A DIO SIA LA GLORIA

di FANNY CROSBY

“A Dio sia la gloria” (da non confondere con l’omonimo inno di Andrae Crouch) fu composto da Fanny Crosby. Sembra  sia stato scritto intorno al 1872, ma è stato pubblicato nel 1875 a Lowry, nella raccolta di inni di Doane, “migliori e più brillanti”. Era già popolare in Gran Bretagna prima della pubblicazione: Ira Sankey lo introdusse durante le campagne evangeliste di Moody tra 1873 e 1874. Fanny Crosby fu probabilmente la scrittrice di inni più prolifica nella storia. Scrisse il testo di più di ottomila inni, la stragrande maggioranza dei quali furono musicati. La sua umiltà la indusse, nel momento della pubblicazione di questi inni, ad usare pseudonimi per celare la propria identità. Di lei si contano più di duecento diversi pseudonimi usati nelle raccolte di inni o nelle singole pubblicazioni su riviste cristiane. Le capitò di scrivere fino a sette inni o poesie al giorno, quando era presa dal fervore della lode. Scrisse talmente tanti inni che, in diverse occasioni, udendo cantare un inno mai sentito, chiedeva chi ne fosse l’autore, per poi scoprire che il testo era suo.
Frances Jane Crosby nacque in una famiglia di forte fede puritana il 24 Maggio 1820. Fanny aveva due sorelle quando nacque. I genitori, John e Marcy Crosby, si sentirono benedetti dalla nascita della loro terza figlia e chiesero a Dio di usarla per la Sua gloria. Non sapevano che sarebbe diventata la più grande scrittrice di inni di tutti i tempi. Da bambina fu colpita da un’infezione oculare e venne curata da un medico incompetente, tale da causarle la cecità. Pochi mesi dopo, suo padre si ammalò gravemente e morì; così, sua madre, una giovane di ventuno anni, fu costretta a lavorare lontano da casa come cameriera e Fanny andò a stare dalla nonna Eunice, la quale non solo si preoccupò di educare Fanny negli insegnamenti umani, ma si prese soprattutto cura del suo spirito. La Nonna insegnò alla piccola la Bibbia e le insegnò l’importanza della preghiera. Quando, infatti, Fanny realizzò con tristezza di non poter imparare come fanno gli altri bambini, nonna Eunice le insegnò a pregare, chiedendo a Dio la conoscenza. Già all’età di due anni, la nonna le insegnò ad ascoltare le storie che leggeva e memorizzava per lei. Fanny divenne ben presto molto brava ad imparare e a ricordare tutto quello che sentiva: riusciva così a memorizzare le Scritture e a citarle durante la Scuola Domenicale. A dieci anni aveva imparato a memoria i primi quattro libri di entrambi i Testamenti. Sappiamo che imparò tutto per averlo sentito leggere da altri. Questo avvenne quindici anni prima che fosse inventato il linguaggio Braille. Fanny ebbe una memoria tale da stupire i suoi amici. La cecità non la faceva sentire diversa dagli altri, infatti a otto anni compose i seguenti versi: “Oh, che bambina felice sono, anche se non posso vedere! Sono decisa ad essere felice in questo mondo! Posso godere benedizioni che gli altri non posso avere!”. Nel 1834 venne a conoscenza dell’Istituto per ciechi di New York e capì che questa era la risposta alle sue preghiere. Entrò nell’Istituto a dodici anni e vi rimase come insegnante. Fu proprio lì, nella Scuola di New York per Ciechi, dove insegnò Inglese e Storia dal 1847 al 1858, che Fanny incontrò un collega insegnante, Alexander Van Alstyne, anche lui cieco: si innamorarono e si sposarono circa un anno dopo. Ebbero una figlia, Frances, che morì da neonata. Anche se Fanny e suo marito guadagnarono una grossa somma di denaro in quel periodo, diedero tutto ai poveri e ai bisognosi, mantenendo solo quanto bastava per sopravvivere fino al successivo giorno di paga. Lavorarono nelle missioni dei quartieri poveri di New York, distribuendo cibo e la testimonianza di Dio. Fanny rimase presso la scuola per ciechi, prima come studente e poi come insegnante, per 35 anni. Dopo il matrimonio, Fanny lasciò l’Istituto e dopo alcuni anni cominciò a dedicarsi a quella che sarebbe divenuta la propria vocazione, comporre inni, tanto che si accordò con un editore: avrebbe scritto tre inni alla settimana da usare nelle pubblicazioni per la Scuola Domenicale. Nonostante Fanny fosse in grado di comporre poesia piuttosto complessa e di improvvisare musica con una struttura classica, i suoi inni avevano come scopo quello di recare il messaggio dell’Evangelo a persone che non erano solite ascoltare le prediche in chiesa, quindi i suoi testi erano scritti in un linguaggio semplice e diretto. Ogni qualvolta scriveva un inno, pregava Dio affinché se ne servisse per condurre a Sé più anime possibile. Alcuni dei suoi inni, che oggi cantiamo, sono: “Lieta certezza”, “A Dio sia la gloria”, “Sicura in man di Cristo”, “Oh, Gesù, solo tu sei la mia vittoria”, ed altri ancora. L’autrice di questi canti poteva dire di trovare in Dio il suo tutto, poteva sentirsi al sicuro nella mano di Cristo e sapeva che nonostante tutto poteva dare la gloria al suo Dio immenso e fedele che la sostenne negli anni e le diede continuano a condurre anime a Cristo.
Fanny fu impegnata nel lavoro missionario tra i poveri d’America: la sua visione fu quella di portare le persone a Cristo, non solo con i suoi inni, ma anche con la propria testimonianza di vita. Quando ancora era in vita, il gruppo evangelistico di Dwight L. Moody e Ira D. Sankey presentò gli inni di Fanny alle folle di persone che assistevano alle riunioni evangelistiche. Sulla sua cecità, Fanny disse: “Sembra che la benedetta provvidenza di Dio abbia voluto che io fossi cieca per tutta la vita, e ringrazio Dio per ciò. Se domani mi venisse offerta una vista umana, la rifiuterei. Non sarei mai riuscita a scrivere inni alla gloria di Dio, se fossi stata distratta dalle cose belle ed interessanti attorno a me …  Se potessi scegliere, sceglierei comunque di rimanere cieca … perché, quando morirò, il primo volto che avrò mai visto sarà il volto del mio benedetto Salvatore.”

Ecco il testo di “A Dio sia la gloria” nella versione originale dell’inno di Fanny Crosby

 A Dio sia la gloria,
grandi cose Egli fece,
tanto ha amato il mondo
che ci ha dato il Suo Figlio,
ed aprì la porta della vita
affinché tutti possano entrare.

CORO:
Lodate il Signore, lodate il Signore,
La terra oda la Sua voce!
Lodate il Signore, lodate il Signore,
La gente gioisca!
O venite al Padre,
per mezzo di Gesù, il Figlio,
E dateGli gloria,
grandi cose Egli fece.

O perfetta redenzione,
per mezzo di sangue,
per ogni credente,
la promessa di Dio;
L’autore del reato più vile,
che veramente crede,
da quel momento,
la grazia da Gesù riceve.

CORO:
Lodate il Signore, lodate il Signore…

 Grandi cose ci insegnò,
grandi cose Egli fece,
e grande la nostra gioia,
attraverso Gesù, il Figlio,
ma più pura e più alta,
e maggiore sarà,
la nostra meraviglia,
il nostro trasporto,
quando Gesù vedremo.

 

FONTE:  https://www.adi-bollate.org/2014/03/31/la-storia-di-fanny/