IL BATTESIMO (ISTRUZIONI PER CATECUMENI)

 Introduzione  

Frequentemente il battesimo cristiano viene amministrato con troppa sollecitudine e con troppa superficialità. Frequentemente coloro che scendono nelle acque battesimo non hanno una conoscenza precisa del significato e del valore della rito che compiono. Frequentemente questo importantissimo atto cristiano si riduce ad un povero rito di formalismo liturgico… È per questo che desideriamo, nelle pagine che seguono, esprimere alcune considerazioni che potranno aiutare ad esaminare il problema cristiano del battesimo alla luce delle scritture. Forse questo scritto potrà essere posto nelle mani di tutti quei credenti che nella via delle prime esperienze spirituali faranno richiesta del battesimo cristiano o, forse, gli argomenti trattati potranno essere ulteriormente approfonditi ed esposti, a mezzo di un corso di istruzione biblica, a quei gruppi di catecumeni pronti per il battesimo. 

In un caso o nell’altro speriamo di aver dato un modesto contributo ministeriale alla preparazione di quanti nel futuro saranno “aggiunti alla chiesa” a mezzo del battesimo. 

Iddio vuole applicare, ad ogni coscienza, la potenza della Sua Parola per lo Spirito Santo e perciò la raccomandazione conclusiva e quella di servirsi di questo opuscolo soltanto come di un mezzo orientativo per esaminare l’argomento del battesimo alla luce della Parola di Dio. 

 CHE COS’È IL BATTESIMO? 

 Il battesimo, afferma un dizionario biblico di indubbio valore, è il  “rito di iniziazione” alla vita cristiana.

In altre parole il battesimo è quell’atto religioso che introduce ufficialmente il credente nel cristianesimo e quindi nella Chiesa. Esso fu istituito da Gesù Cristo, benché la Scrittura non ci descriva l’epoca e le circostanze di questa istituzione. È chiaro però che esisteva precedentemente all’istituzione cristiana e noi troviamo che Giovanni, precursore del Messia, fu chiamato il Battista appunto perché ha praticato il battesimo a coloro che accettavano il suo messaggio di ravvedimento. 

Il battesimo assomiglia in alcuni particolari esteriori alle pratiche della purificazione ebraica e perciò poteva essere chiaramente compreso, nel suo significato simbolico, dagli israeliti dell’epoca di Giovanni, abituati  d’altronde al linguaggio dei simboli e delle figure. E naturalmente il significato del battesimo di Giovanni era completamente differente da quello del battesimo cristiano. (Atti 19:3). 

Il Battista immergeva nelle acque coloro che volevano esprimere il loro ravvedimento cioè il loro pentimento al male e la loro volontà di operare il bene. (Luca 3:11-14). 

Per questa ragione Giovanni Battista non voleva amministrare il battesimo a Gesù. Egli non sapeva ancora che era il Figliuolo di Dio perché non lo “conosceva” come tale e soltanto dopo la discesa dello Spirito Santo in forma di colomba gli fu rivelata questa verità, cioè soltanto dopo il battesimo di Gesù fu illuminato intorno alla messianicità di Cristo. 

Egli non sapeva che era il Figliuolo di Dio, ma ben sapeva che era un uomo giusto e pio e quindi sapeva che non aveva bisogno di un battesimo di  ravvedimento. (Matteo 3:14). 

Il battesimo cristiano invece non è soltanto il segno e la testimonianza della ravvedimento, ma è l’espressione visibile della salvezza e la testimonianza della fede: un atto di ubbidienza,  un patto con Dio, un perfezionamento, anche formale, della personalità cristiana. 

La forma del battesimo è espressa in parte dal suo stesso nome che può essere tradotto: “immersione”; la formula battesimale chiaramente definita dalle parole di Gesù: “nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo”. 

L’immersione nell’acqua, nella quale dovrebbe scendere anche il ministro (Atti 8:38), simboleggia in maniera perfetta il seppellimento della vita precedente alla salvezza e perciò esprime la morte dell’incredulità, del peccato, della condanna eterna. La formula battesimale dichiara la sottomissione del credente  all’autorità delle Persone della Trinità e quindi l’accettazione dell’opera di salvezza provveduta dal Padre, manifestata e compiuta dal Figlio ed applicata dallo Spirito Santo all’anima umana. 

Tutta la scrittura è concorde nello stabilire una relazione tra coscienza dell’individuo e il battesimo e perciò non soltanto viene escluso il battesimo dei neonati, ma viene anche esclusa la validità del battesimo di coloro che non hanno acquisito una coscienza cristiana. 

Il battesimo sancisce, ripetiamo, l’ingresso del credente nella Chiesa cristiana e noi possiamo infatti osservare che le epistole del Nuovo Testamento sottolineano il fatto che un credente è veramente credente soltanto dopo il battesimo (Romani 6:3-4). 

Nelle prime comunità cristiane potevano rimanere presenti alla celebrazione della Santa Cena e partecipare ad essa soltanto coloro che avevano accettato il battesimo. 

Il pensiero dei cristiani dell’epoca apostolica, ma soprattutto l’insegnamento della Scrittura ci insegnano che il battesimo non è un atto liturgico che adempie una formalità esteriore, ma è quel rito simbolico che esprime e realizza le condizioni necessarie alla vita cristiana intesa come testimonianza di fede e come manifestazione di salvezza  in santità ed amore. 

