Sermone predicato nella chiesa Evangelica di via Anacapri 26 – Roma – trascritto in forma integrale
Leggiamo nel profeta Ezechiele alcuni versi del capitolo 33 dal v. 30 al v. 33. “E quanto è a te, figliuol d’uomo, i figliuoli del tuo popolo discorrono di te presso le mura e sulle porte delle case; e parlano l’uno con l’altro e ognuno col il suo fratello e dicono: “Venite dunque ad ascoltare qual’è la parola che procede dall’Eterno”. E vengono da te come fa la folla e il mio popolo si siede davanti a te ed ascolta le Tue parole, ma non le mette in pratica; perché con la bocca fa mostra di molto amore, ma il suo cuore va dietro alla sua cupidigia. Ed ecco, Tu sei per loro come una canzone d’amore d’uno che abbia una bella voce e sappia suonar bene. Essi ascoltano le Tue parole ma non le mettono in pratica.
“Ma quando la cosa avverrà, (ed ecco che sta per avvenire), essi conosceranno che in mezzo a loro c’è stato un profeta”. (v.33)
Riconoscimento della verità della Parola di Dio, del messaggio di Dio; ma c’è una grande differenza tra riconoscere la veracità del messaggio prima, o riconoscerla dopo. Questa grande differenza viene messa in evidenza dalla Parola di Dio. Vogliamo essere sensibili di fronte al consiglio del Signore che viene a noi per preservarci da ogni male, per tenerci lontano da ogni conseguenza malefica e benedirci abbondantemente nella grazia del Signore. In fondo, questo passo della scrittura afferma che non basta essere uditori, ed uditori dimentichevoli della Parola di Dio. Non basta manifestare un interesse che può essere soltanto superficiale. Non basta cioè trovarsi presenti nel mezzo di un uditorio che ha l’opportunità di ricevere il messaggio della verità. Bisogna essere sensibili e disposti ad ascoltare subito il consiglio che procede dalla bocca di Dio. Poiché coloro che si rifiutano di ascoltarlo, o coloro che lo ascoltano soltanto superficialmente, con un interesse che possiamo chiamare esclusivamente intellettuale, conosceranno un giorno che quello che hanno ascoltato è il consiglio del Signore. Ma quando faranno questa constatazione sarà una constatazione amara, probabilmente una constatazione tragica!
“Quando la cosa avverrà (ed ecco sta per avvenire) essi conosceranno che in mezzo a loro c’è stato un profeta”. Ma lo conosceranno nella loro distretta, nel giudizio che piomberà sopra di loro, nei tormenti e nei dolori che incontreranno proprio in conseguenza del fatto che, nel momento opportuno, non hanno fatto tesoro dell’amore di Dio, espresso a mezzo della Sua Parola!
Questo è vero in senso escatologico, un termine teologico che noi conosciamo molto bene! E’ vero per coloro che hanno udito il messaggio nel corso della loro vita e lo hanno rifiutato! Non importa in che modo lo hanno rifiutato! Se lo hanno rifiutato esplicitamente; se hanno manifestato dell’ostilità nei confronti di quel messaggio, o lo hanno rifiutato perché il loro cuore è rimasto chiuso, il loro spirito indifferente! Forse formalmente hanno mostrato di avere un interesse per quel messaggio ma sostanzialmente sono rimasti chiusi di fronte ad esso!
Nel Giorno del Signore, quando tutte le cose scritte nella parola di Dio avranno il loro compimento, constateranno, ma sarà troppo tardi, che un messaggio è stato predicato nel nome del Signore, e una parola è stata indirizzata ai loro cuori dallo Spirito Santo!
