchiatura per schiavi, oggi va di moda e trova numero sempre crescente di seguaci. Così scrive ancora un giornale mondano sul tema “piercing”: “Un anello che attraversa il naso, l’ombelico o le parti intime è “in” ”.

Anche gli orecchini ad anello per uomini sono sempre più richiesti. Nel frattempo, questa moda ha preso piede anche tra gli adolescenti. La cosa diventa discutibile se anche i religiosi cominciano a adottare tale moda, soprattutto tenendo presente che i primi uomini che si adornavano l’orecchio con simili “gioielli”, negli anni ’60, erano gli omosessuali. L’orecchino era il loro segno di riconoscimento. Naturalmente gli adolescenti cristiani non ci pensano, ed oggi tale usanza non ha più il suo significato originario. Ma si può negare completamente l’origine di una cosa?

Al tempo dell’Antico Testamento, ad uno schiavo che voleva rimanere presso il suo signore, veniva forato l’orecchio con una lesina, come segno della sua volontaria sottomissione al padrone, che egli “servirà per sempre”(Esodo 21:6 e Deuteronomio 15:17)

Può essere qui fatto un parallelo che non sia necessariamente un’affermazione dogmatica? Non potrebbe essere probabilmente un segno del fatto che ci si consegna consapevolmente o no, come schiavi a qualcuno? La Bibbia afferma che esiste uno schiavista invisibile, che lega gli uomini a sé tramite il peccato, ed è chiamato anche dio di questo mondo (Giovanni 8:34 e II Corinzi 4:4).

Gli esperti definiscono gli anni ’90 come il decennio degli omosessuali. Forse, i futuri storici della chiesa definiranno il nostro decennio come quello in cui il cristianesimo (occidentale) si è adattato con enorme velocità allo spirito del suo tempo.

I tatuaggi, in passato erano un segno distintivo di persone dall’esistenza equivoca e degli appartenenti alla malavita, preferibilmente dei detenuti. Queste pratiche derivavano da usanze di popoli tribali, che si procuravano tali alterazioni della pelle soprattutto per motivi di natura religiosa.

Nella Parola di Dio, le scalfitture o i tagli nella pelle, in un certo senso precursori delle più sofisticate tecniche e pratiche moderne, erano espressamente vietati (Levitico 19:28; 21:5). “Voi siete figli per il Signore vostro Dio; non vi farete incisioni addosso e non vi radete tra gli occhi per un morto”(Deuteronomio 14:1).

Tali pratiche venivano abitualmente utilizzate nel mondo pagano in relazione al lutto per un defunto. Le ammonizioni della Scrittura non sono mai immotivate, sebbene nella Bibbia non venga riportata una spiegazione più dettagliata per tale divieto. I commentatori di questi passi biblici, sono tuttavia abbastanza concordi nella loro interpretazione. Il Commentario alla Bibbia Wycliff, a proposito del divieto menzionato in Levitico 19:28, affermano: “Esso vietava qualsiasi deturpazione volontaria della persona. Sia i tagli, sia i tatuaggi corporali erano praticati dai pagani” (Wycliff Bible Commentary, pag. 101).

Un altro commentatore scrive a proposito dello stesso passo: “La pratica di procurarsi tagli nel viso, nelle braccia e nelle gambe come espressione di lutto, era diffusa universalmente tra i pagani. Era considerata un segno di rispetto nei confronti dei morti, così come anche un sacrificio di riconciliazione nei confronti degli dei che regnavano sulla morte. Gli ebrei avevano imparato tali pratiche in Egitto e correvano il pericolo di ricominciare ad utilizzarle (Geremia 16:6; 47:5). I tatuaggi erano anche collegati con il nome dei demoni ed erano un segno indelebile di corruzione e/o ribellione.”

Non sono in grado di giudicare la precisione di simili affermazioni, ma si dovrebbe essere d’accordo sul fatto che il boom dei tatuaggi va di pari passo con il rifiorire di correnti paganeggianti ed esoteriche. Pertanto, è importante notare che la Bibbia parla di queste pratiche in relazione al giudizio di dio verso i popoli (Geremia 41:5; 48:37). Per tale ragione, i cristiani dovrebbero prendere le distanze da ogni genere di tatuaggio. Ecco ciò che scrive un foglio informativo riguardo a tale argomento: “I consulenti spirituali riportano spesso casi di persone tatuate che si sono convertite e hanno sempre sentito “Istintivamente” che i loro tatuaggi non si adattavano alla loro nuova condizione di figli di Dio”.

In relazione a Deuteronomio 14:1, lo stesso commentatore scrive: “Sebbene queste pratiche possano sembrare sin se stesse innocenti, erano collegate ad usanze e credenze contrarie a Dio.”

I tagli della pelle utilizzati per aumentare l’estasi religiosa vengono descritti da I Re 18:28. Questo verso descrive come i sacerdoti da Baal danzassero intorno al loro altare e s’incidessero le carni fino a sanguinare e a raggiungere uno stato di estasi. Il Commentario della Bibbia Wycliff Bible nota a proposito della tecnica di danzare per ottenere una “trasfigurazione” spirituale: “Queste pratiche non sono sconosciute neanche oggi presso alcuni Dervisci (setta musulmana, N.d.T.) danzanti” (ibidem, pag. 333).

Alcuni festival o incontri giovanili cristiani ricordano in modo impressionante, almeno per ciò che riguarda i movimenti del corpo, il modo di fare dei sacerdoti di Baal, per cui si utilizzano metodi di antica origine pagana allo scopo di raggiungere uno stato di coscienza alterato. Il senso di felicità artificiale ad esso collegato viene considerato come opera dello Spirito Santo, poiché, così viene detto, si è pur sempre assistito ad un concerto cristiano. Nel contesto dell’ammonizione riportata da Paolo in I Corinzi 10:7, la Bibbia cita tra l’altro come il popolo “si divertiva”. Il verbo usato in greco, “paizo”, significa letteralmente comportarsi come un bambino e può essere tradotto con balzare, saltellare e danzare.

Un pensiero ancora più allarmante si fa strada. Nel libro dell’Apocalisse è contenuta la nota profezia secondo cui alla fine dei giorni ognuno dovrà accettare il numero della bestia. Ci sarà una specie di “tatuaggio globale” ovvero un “piercing di massa”, o qualche altro modo di iscrivere il numero della bestia sulle persone. Secondo gli sviluppi correnti, si ha sempre più l’impressione che una simile “marchiatura” troverebbe pochissima resistenza presso questa generazione.

Alexander Seibel – Chiamata di mezzanotte (ottobre 98)

dal sito: http://www.apocalypsesoon.org/I/i-xfile-17.html