Con queste parole non vogliamo dire che la salvezza e la santità vengono generate dal battesimo, ma vogliamo soltanto affermare che il battesimo deve testimoniare di questa realtà e quindi deve renderle più evidenti nella vita del credente, in forza di quel meccanismo spirituale che traduce i simboli cristiani in espressioni e manifestazioni di potenza soprannaturale. Comunque, poiché nelle pagine di questo opuscolo dovremo tornare in maniera più precisa e più semplice su questo argomento vogliamo ormai concludere che con l’affermare: “il battesimo è quel rito simbolico che introduce il credente nella vita cristiana; esso è  un atto di fede, di sottomissione e di impegno che suggella un patto con Dio e quindi permette di raggiungere, attraverso il suo contenuto spirituale, le realtà che esprime, quando nel credente sono adempiute le condizioni stabilite dalla dottrina cristiana. (Romani 6:17). 

 SEI PRONTO PER IL BATTESIMO?

Fratello sei pronto a scendere nell’acqua del battesimo? 

Conosci bene il significato di quanto stai per fare? 

Sei pronto ad assumerti onestamente tutte le responsabilità di questo importantissimo atto cristiano? 

Queste domande non vogliono fermare il tuo entusiasmo o scoraggiare la tua decisione ma vogliono soltanto spingerti ad esaminare profondamente il tuo cuore affinché il battesimo cristiano sia per te una fonte di benedizione e non un motivo di amarezza. 

Col battesimo ti accingi a fare una solenne confessione davanti a Dio e davanti agli uomini e quindi ti assumi grandi responsabilità di fronte al cielo e alla terra; sii prudente e non accettare impegni che forse domani non vorrai e non potrai mantenere. 

La parabola dell’Evangelo ci ricorda che la saggezza si trova nella preveggenza: prima di cominciare a costruire la nostra casa dobbiamo essere certi di avere abbastanza materiale per poterla ultimare. Prima di fare un patto con Dio dobbiamo essere sicuri di conoscere le condizioni o le regole di questo patto e dobbiamo soprattutto essere sicuri di trovarci nella condizione spirituale che può farci osservare questo glorioso impegno cristiano. L’entusiasmo è un sentimento utile, ma non basta avere entusiasmo per compiere il nostro dovere davanti a Dio e perciò il battesimo non deve essere fondato soltanto sull’entusiasmo o sulle emozioni, ma deve essere saldamente basato su quelle reali e profonde esperienze cristiane che lo possono rendere duraturo e perfetto. 

Cerchiamo di esaminare in maniera ordinata ed elementare questo argomento: 

– Conosci la dottrina cristiana? 

Non puoi certamente impegnarti a vivere la vita cristiana se non conosci la dottrina cristiana  o almeno se non conosci le verità fondamentali dell’insegnamento di Cristo. Qui di seguito poi leggere alcuni “articoli di fede” che, messi insieme, possono essere considerati un “riassunto della dottrina cristiana”. Esamina attentamente questi articoli di fede; cerca di  comprendere profondamente il significato di essi e, soprattutto, leggi con attenzione tutti i passi biblici che sono richiamati in ogni articolo. 

Quando questo riassunto  sarà chiaro e quando avrai la profonda certezza che questa dottrina è veramente la dottrina che tu desideri accettare, seguire e proclamare, potrai dire di possedere almeno i principi elementari della dottrina cristiana. Il battesimo è un atto di fede e di sottomissione; con esso il credente rende testimonianza della salvezza realizzata in Cristo e manifesta il proposito di seguire Cristo; quindi, ripetiamo, il battesimo è un patto solenne ed impegnativo che si stringe con Dio; sei pronto a stringere questo patto e a rispettare questo patto? 

Conosci i principi della dottrina cristiana? Sei disposto a rispettare le regole della vita comunitaria e della morale che disciplina la vita dei figliuoli di Dio? 

Considera con attenzione queste domande e rispondi con sincerità e con cautela ad ognuna di esse. Ti  ripetiamo ancora una volta: il battesimo è un impegno; può esser assomigliato ad una solenne “parola” e tu stai bene che la “parola” ha valore quando procede dalla mente e dal cuore.

Una parola che non procede dalla mente e dal cuore è un suono senza significato e così un battesimo compiuto senza una preparazione profonda, senza una fede sincera, senza una convinzione assoluta, è soltanto una vuota formalità liturgica.

 ARTICOLI DI FEDE 

 1.  Noi crediamo ed accettiamo l’intera Bibbia come infallibile Parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, sola e perfetta regola della nostra fede e della nostra condotta, alla quale nulla si può aggiungere o togliere. Noi crediamo quindi che nessun testo di letteratura cristiana o teologica, nessuna tradizione orale, nessuna affermazione storica o leggendaria, possa modificare le verità dichiarate dalla Bibbia. 

2.  Noi crediamo all’esistenza di un solo Dio, eterno e d’ infinita potenza, il Creatore ed il Signore di tutte le cose: Uno nell’essenza e Trino nelle Persone e quindi che nell’unità di Esso vi sono le tre distinte persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. (Matteo 3:16-17, Atti 20:28.) 

3.  Noi crediamo che Gesù Cristo è il figliuolo di Dio e cioè la Parola eterna fatta carne. Egli fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria Vergine: fu veramente in questa terra nella duplice natura divina e umana cioè  “vero Dio” e “vero uomo”. Egli è il Salvatore unico e perfetto degli uomini; nella Sua morte, e nella Sua resurrezione è compiuta la redenzione di coloro che credono in Lui. (Ebrei 2:14; Filippesi 2:6)

 4.  Noi crediamo che la salvezza si ottiene soltanto per la fede in Cristo e perciò nell’accettazione dell’opera compiuta dal Salvatore si realizzano perdono, giustificazione, rigenerazione, santificazione e glorificazione. (Romani 4:25; 1 Corinzi 1:30) 

 5.  Noi crediamo, in relazione a quanto sopra, che la santificazione è un atto della grazia divina che si sviluppa nel tempo come elemento necessario alla salvezza. (Ebrei 12:14) 