Quante volte abbiamo considerato Epulone nella sua drammatica esperienza! L’uomo che aveva trascorso i suoi giorni gozzovigliando, si era preoccupato soltanto di avere, perpetuamente una tavola imbandita e degli amici intorno a sé per godere insieme con loro! L’evangelista Luca ci ricorda che al termine della sua vita, quell’uomo si trovò nei tormenti dell’inferno! E proprio nei tormenti dell’inferno gli fu ricordato che egli al pari dei suoi fratelli ancora viventi, aveva avuto Mosè, aveva avuto al Legge di Dio! La Parola del Signore era stata annunciata anche per lui! Era stata predicata per la sua salute! Egli aveva avuto opportunità, nel corso degli anni di ricevere luce e consiglio da parte del Signore, ma aveva chiuso gli orecchi, il cuore, resa insensibile la vita di fronte alla Legge di Dio: agli scritti di Mosè, agli scritti dei profeti! Appunto perché troppo interessato in altre cose, cose che giustificava legittime; cose che, a suo parere, non costituivano peccato….ma che lo avevano totalmente distolto dall’ascoltare la Parola di Dio!!!
Nei tormenti dell’inferno, quando era troppo tardi, quando la sua condizione era irrimediabile! E io sono convinto che per questo motivo, Iddio, volgendosi a tutti, ma particolarmente a coloro che lo conoscono e che lo hanno già ascoltato, forse facendo una scelta e una decisione davanti alla Sua presenza, Iddio continua a dire e a ripetere: “Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”…ascolti oggi mentre Iddio parla! Mentre il Suo messaggio risuona! Mentre il Suo consiglio viene rivelato! Perché Iddio ci parla per l’utile nostro, è affermato per tutta la Parola del Signore, e l’esperienza stessa ce lo insegna!
Non è forse vero che quando ascoltiamo il Signore siamo sensibili al Suo consiglio, pronti a ricevere la Sua Parola, noi ne riceviamo bene abbondante; perché vi è ricchezza di consolazione per coloro che ascoltano Iddio e mettono in pratica i Suoi comandamenti?
Quando io leggo nel libro dell’Apocalisse, di una moltitudine che dirà ai monti, ai colli “cadeteci addosso, copriteci” io riesco ad individuare, in mezzo a quelli sempre tanti e tanti, che hanno ascoltato la parola di Dio. Hanno avuto l’opportunità di ricevere un messaggio evangelistico; sono stati raggiunti dalla buona novella, ma hanno rifiutato, respinto, e questo è il punto che vorrei sottolineare in maniera particolare; non con l’espressione di ostilità; ma semplicemente di indifferenza! Anzi in apparenza, hanno mostrato un interesse, hanno mostrato direi, con la loro presenza, con la loro assiduità, di aver piacere di ascoltare la Parola di Dio! Ma l’anno udita con gli orecchi della carne, ma non con quelli del cuore!!! Sono stati interessati intellettualmente, ma non spiritualmente! E se un giorno per loro il tormento sarà maggiore? …Quelle molte percosse di cui parla l’Evangelo! E’ proprio in conseguenza del fatto che hanno udito, hanno saputo, hanno conosciuto; ma non hanno fatto tesoro della Parola di Dio!
Un giorno sapranno che in mezzo a loro c’è stato un profeta!!! Ma noi possiamo applicare questa parola contenuta nel profeta Ezechiele, non soltanto in vista degli ultimi avvenimenti; ma anche in quelli che viviamo nel tempo, che esperimentiamo nel corso degli anni e possiamo fare le più diverse applicazioni!
Abbiamo tante testimonianze che illustrano queste verità! Tante esperienze che l’approfondiscono alla nostra conoscenza! Non è forse vero che noi stessi abbiamo incontrato individui che sono stati evangelizzati, raggiunti dalla nostra testimonianza o dal messaggio che abbiamo predicato nel nome del Signore, e sono rimasti indifferenti nel tempo? Nel tempo! Attraverso tante prediche, attraverso tante parole e anche attraverso tanti anni! Sono rimasti indifferenti per arrivare poi ad uno stato che io chiamo di cauterizzazione, di insensibilità.
Uno stato, cari nel Signore, che li ha portati a dire “non posso ascoltare più, non posso ricevere più, non posso più essere sensibile per questa parola, e per questo messaggio; che una volta suscitava anche delle emozioni in me, un interesse che mi faceva palpitare; ma che adesso non mi fa palpitare più!”
