CONVERSIONE E CORAGGIO DEL VECCHIO ZI PEPPE

Uno spaccato di testimonianza del clima religioso nell’immediato dopoguerra. La semplicità di un anziano credente vs. la prosopopea e la teologia di un vescovo cattolico.   

(Da una lettera di un pastore battista, di Schiavi d’Abruzzo, a Stefano Testa, un ministro di Los Angeles, California.)

Caro fratello Testa, il miglior lavoro in Italia viene fatto dai fratelli pentecostali. Essi prendono di mira una persona e non la lasciano finché non l’abbiano condotta ai piedi della Croce, dopo di che la trasformano in un vero missionario, dando esempio di una vita conforme alla vocazione del Vangelo, ripiena di amore per le anime, sacrificio nella evangelizzazione, ospitalità e carità sincera. Tutte le chiese da me visitate sono molto attive e piene d’entusiasmo e benché molti dei membri siano analfabeti essi confondono i sapienti con il loro esempio e con i miracoli che il Signore compie per tramite loro. Per dimostrare l’energia e lo spirito di devozione dei convertiti, voglio raccontarti la storia di Zi Peppe:

Un anziano credente di 74 anni, chiamato Zi Peppe, guarito da una malattia cronica che lo aveva tenuto inchiodato a letto da oltre 10 anni, convertitosi al Signore per la testimonianza di uno di questi fratelli, si mise a testimoniare e predicare a suo modo nelle vicinanze di Pescara e condusse centinaia di anime ai piedi della Croce di Cristo. Il clero cattolico, allarmato, chiamò il vescovo, che sfidò Zi Peppe ad un pubblico contradittorio in piazza. All’ora stabilita, le campane cominciarono a suonare ed una moltitudine di parecchie migliaia di persone, provenienti dai paesi circonvicini, si riunirono nella piazza del paese. Zi Peppe raccomandò ai fedeli  di non venire in piazza, ma bensì di rimanere in casa a pregare per il successo della discussione, presentandosi da solo al combattimento, fidando nell’aiuto di Dio, secondo la promessa scritta in S. Matteo 10:20.

Il vescovo e Zi Peppe salirono sulla piattaforma e sedettero al tavolo, mentre la folla urlava “A morte il protestante.” Il vescovo fece cenno con la mano e cominciò a parlare; ma Zi Peppe lo interruppe invitandolo alla preghiera che egli stesso innalzò al Signore.  Il vescovo iniziò il discorso e parlò per oltre un’ora, dimostrando la legittimità della Chiesa Cattolica di avere un capo come lo hanno tutte le nazioni della terra, tutte le società, circoli e associazioni fra gli uomini affinché tutto proceda bene ed in ordine e che il capo della Chiesa Cattolica è il Papa, riconosciuto tale da tutto il mondo.

Terminato di parlare, il vescovo dette la parola a Zi Peppe, il quale fra urli e fischi della folla, rivolse al monsignore una domanda in dialetto abruzzese: “Fratello, credi tu che la Bibbia è la parola di Dio?” Alla risposta affermativa del vescovo, egli riprese: “Credo anch’io che ogni nazione, come qualsiasi società umana, debba avere un capo, e che la Chiesa Cattolica ha agito saggiamente nel scegliere il Papa per suo capo. Ma leggendo la Bibbia, che tu dici esser la parola di Dio, trovo che Gesù Cristo è il Capo della Sua chiesa, ed io preferisco appartenere alla chiesa di cui Cristo è il Capo, e lascio a te la libertà di appartenere alla chiesa che ha per capo il Papa. E in quanto a quel che tu dici che il Papa è il Vicario di Cristo, trovami nella Bibbia la parola Papa, Vicario di Cristo, sommo pontefice e tanti altri titoli, e immediatamente io ed i miei ritorneremo pentiti e umiliati in seno alla Chiesa Cattolica.”

Il vescovo, non potendo rispondere, cambiò discorso, dicendo che i protestanti non venerano le statue e le figure di Maria e dei Santi. Zi Peppe rispose: “Fratello, tu sai leggere, leggi il Salmo 115.” Il vescovo fu costretto a leggere, e arrivato al versetto 8, Zi Peppe esclamò: “Fratello, convertiti, altrimenti diventerai ‘simile ad essi.’ ” Un applauso fragoroso della folla e grida di “Viva Zi Peppe” coronò le sue parole.

Il vescovo visto la mala parata prese di nuovo la parola e concluse dicendo: “Non ascoltate ne Zi Peppe, ne me, ma atteniamoci tutti ai Dieci Comandamenti di Dio, ed essi ci condurranno ai piedi della croce.” E Zi Peppe replicò: “Questa è la prima buona parola che hai detto in tutta la discussione; ma disgraziatamente tu non ti attieni a quello che hai detto e non osservi i comandamenti di Dio.” Alle proteste del vescovo, Zi Peppe disse: “Nei due primi comandamenti Iddio proibisce le statue ed immagini. Tu porti addosso 5 o 6 crocifissi e statuette di oro sul petto, al collo e alla mano . .. Convertiti, fratello, perché Iddio è geloso.” Nuovi applausi fragorosi dalla folla che prese Zi Peppe e lo portò in trionfo.

Questo contradittorio servì a piantare l’Evangelo con radici più forti in quella regione, per opera di un semi-analfabeta profondamente cristiano.