 6.  Noi crediamo che coloro che credono in Cristo “devono” essere battezzati per immersione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Riteniamo che credere in Gesù significhi accettare coscientemente e consapevolmente la personalità e l’opera di Cristo. (Matteo 28:19; Atti 8:36-37) 

7.  Noi crediamo che al credente è stato promesso da Dio il “battesimo dello Spirito Santo” che rappresenta un’esperienza spirituale indipendente dalla salvezza e susseguente ad essa. Il battesimo dello Spirito Santo è la partecipazione di una potenza divina che satura il credente e si manifesta sensibilmente attraverso il segno carismatico “delle lingue”. Il battesimo dello Spirito Santo costituisce un potenziamento della vita spirituale e morale del cristiano. (Atti 1:8; 2:4)

8.  Noi crediamo che la Santa Cena  simboleggia il sacrificio del Figliuolo di Dio, e chi la partecipa rammemora e annuncia la Sua morte e la manifestazione del Suo amore e realizza, mediante la fede, una comunione “spirituale” col Suo corpo e col Suo sangue. (1 Corinzi 11:26-27)

 9.  Noi crediamo nella guarigione divina  che, secondo le promesse delle Scritture, può che essere conseguita a mezzo della preghiera, dell’unzione dell’olio e dell’imposizione delle mani. (Giacomo 5:14-15; la Marco 16:18) 

 10.  Noi crediamo al ministero soprannaturale della chiesa e perciò crediamo che i credenti possono essere rivestiti da Dio di ministeri e doni spirituali a mezzo della potenza dello Spirito Santo. (1 Corinzi 12:4-6) 

 11.  Noi crediamo che il segno evidente e pratico della salvezza è costituito dalla “nuova nascita” in mancanza della quale il cristianesimo non è esperienza interiore è reale. (Giovanni 3:3-5) 

 12.  Noi crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del 1° Concilio cristiano tenutosi in Gerusalemme e pertanto riteniamo necessario astenersi “anche” dall’uso commestibile del sangue e delle carni soffocate. (Atti 15:29 )

 13.  Noi crediamo che oltre alla caduta dell’uomo, e prima di questa, c’è stata la caduta degli angeli che nella ribellione a Dio hanno esperimentata la potenza della Sua autorità e che oggi rappresentano nel mondo spirituale le potenze malefiche capaci di influenzare negativamente la volontà degli uomini, e crediamo altresì che questa potenza sarà definitivamente debellata nel compimento del piano di Dio. (Giuda 6)

14.  Noi crediamo al visibile ritorno del Signore, alla resurrezione dei morti, alla Regno millenniale di Cristo, al giudizio eterno, alla condanna dei reprobi, all’inabissamento di satana, dei suoi angeli e dei suoi sudditi, alla glorificazione della Chiesa, alla Regno eterno di Dio. (Apocalisse 20-22)

 (nota: questo ” credo ” impegna esclusivamente l’autore di questo opuscolo).

 Questi “articoli di fede” possano essere considerati il fondamento dottrinale del nostro Movimento; noi li accettiamo nella convinzione che essi rappresentano la “dottrina cristiana” e quindi anche tu devi considerarli e accettarli nella stessa maniera se desideri veramente avere comunione col popolo cristiano nel mezzo del quale hai esperimentato la potenza della grazia di Dio.

Superato questo esame è indispensabile compiere un altro punto: quello relativo alla “morale” cristiana. Sei certo di conoscere quello che “devi fare” e quello che “non devi fare” dal giorno che col battesimo ti sei preso un impegno di fronte a Dio?

La tua vita deve essere una “vita nuova”, ma tu sei bene che cosa vuol dire ” vita nuova? “. 

Questo esame ti riporta alla “dottrina cristiana”, ma non per considerarla nelle sue verità teologiche o nelle sue affermazioni filosofiche, ma per approfondirla nel suo insegnamento pratico, nel suo insegnamento di vita morale nella società, nella famiglia, nella chiesa. 

Esamina attentamente i punti programmatici che seguono con sincerità. Quando sarai certo di accettare incondizionatamente queste regole come regole della tua vita di credente, potrai concludere di essere ben disposto a vivere una vita cristiana.

 Codice morale del Cristianesimo

     1)  Devi essere imitatore di Dio come figliuolo diletto perché lo chiami Padre e perché devi manifestare al mondo il
proposito di essere perfetto come Egli è perfetto.

2)  Le azioni disoneste della tua vita passata devono essere bandite: se rubavi non devi rubare più; se mentivi, non devi mentire più; se usavi parole disoneste ora devi parlare soltanto con parole di grazia e di purità.

3)  Devi avere sempre e per tutti soltanto pensieri e sguardi puri e perciò non ci deve essere concupiscenza e sensualità nella tua mente, nel tuo cuore e nei tuoi occhi.

4)  Non devi desiderare avidamente i beni e le cose del mondo e perciò devi liberarti da ogni forma e da ogni sentimento di avarizia.

5)  Devi essere sempre generoso ed essere pronto ad imitare Iddio che ci ha amati donando; devi essere pronto a dare ai poveri, al servizio di Dio, ai servitori di Dio.

6)  La bontà, la moralità e l’amore devono apparire chiaramente nella tua vita e perciò devi esercitare benignità, devi tenerti lontano da qualunque opera o qualunque posizione di peccato e devi fuggire qualsiasi manifestazione di odio, di contesa, di collera.

7)  Devi essere sempre gentile e cortese verso tutti, sia nella tua vita privata come nella tua vita pubblica o comunitaria.

8)  Devi procacciare pace con tutti e perciò devi rimuovere qualsiasi ostacolo che turbi le relazioni con i tuoi fratelli o con il tuo prossimo.

