Pastore Iraniano scrive ai genitori di Sandy Hook dalla prigione.

di Michael Ireland     –   “Immaginando quanto sia forte il vostro dolore, ho dimenticato le mie sofferenze.” 

TEHERAN, IRAN (ANS) – Il pastore iraniano Farshid Fathi, prigioniero e sofferente per la sua fede nel famigerato carcere di Evin di Teheran, ha scritto una lettera ai genitori di Sandy Hook che hanno perso i loro figli.

Come riportato da Elam Ministertris, appreso della strage nella sparatoria nella scuola elementare di Sandy Hook, il pastore Farshid, mettendo da parte il suo dolore per essere separato dai suoi figli, Rosanna (9) e Bardia (3) ha scritto ai genitori dei bambini uccisi.

Farshid è un pastore iraniano che sta scontando un periodo di sei anni di carcere. E’ stato arrestato nel dicembre 2010 per il suo lavoro come ministro cristiano, ma le autorità hanno deliberatamente trasformato l’accusa a reato politico. La lettera esprime il suo dolore e parla della speranza del cielo.

Farshid ha scritto: “Per i padri e le madri che hanno perso i loro figli preziosi nella tragedia del Connecticut,

“Io non saprei quale parola al mondo potrebbe confortarvi, quale conforto potrebbe essere utile per il vostro cuore spezzato, e cosa potrebbe far cessare le lacrime che cadono sulle vostre guance. Voglio solo dire: mi dispiace così tanto e voi siete nelle mie preghiere.

“Sono sicuro che queste alte mura non possono fermare le mie preghiere per voi. Prima che accadesse questa tragedia, stavo riflettevo sulla mia sofferenza a causa del mio Signore Gesù Cristo, specialmente quella di dover stare lontano dai miei cari bambini. Ma quando provo ad immaginare quanto sia grande il vostro dolore, dimentico le mie sofferenze. Perché so che per la Sua grazia, Dio mi  farà rivedere i miei figli al più tardi nel 2017, quando uscirò dal carcere. Ma purtroppo voi dovrete aspettare un po’ di più. Quindi vorrei esprimere il mio profondo dolore per questa vostra perdita.

“Credo che avremo molto tempo in cielo con i nostri cari figli, per sempre. Non ci sono pistole lì, non ci sono carceri, e non esiste il dolore.”

Farshid firma la sua lettera: “Nella speranza di quel giorno glorioso… Vostro fratello in Cristo dal carcere in Iran. “

 

 

Fonte: http://www.assistnews.net/Stories/2012/s12120092.htm