E’ una constatazione, oh cari, che li obbliga a riconoscere che c’è stata una posizione di fronte alla Parola di Dio negativa di rifiuto! Non sembrava, non appariva! Ma in realtà era proprio così! E quello che si è determinato, si è determinato proprio perché hanno respinto ed hanno rifiutato!
Il Signore continua ad esortare: “Oggi se udite la Sua voce non indurate il vostro cuore”
Oggi mentre questa voce parla proprio intimamente, alla vostra vita fa vibrare le corde dell’anima! Oggi che vi invita ad una scelta, ad una decisione….accettatela questa voce!!! Ma come voce del Signore! Come voce che viene dal cielo! Per una scelta, per una decisione, anche in risposta ad una chiamata!
Ho avuto modo in questi ultimi tempi, di sentir ripetere frequentemente la testimonianza di quell’industriale che parlando con un giovane credente lo esortava ad essere sensibile all’appello di Dio. Perché? “Perché io stesso ho ricevuto un appello!”
Queste erano le parole del ricco industriale: “Quando ero giovane, Iddio ha indirizzato verso di me una chiamata, per farmi avvertire,…una vocazione! Per impegnarmi nel suo servizio nell’opera del Suo ministero; ma io ero così preso dai miei programmi, dalle prospettive che si presentavano davanti alla mia vita umana, da rimanere sordo alla voce del Signore! Quel Signore che continuava a parlare! Continuava, e continuava a venire a presso a me invitandomi. Sono rimasto sordo, ho seguito la mia strada che mi ha fatto prosperare, mi ha portato alla ricchezza, alla notorietà. Da un punto di vista umano, sociale, sono considerato un uomo felice, un arrivato! Chissà quanti mi invidiano! E io sono tormentato nel cuore!!! Non ho la felicità dentro di me!!! Riconosco che quella parola era la buona parola che quell’invito era l’invito che poteva benedire la mia vita, adesso lo riconosco ma è troppo tardi!!!”.
E, naturalmente il vecchio industriale si esprimeva così per rendere più calda la sua esortazione! L’esortazione a quel giovane cristiano che il Signore poteva usare per la gloria del Suo Nome!
Ma, cari nel Signore, non c’è neanche bisogno di illustrare, molto questa verità, perché noi, in fondo, l’abbiamo esperimentata anche nelle nostre esperienze spicciole! Quante volte il Signore stesso ci ha invitato, ha parlato al nostro cuore, ci ha chiamato a fare delle decisioni davanti a Lui, e noi siamo stati ositanti! Abbiamo udito quella voce! Quella parola è giunta fino a noi per lo Spirito, perché era il passaggio del Signore!
Era proprio la visitazione del Signore; e noi siamo rimasti probabilmente insensibili, pensando e concludendo in noi stessi che la nostra risposta sarebbe venuta in un altro momento. In un secondo tempo. Ma quando poi abbiamo pensato di deciderci ci siamo accorti che era troppo tardi, il Signore era passato; si era allontanato da noi e noi avevamo perduto quella benedizione, e quella esperienza che ci era stata offerta dalla misericordia del Signore.
E proprio nella nostra delusione abbiamo riconosciuto che il Signore ci aveva parlato! Abbiamo riconosciuto di non aver fatto attenzione alla voce di Dio!
In fondo è un pò l’esperienza della sposa del Cantico dei Cantici! Lo Sposo picchia all’uscio e lei è esitante indugia perché? Perché ha svestito la sua gonna, ha lavato i suoi piedi, non vuole rialzarsi dal letto! Ma in un secondo momento torna in sé stessa, si alza per aprire allo Sposo, ma lo Sposo non c’è più! E’ passato! Si è allontanato! La sposa deve riconoscere che era Lui che parlava, era Lui che l’invitava, era Lui che la voleva benedire! E ha lasciato cadere l’invito del Signore, l’appello del Signore. Gloria al nome del Signore!!!
E questo è vero anche per le altre esperienze che noi facciamo nella nostra vita di oggi giorno e soprattutto nella nostra vita cristiana! Non vi è mai capitato, io credo di si, esperienza comune a tutti, d’incontrare certe situazioni, certe distrette, certe sofferenze, certi dolori; conseguenza della nostra indifferenza alla Parola di Dio?