9)  Ti devi rallegrare nei vituperi e nelle persecuzioni  che ricevi quale figliuolo di Dio; devi amare coloro che ti combattono e devi pregare per loro. Non pensare mai di vendicarti  o di reagire violentemente al male.

10)  Non devi mai giurare e non devi mai usare parole o nomi sacri con leggerezza. Non usare mai il nome di Dio invano.

11)  Opera sempre il bene, ma soltanto per essere visto ed approvato da Dio: non cercare la pubblicità o l’approvazione o il plauso degli uomini.

12)  Devi dipendere sempre dall’assistenza di Dio; non essere aggravato da preoccupazioni  o sollecitudini, ma rivolgiti al Padre a mezzo della preghiera perché ti sia dato ogni aiuto per ogni cosa.

13)   Quando preghi, devi pregare per lo Spirito Santo, cioè abbandonando i tuoi pensieri e tutta la tua vita alla potenza e all’opera dello Spirito affinché la tua preghiera sia efficace e possa sempre trasportarti nella presenza di Dio.

14)   Trascorri il tuo tempo, usa la tua mente, riempi il tuo cuore nelle cose del cielo. Cerca, desidera e pensa sempre alle cose elevate della gloria e di queste cose riempi la tua vita.

15)  Devi essere sempre interessato nelle cose del Regno di Dio e devi costantemente lavorare per l’avanzamento di esso. Il tuo lavoro potrà  anche essere umile o nascosto, ma tu compilo con gioia perché è il lavoro del Signore.

16)  Non devi mai giudicare nessuno, non devi fare maldicenze non devi spandere insinuazioni o calunnie; stima i tuoi fratelli, amali, incoraggiali e sopportali affinché anche essi sopportino te nelle tue debolezze.

17) Ricordati che se hai beni in questa vita, questi beni appartengono a Dio e tu sei soltanto amministratore: devi essere saggio amministratore dei beni di Dio affinché essi non siano usati per la vanità, per il peccato, per cose inutili o superflue, ma siano usati  per la carità, per il servizio e per tutte quelle cose della vita che possono essere motivo di gloria a Dio.

18) Desidera sempre e cerca costantemente per gli altri le cose che desidereresti per te.

19) Devi sempre esaminare le circostanze, i discorsi, le realtà della vita e devi accettare soltanto quelle cose che certamente sono gradite a Dio.

20) Devi infine ed insomma ubbidire a tutta la Parola di Dio con fede, con gioia, con umiltà,  con prontezza, con convinzione, animato sempre dalla gioia e dal calore della speranza cristiana che deve essere il fine vero e supremo della tua vita.

(Nota: Cerca di trovare uno o più versi della Scrittura per ognuno di questi venti articoli del Codice Morale del Cristianesimo).

  LE ESPERIENZE CHE DEVONO PRECEDERE IL BATTESIMO.

 Nel capitolo precedente, dopo aver detto che il battesimo deve essere fondato sopra “reali esperienze cristiane”, abbiamo indugiato piuttosto ad esaminare la responsabilità del credente, senza parlare di queste esperienze. Pensiamo che sia giunto il momento di affrontare questo argomento fondamentale. 

Le esperienze cristiane sono numerosissime e tutte sono preziose e gloriose, ma non tutte sono indispensabili prima del battesimo. Alcune però devono essere considerate il saldo fondamento di un sano battesimo cristiano. 

Quando parliamo di alcune esperienze ci riferiamo precisamente alle seguenti esperienze: 

        1. Convinzione di peccato e ravvedimento.

        2. Perdono e giustificazione. 

        3. Rigenerazione.

Noi pensiamo che l’Evangelo dica chiaramente che queste esperienze devono essere “indispensabilmente” realizzate precedentemente al battesimo. Se il battesimo viene compiuto senza che il credente abbia esperimentate queste meravigliose realtà cristiane, si deve concludere che è stata trascurata la parte fondamentale di questo edificio spirituale e, di conseguenza, si è posta in pericolo la stessa vita cristiana del credente. 

Esaminiamo ora queste esperienze spirituali e mettiamole in relazione al battesimo affinché possiamo convincerci che esse sono assolutamente necessarie prima del battesimo.

 1. – Convinzione di peccato è ravvedimento.

Questa esperienza cristiana si compie quando lo Spirito Santo raggiunge l’intimo della coscienza e riesce a dimostrare all’individuo che egli è un povero peccatore lontano da Dio e perduto nel male.

Tutti gli uomini sono peccatori privi della gloria di Dio; infatti la salvezza è stata offerta da Dio a tutti gli uomini. per entrare nell’opera della salvezza però è assolutamente necessario  realizzare la “convinzione di peccato” che è quell’esperienza per la quale l’uomo riconosce il proprio stato di perdizione e di conseguenza avverte il bisogno imperioso della salvezza. Non si può avvertire il bisogno della salvezza se prima non si riconosce  la condizione di perdizione è non si può riconoscere la condizione di perdizione se prima non si sperimenta la “convinzione di peccato”.

Possiamo quindi affermare che questa esperienza è indispensabile per far assumere al credente la posizione voluta da Dio; senza questa esperienza infatti l’uomo non può arrivare alla grazia offerta da Dio. Soltanto la “convinzione di peccato” umilia l’individuo nel cospetto del Signore; soltanto la “convinzione di peccato” lo illumina perché possa vedere e riconoscere la giustizia di Dio e l’amore di Dio; soltanto la “convinzione di peccato” lo spinge sul piano della fede e lo obbliga a chiedere misericordia a Dio. 

