di A.W. Tozer – DOMANDA: Quando preghiamo dicendo: “sia fatta la Tua volontà”, ma non conosciamo affatto quale sia la volontà di Dio, non è come distruggere la fede e la fiducia che la nostra preghiera venga ascoltata? Se non conosciamo il volere di Dio riguardo una richiesta come possiamo avere fiducia che quella richiesta verrà concessa? Avere fiducia in una tale condizione sarebbe pura presunzione. D’altro canto però quando Dio ha adempiuto il suo piano per noi, perché dovremmo aver paura nel dire: “sia fatta la Tua volontà?” L’unica preghiera valida è quella fatta nella volontà di Dio, sia per confermare la Sua volontà o perché la conosciamo già. Finché non ne veniamo a conoscenza facciamo bene a coprire la nostra ignoranza con un velo di mite sottomissione.
La vera preghiera non è uno sforzo che serve a persuadere Dio a fare la nostra volontà; ma è piuttosto uno sforzo a muoversi verso il potente volere di Dio in modo da essere trascinati da esso. Una persona che ama e comprende il volere di Dio non vuole altro al di fuori di esso.
La nostra esitazione nell’aggiungere “sia fatta la Tua volontà” alle nostre preghiere potrebbe sorgere da un onesto timore e da una sorta di incredulità che tentiamo di mascherare con le parole; oppure potrebbe rivelare una determinazione inconscia ad ottenere ciò che vogliamo, che Dio lo voglia o meno.
Quando ascolto predicatori che condannano l’utilizzo di “sia fatta la Tua volontà” al termine delle nostre preghiere provo una sensazione di disagio perché sembra che essi stiano involontariamente rimproverando Colui che un tempo usò proprio queste parole nel Giardino del Getsemani. Per quanto mi riguarda, non credo affatto di saper pregare meglio di come fece Lui.