Iddio anticipatamente ci ha messo in guardia! Iddio anticipatamente ha rivelato il Suo consiglio! Ha fatto chiaro il nostro sentiero indicandoci quello che dovevamo fare e quello che non dovevamo fare e noi abbiamo udito quella predica, abbiamo ricevuto quel sermone, probabilmente ragionando, oh cari, di quell’insegnamento assieme ai nostri fratelli, alle nostre sorelle, abbiamo anche espresso il nostro interesse! Abbiamo convenuto, oh cari, “un sermone interessante!”. Ma interessante soltanto per la nostra mente! Lo abbiamo gettato dietro le spalle poi ci siamo trovati nelle sofferenze, nei dolori e abbiamo detto:
“Il Signore aveva ragione!…Il Signore ce lo aveva detto!…Ah se avessimo fatto tesoro!…Ah! Se avessimo riposto nel cuore quella parola preziosa, luminosa venuta nell’ora adatta, nel momento opportuno! Non ci troveremmo in questo stato! Non attraverseremmo questa esperienza amara!”
Quindi anche noi, qualche volta, come gli israeliti che si raccoglievano intorno ad Ezechiele, ci accostiamo per ascoltare il predicatore in questo modo!
“Ecco tu sei per loro come una canzone d’amore, d’uno che abbia una bella voce e sappia suonar bene, essi ascoltano le Tue parole. Forse ne parlano, le criticano in senso positivo ma non le mettono in pratica!” Gloria al nome del Signore!
Certo ascoltare in questo modo non è affatto impegnativo, vero? Ah, l’uditorio che ascolta un cantante non ha poi tante responsabilità nei confronti del cantante stesso. Un poco di attenzione, un minimo di senso critico, alla fine un plauso per l’esecutore! Stanno ascoltando un cantante, una canzone d’amore! Possono apprezzarla o non apprezzarla! Possono essere interessati o non essere interessati! Ma al termine di quell’incontro non hanno nessun impegno e nessuna responsabilità! Possono dimenticare tutte le parole della canzone, e forse non imparare mai la melodia. Hanno goduto per quel periodo di tempo che hanno seguito le capacità, forse magistrali, dell’esecutore della canzone, ma tutto finisce lì.
Ma di fronte alla Parola di Dio noi dobbiamo avere un’attitudine ben diversa! Dobbiamo impegnarci responsabilmente, sapendo che quando ascoltiamo il messaggio della Parola di Dio non stiamo ascoltando un predicatore, ma stiamo ascoltando il Signore! Voglio che questo sia chiaro alla mente e al cuore di tutti, cari nel Signore!
Quella che viene predicata è la Parola di Dio; e la nostra attenzione non deve essere rivolta verso l’uomo, ma deve essere rivolta verso la Parola di Dio! Il messaggio del cielo!”!!!
Come si rallegrava l’apostolo Paolo di quei credenti che avevano ricevuto la sua predicazione, e si rallegrava non perché lo avevano applaudito, non perché lo avevano riconosciuto come ministro e come servo del Signore; non perché gli avevano riservata un’accoglienza affettuosa o forse trionfale; ma si rallegrava perché avevano ricevuto la Parola che egli aveva predicata, non come parola d’uomo, ma come Parola di Dio!
Come Parola di Dio!!!
L’avevano ricevuta come Parola di Dio e quindi avevano permesso a quel messaggio di penetrare in profondità nella loro vita!
La Parola di Dio non deve, oh cari, scivolare sulla nostra pelle!
Non dobbiamo provare delle sensazioni epidermiche!
La Parola di Dio deve compiere l’opera che è congenita in essa!
E’ una Parola che giunge, e vuole sempre giungere fino alla divisione dell’anima e dello spirito, fino al midollo delle ossa!
Quando stiamo davanti al Signore dobbiamo avere questa certezza in noi;…..che la nostra mente è interessata! Che la nostra vita emozionale è anche coinvolta!