Fino a tanto che l’uomo non ha fatto questa esperienza non può assumere la posizione richiesta chiaramente da Dio e noi sappiamo infatti che coloro che odono il messaggio dell’Evangelo anche se provano interesse in esso e si entusiasmano, non riconoscono da loro stessi il proprio peccato, ma piuttosto vantano ed esaltano la loro bontà e la loro giustizia. Quindi compiere il battesimo senza avere prima esperimentata la convinzione di peccato che viene dallo Spirito Santo significa voler entrare nell’opera della salvezza senza aver sentito il bisogno di essa. Colui che crede di “essere buono”  di “non avere mai fatto male a nessuno”, di ” aver operato tutto il bene che gli era possibile”, di aver sempre “amato è onorato Iddio”, di essere stato attraverso tutta la sua vita “pio e religioso” non può fare il battesimo perché Gesù è venuto nel mondo per chiamare e salvare i perduti e non i giusti che non hanno bisogno di salvezza. 

Noi sappiamo bene che i giusti non esistono nel mondo, ma coloro che credono di essere tali non sono pronti per ricevere la salvezza. 

Il messaggio dell’Evangelo deve aver “compunto il cuore”, deve cioè aver fatto chiaramente vedere lo stato di colpa e di peccato affinché il credente possa sentire il profondo bisogno di umiliarsi, di piangere, di ravvedersi. 

“Ravvedetevi!” è un ordine che lo Spirito Santo da a tutti coloro che vengono compunti nel cuore e quest’ordine viene prima e non dopo il battesimo. 

Purtroppo in molte chiese cristiane si è introdotta l’abitudine di amministrare il battesimo ai giovani che sono cresciuti entro la comunità, senza preoccuparsi di sapere se questi hanno fatte le esperienze cristiane necessarie per vivere la vita cristiana. Un giovane può avere tutta la famiglia cristiana, può aver trascorso gli anni della sua fanciullezza e della sua giovinezza nel seno della Chiesa; può anche essere un “bravo giovane”, e pure purtroppo non essere ancora salvato. 

Se egli non ha mai sentito il bisogno della salvezza, cioè se non ha mai realizzato la “convinzione di peccato”, può avere tutti meriti e tutti i pregi, ma manca dell’esperienza necessaria per entrare nella salvezza. Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori! Coloro che non si sentono peccatori, che si appoggiano sopra la propria bontà… non possono essere salvati. 

Noi crediamo che quei giovani che chiedono il battesimo senza aver avuto prima una convinzione di peccato pensano che il battesimo rappresenta una formalità necessaria per essere introdotti ufficialmente nella Chiesa. Il battesimo quindi diventa soltanto, per costoro, una cerimonia di chiesa che perfeziona la loro posizione davanti alla comunità. 

Quando il battesimo viene compiuto da questo punto di vista e con questa idea sbagliata, cessa di essere cristiano, perché non si appoggia su quelle esperienze spirituali che danno un fondamento biblico ma quest’atto detto comunemente sacramentale. 

Per concludere ripetiamo: – Se colui che scende nelle acque del battesimo non è stato raggiunto dal messaggio dello Spirito Santo che lo ha convinto di peccato, se non ha riconosciuto di essere lontano da Dio e perduto, se non ha  mai sentito il bisogno della salvezza, non è pronto per ubbidire al comandamento di Cristo. Il battesimo di un individuo, giovane o vecchio, che non ha scoperto di essere un miserabile peccatore, diventa soltanto una cerimonia religiosa ricca di esteriorità, ma priva di potenza interiore e del significato cristiano. 

Parliamo ora dell’esperienza successiva che è necessaria al conferimento del battesimo.


2.  Perdono e giustificazione.

Noi crediamo che perdono e giustificazione rappresentano due distinte e separate esperienze cristiane, ma poiché in questo opuscolo ci siamo proposti soltanto di fornire alcune delucidazioni a coloro che si accingono a compiere il battesimo, preferiamo parlare di queste due esperienze in una sola volta e cioè come se esse fossero una sola esperienza spirituale. 

La convinzione di peccato conduce il credente al ravvedimento e all’umiliazione; l’umiliazione spinge all’invocazione e quindi conduce al perdono. Il perdono può essere visto come l’esperienza cristiana che viene dopo la convinzione di peccato. È un’esperienza che riempie di gioia e dì pace perché produce la sicurezza della salvezza; il peccatore si sente accolto da Dio, imbiancato da Dio. Egli crede e ” sente ” che le sue colpe sono state cancellate per sempre e che la sua condizione spirituale e morale è totalmente cambiata. Non soltanto si sente liberato dal fardello opprimente del peccato, ma si sente anche sciolto dalle conseguenze immediate ed eterne del male: il rimorso viene placato e il terrore dell’inferno viene distrutto. 

Il perdono e la giustificazione cambiano un ribelle, un reietto, un perduto in un figliuolo di Dio e l’uomo che compie questa esperienza realizza profondamente questo mutamento. Egli “sente” la potenza della salvezza nel sangue del Calvario e non è più turbato dal passato che ha lacerato la sua anima. 

Alcuni credono che il “perdono” deve essere acquistato a mezzo del battesimo e perciò scendono nelle acque privi di questa esperienza cristiana. Non hanno luce e conoscenza e guardano all’acqua del battesimo come se questa fosse l’elemento capace di purificare la loro vita. Il battesimo invece non può compiere in loro quello che può essere compiuto soltanto dalla potenza della grazia divina e perciò essi escono dall’acqua con il peso del peccato nella loro coscienza e con mille dubbi nel cuore. 

Il loro battesimo invece di essere cristiano, cioè fedelmente biblico, diviene un atto privo della potenza dell’esperienza spirituale perché invece di essere una manifestazione visibile di una realtà invisibile, è e rimane soltanto una “formalità esteriore priva di un contenuto interiore”. In altre parole che rimane un atto che “parla di salvezza senza però che ci sia realmente la salvezza”.  