Ma dobbiamo avere soprattutto la certezza che quella Parola penetra, penetra, penetra profondamente; arriva alle parti più intime della nostra personalità! Raggiunge i luoghi segreti della nostra vita!
Si proprio alla divisione dell’anima e dello spirito! Proprio al midollo delle ossa! E dobbiamo essere certi che quella parola agisce, ed agisce per essere giudice dei pensieri e delle intenzioni del cuore!
Se noi non permettiamo alla Parola di Dio di esaminarci, di giudicarci, di scoprirci, di rimproverarci, di riprenderci, di arguirci vuol dire che noi non ascoltiamo la Parola come Parola di Dio! Quella Parola, oh cari, che sola è capace di raggiungere gli angoli più segreti della nostra vita e mettere bene in evidenza le lacune, le carenze della nostra personalità; farci scoprire quello che da noi stessi non riusciremo mai a scoprire, e che forse neanche gli altri riescono a scoprire in noi!
Quante e quante manifestazioni della nostra personalità, e mi riferisco soprattutto a quelle interiori; qualche volte, oh cari, per noi sono positive!
Ma quando vengono raggiunte, illuminate dalla Parola di Dio, appaiono nella loro vera fisionomia, nei loro contorni precisi; e noi ci accorgiamo che sono dei difetti, delle cose che devono essere eliminate, tolte, e che solo la Parola di Dio può eliminare, perché è un bisturi, è una spada!
Ah, cari nel Signore, è uno strumento efficace per compiere l’azione che solo il cielo può compiere in noi, in profondità nella nostra vita!
Ecco perché quella Parola deve essere accettata nei suoi avvertimenti, nei suoi consigli, nei suoi ordini; ma deve essere accettata anche nelle espressioni altissime del suo amore; che ci sollecitano a fare delle decisioni, delle scelte opportune, tempestive davanti alla presenza del Signore.
Forse c’è qualcuno fra noi in questa sera, che non una volta sola ma molte volte ha sentito ripetere da parte del Signore:”Apri il tuo cuore a Gesù, apri il tuo cuore alla salvezza, accetta il dono di Dio!” e l’invito risuona un’altra volta! Ma questa volta il Signore ti dice “Non aspettare di accorgerti domani, che quello era un invito del cielo, l’invito del tuo Dio! Ma ascolta oggi, l’appello che viene rivolto al tuo cuore e all’anima tua”
Oh forse questa medesima parola richiama l’attenzione al dovere dei credenti, dei cristiani, che non sono chiamati ad una scelta di fronte alla salvezza. Non sono invitati ad accettare Cristo come il loro Redentore per la prima volta, ma sono ugualmente esortati dalla Parola di Dio a lasciare qualche cosa che non hanno lasciato, a correggere qualche comportamento che non hanno corretto, a confessarsi in qualche cosa che non hanno avuto fino ad oggi il coraggio di confessare!
E’ a questi che il Signore, per la Sua Parola ricorda:
“E’ il mio amore, è la mia grazia, è la mia benignità che vengono a te attraverso il mio messaggio!”.
“Piegati, umiliati, prima che troppo tardi tu riconosca che è stata la mia Parola, il mio consiglio!”
“Riconosci in questo momento che Io ti parlo e ti parlo per l’utile tuo!”.
Questa è la posizione che noi dobbiamo avere di fronte alla Parola di Dio! Al messaggio del Signore; è un invito che ci chiama e chiama tutti ad umiliarci davanti al Signore, affinché possiamo esaminarci ed analizzarci profondamente per chiederci:
“Sto veramente ascoltando Colui che parla dal cielo? Mi sto aprendo di fronte al messaggio che vuol benedire l’anima mia? O continuo ad ascoltarlo come una canzone d’amore, o continuo ad ascoltarlo come un sermone che suscita un interesse intellettuale nella mia vita, ma il mio cuore rimane ostinatamente chiuso di fronte all’appello del cielo?”
Chiediamocelo e nel chiedercelo, chiediamo insieme grazia a Colui che ci vuol benedire in Cristo Gesù Benedetto in eterno!!!