3.  La rigenerazione

Con questo nome ci riferiamo a quella esperienza chiamata comunemente “nuova nascita” o anche “partecipazione della natura divina”. 

La rigenerazione offre tutti gli effetti della grazia divina perché fa realizzare al credente la potenza della natura divina; offre cioè una nuova mente, un nuovo cuore, insomma una nuova personalità. 

Nella rigenerazione l’individuo non soltanto trova una forza nuova per resistere al male ed operare il bene, ma trova soprattutto una fonte di impulsi e di desideri che lo elevano verso il cielo, nelle sfere dello Spirito e nell’adempimento della volontà di Dio. 

Questa esperienza non nasce dal battesimo, ma deve esistere prima del battesimo. Se il credente non è nato di nuovo, non è stato rigenerato, non è neanche pronto per vivere per il Regno e quindi è assurdo che egli voglia assumersi degli impegni che non potranno essere adempiuti nella sua vita. 

Sei pronto per il battesimo? 

Questa domanda deve essere considerata profondamente perché può avere una risposta soltanto dopo che il credente ha compreso il significato ed il valore del battesimo; ma qui alla fine di questo capitolo, questa domanda vuol soprattutto portarti a riconoscere che se non hai fatto le fondamentali esperienze cristiane della salvezza, tu non sei ancora pronto per il battesimo. 

Gesù disse a Nicodemo: ” Se alcuno non è nato di nuovo non può entrare nel Regno dei cieli “.

Non è il battesimo che introduce il credente nel Regno; non è il battesimo che gli fa realizzare la comunione con Dio o che gli fa raggiungere le sfere dello Spirito, ma la “nuova nascita” cioè la rigenerazione. Soltanto questa esperienza spirituale offre la certezza che “siamo nati da Dio”, che “abbiamo ricevuto una nuova natura”, che “il peccato non ci signoreggia più” e quindi soltanto se abbiamo fatto questa esperienza, possiamo scendere realmente con gioia e con fede nelle acque del battesimo. 

Ricordati: convinzione di peccato, ravvedimento, perdono, rigenerazione non vengono dal battesimo, ma da un incontro con Dio precedente al battesimo. Se non hai fatte queste esperienze non sei pronto per scendere nelle acque battesimali.

 

IL BATTESIMO ALLA LUCE DELLE SCRITTURE

 In questo capitolo vogliamo cercare di approfondire e chiarire l’argomento di questo opuscolo, esaminando alla luce di quei passi biblici più comunemente citati per lumeggiare il significato del battesimo cristiano. 

È meraviglioso constatare l’armonia delle Scritture sull’argomento del battesimo per che i ed è interessante notare come esse dichiarino costantemente che il battesimo deve seguire e non precedere le esperienze fondamentali della salvezza. 

Il primo passo, seguendo l’ordine bibliografico del Nuovo Testamento, che esprime un concetto dottrinale relativo al battesimo si trova nell’ultimo capitolo delle vangelo secondo Matteo ove possiamo leggere: ” Andate dunque ed ammaestrare  tutti popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figliolo, e dello Spirito santo; insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandate…”

Oltre alla formula battesimale sembra che questo passo contenga altre delucidazioni dottrinali, ma se lo consideriamo attentamente ci accorgiamo invece che esso fornisce alcune precisazioni pratiche di notevole importanza.

Ammaestrate i popoli: insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandate”.

Il battesimo deve venire dopo l’ammaestramento ed anzi deve essere, sembra dire questo passo dell’Evangelo, una decisione a seguire l’ammaestramento. 

Il credente quindi deve essere consapevole dell’atto che compie, deve essere chiaramente e profondamente ammaestrato intorno al battesimo; deve sapere cioè che il battesimo lo impegna ad accettare e praticare “tutte le cose che Cristo ha comandate”.

Nella nostra nazione dove la totalità della popolazione è sfornita di una conoscenza biblica, non si può e non si deve avere l’illusione di giudicare pronti per il battesimo quei credenti che non hanno frequentato, per un periodo più o meno prolungato, una qualsiasi comunità cristiana capace di ammaestrarli nella dottrina. 

Salvezza, grazia, giustificazione, rigenerazione, ministeri, doni dello Spirito, santificazione… sono concetti sconosciuti ed incomprensibili alla maggioranza delle persone con le quali veniamo in contatto nelle nostre città e perciò non possiamo credere che essi siano pronti per il battesimo prima di essere stati  ammaestrati intorno alle verità fondamentali del cristianesimo. Essi devono avere un concetto chiaro dell’opera e del meccanismo della salvezza; devono avere idee abbastanza precise intorno a quelle verità che si oppongono agli errori della dottrina da loro seguita, ma soprattutto devono avere una visione limpida del “genere di vita” che sono chiamati ad eleggere e a seguire con il loro ingresso nelle file del popolo di Dio.

Con questo non vogliamo affermare che il catecumeno deve “sapere” tutto e deve “conoscere” tutto, nel senso assoluto della parola; no, ma deve almeno conoscere “tutto” quello che è necessario per fargli assumere un impegno serio, profondo, cosciente. 

Sei pronto per il battesimo? Cioè, caro fratello sei certo di conoscere i fondamenti della dottrina cristiana e della morale cristiana che ti chiamano a santità e a santificazione?

Proseguiamo ora nell’esame dei passi biblici. In Marco 16:16 leggiamo: ” chi avrà creduto che sarà stato battezzato, sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato “.

Anche questo passo ci introduce nella profondità dell’argomento e, unito al precedente, lo allarga e lo chiarisce. Il battesimo non salva, ed il battesimo non perde; per “se stesso”, cioè, il battesimo non ha alcun potere soprannaturale.

“Chi ha creduto… chi non avrà creduto…”; ecco i termini di misura stabiliti da Dio; la fede e l’incredulità. 

Paolo dirà più tardi: ” Se tu confessi con le labbra Gesù Cristo e credi nel tuo cuore che Iddio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvato… ” (Romani 10:9)

Come la confessione delle labbra deve esprimere la fede del cuore, così il battesimo dell’acqua deve dimostrare la salvezza afferrata per la fede nel Signore. 

Se non c’è fede nel cuore, la confessione delle labbra risulta vana; se l’anima non ha creduto  in Cristo il battesimo non ha nessuna efficacia per i credente: non lo salva e non lo perde, ma egli è perduto però per la sua incredulità.

Qualcuno afferma che se la salvezza viene dalla fede il battesimo è superfluo. Noi non siamo d’accordo con questa affermazione perché riteniamo che come è necessaria la confessione delle labbra, così è necessario il battesimo. 

Quando il battesimo viene eseguito nel rispetto della dottrina cristiana rappresenta la testimonianza della fede, la confessione della fede, l’ubbidienza della fede. L’evangelista Filippo all’amministratore della regina di Etiopia, che compunto nel cuore richiedeva di essere battezzato, disse: “Se tu credi con tutto il cuore, ti è lecito!”

La fede doveva essere esercitata prima del battesimo perché la salvezza doveva essere acquisita prima, ma anche il battesimo era necessario per regolarizzare la propria posizione davanti a Dio.

In un solo caso la Scrittura ci parla di neofiti battezzati senza essere interrogati intorno alle loro esperienze cristiane; ci riferiamo al caso, dettagliatamente descritto dal libro degli Atti, di Cornelio e della sua casa. In questo caso però ogni domanda era superflua perché le esperienze interiori furono chiaramente dimostrate dalla manifestazione esteriore del battesimo dello Spirito Santo.

Se quei credenti erano stati riempiti di Spirito ed erano stati resi traboccanti della gloria e della potenza di Dio, avevano certamente già accettato il Salvatore mediante la fede ed avevano già realizzato in Lui le esperienze fondamentali della grazia. 

Non dimentichiamoci che questi credenti di Cesarea, benché di origine pagana erano già stati introdotti nella conoscenza di Dio e della Sua legge in qualità di proseliti.

La fede è il veicolo per giungere alla salvezza ed il battesimo è il suggello e la dimostrazione della fede.

Proseguiamo il nostro esame e prendiamo in considerazione le parole di Paolo ai Romani: “noi dunque siamo stati con lui seppelliti per il battesimo a morte…” (Romani 6:4). 

Queste parole sono state usate in maniera impropria da coloro che sostengono che la salvezza viene dal battesimo e che col battesimo il credente riceve potenza per morire al peccato e rinascere per la giustizia. Noi pensiamo che una riflessione onesta chiarisce il significato preciso di questo passo e dimostra, insieme a tutti gli altri, che il battesimo deve essere compiuto dopo avere realizzato le esperienze della salvezza. Il battesimo non è una cerimonia miracolosa che cambia la personalità, ma è un atto simbolico che aiuta a raggiungere, per la fede, le realtà dello Spirito che esprime. Di questo parleremo più chiaramente e più dettagliatamente in seguito.

Ritorniamo al passo di Paolo: “noi siamo seppelliti…”.. Il battesimo quindi è semplicemente il seppellimento…, ma chi si seppellisce?

Noi sappiamo che la sepoltura è l’estrema dimora dell’uomo, ma essa si apre soltanto con la sua morte. Il battesimo è la sepoltura dell’uomo “morto” ed è la resurrezione dell’uomo “rigenerato”. 

La morte deve venire prima della sepoltura ed anche la resurrezione  deve esistere prima del battesimo perché nell’esperienza cristiana morte e nuova nascita sono legate assieme. 

Il battesimo perciò è soltanto una materializzazione, cioè una simbologia di una realtà precedentemente esistente. 

Il simbolo cristiano però non è mai una formalità vuota o un’espressione muta, ma è una parola precisa che parla al credente e parla per il credente e quindi, se è vero che la realtà spirituale della morte e della rinascita, esistevano prima del battesimo, è anche vero che col battesimo il credente rende solenne testimonianza della sua morte al mondo e della sua resurrezione in una “nuova vita” offerta a Dio per la Sua gloria. 

Esaminiamo ora un altro importantissimo passo biblico che illumina il nostro soggetto; nella prima epistola dell’Apostolo Pietro leggiamo: “I quali furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si apparecchiava l’arca; nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Alla quale figura corrispondendo il battesimo (non il nettamento delle brutture della carne, ma la domanda di buona coscienza presso Dio), ora salva ancora noi, per la resurrezione di Gesù Cristo”.1 Pietro 3:20-21.

Questo passo della Scrittura sembra essere il più dettagliato e il  più chiaro intorno all’argomento. Possiamo rilevare, nell’esaminarlo, le seguenti verità:

– L’Arca di Noè, che in mezzo alle acque preserva e salva il patriarca e la sua famiglia, è una figura del battesimo cristiano. Il battesimo non è un lavacro che può, da se stesso, lavare le brutture della carne .

– Il battesimo è una domanda di buona coscienza davanti a Dio, quindi un “patto” che si fa con Dio.

– La nostra salvezza è soltanto in Cristo, dato per le nostre offese è risuscitato per la nostra giustificazione. (Romani 4:25)

Fermiamo più lungamente la nostra attenzione su queste affermazioni: “L’arca figura del battesimo”. Noè fu salvato a mezzo dell’arca come il cristiano viene salvato a mezzo del battesimo (Marco 16:16). Ma in realtà Noè fu salvato dalla sua giustizia, prima ancora che fosse costruita l’arca; egli fu preservato da Dio nell’arca perché era stato trovato giusto e fedele.

Anche il cristiano è salvato prima di entrare nelle acque del battesimo ed anzi egli può “essere  immerso” soltanto perché ha ottenuto grazia per la fede. 

La figura di Noè ci suggerisce anche un’altra considerazione; il patriarca fu salvato a mezzo dell’arca e quando uscì da questa fece un altare a Dio, offrì sopra di esso le sue offerte e suggellò un patto con l’Altissimo.

Il cristiano che nasce dalle acque battesimali deve sentire l’obbligo di rispettare quel patto fatto con Dio, che lo impegna a camminare in novità di vita. 

Nella sua vita ci deve essere un altare, un’offerta, una legge. 

Il battesimo non è il lavacro delle brutture della carne. Colui che scende nelle acque senza essere stato purificato ed imbiancato nel sangue di Cristo, esce dal battesimo con le medesime contaminazioni. 

Il battesimo non lava, non salva, non rigenera; il battesimo non può neanche essere assomigliato alle pratiche della purificazione seguite dagli israeliti. Quindi il credente deve avere già esperimentato la potenza del sangue e l’opera della grazia.

Il battesimo infine è una domanda di buona coscienza davanti a Dio. Il credente si presenta con la sua fede, col suo amore, col suo impegno; egli promette di servire a Dio perché egli crede nella potenza salvifera di Cristo. 

Il credente non guarda all’acqua, non crede al potere miracoloso o quasi magico della pratica, ma guarda a Dio ed esprime la sua fede, la sua testimonianza e la sua volontà a mezzo del battesimo .

Cristo offerto sul Calvario; Cristo vincitore sulla morte, rimane il solo, vero, assoluto termine di salvezza per tutta l’umanità. 

Questo passo di Pietro si assomiglia ad un altro passo contenuto nell’epistola di Paolo ai Corinzi: “Tutti furono battezzati in Mosè nella nuvola e nel mare” (1 Corinzi 10: 2). 

Anche qui ci troviamo di fronte ad una figura. Il popolo d’Israele, simbolicamente, riceve un battesimo a mezzo della nuvola e del Mar Rosso. 

La nuvola della presenza di Dio e le acque del Mar Rosso parlano di potenza e di salvezza, ma bisogna osservare ancora un volta che questa potenza e questa salvezza vengono dopo la realizzazione della salvezza.

Israele in Egitto ha veduto e partecipato abbondantemente la manifestazione della potenza divina e, finalmente,  ricevuta redenzione completa, liberazione.

Soltanto dopo queste evidenti espressioni di potenza e di salvezza Israele viene battezzato simbolicamente nella nuvola e nel mare.

Perciò prima del battesimo ci deve essere l’incontro con Dio, la partecipazione della potenza di Dio, la realizzazione della salvezza di Dio.

Ormai verso la conclusione dobbiamo ripetere:

– Il battesimo non è la salvezza, ma esprime la salvezza; non è la purificazione, ma esprime la purificazione; non era rigenerazione, ma esprime la rigenerazione. Quando cioè il battesimo viene compiuto con coscienza illuminata, con fede vera e con sincerità profonda non soltanto esso rende testimonianza della salvezza, della purificazione e della rigenerazione, ma applica in un modo più efficace, per la potenza dello Spirito Santo, queste realtà, espresse dalla forma del battesimo, nella vita del credente. I

In altre parole noi crediamo che come ” l’olio dell’unzione” conduce il credente sincero, alla potenza dello Spirito, della guarigione, e come il “pane ed il vino” conducono la coscienza pura, al corpo e al sangue di Cristo , così l’acqua del battesimo porta il credente sincero ad afferrare più profondamente la potenza della grazia che purifica, salva e rigenera.

Sei pronto per il battesimo?

Considera quanto hai  letto in questo capitolo ed esamina se la tua posizione è esatta, illuminata e sincera.

I passi della scrittura che sono stati citati possono guidarti nell’investigazione e farti conoscere il significato e il valore di un atto che non è, come taluni credono, un vuoto formalismo religioso, ma è quell’atto di fedeltà che esprime efficacemente una testimonianza di fede, un’opera di salvezza, un patto con Dio.

 

UN ESAME FINALE

Alla conclusione di questo opuscolo è necessario compiere una specie di riassunto, condensato in poche domande che diano la possibilità al candidato per il battesimo, di riconoscere la propria posizione cristiana e quindi la propria preparazione di fronte al battesimo.

1. – Che cos’è il battesimo? ( rispondere possibilmente citando alcuni versi della Parola di Dio)

 2. – Credi che il battesimo possa purificare dal peccato?

 3. – Che vuol dire perdono e che vuol dire rigenerazione?

 4. – Hai realizzate queste esperienze cristiane?

 5. – Come ti sei accorto di avere realizzato queste esperienze?

 6. – Che cos’è la santificazione? Credi che sia necessaria per il credente?

 7: – Che vuol dire vivere in novità di vita?

 8. – Si dice frequentemente il battesimo è un patto fra Dio e l’uomo o fra uomo e Dio; che cosa
promette Dio e che cosa promette l’uomo?

 9. – Hai letto di articoli di fede cristiana; li condividi tutti?

10.- Il codice morale del cristianesimo corrisponde al tuo pensiero oppure no?

12.- Nel fare il battesimo ti senti disposto ad impegnarti al rispetto completo degli articoli di fede, del
regolamento comunitario e del codice morale del cristianesimo?