CHI È IL MIO PROSSIMO?

di Agostino Masdea –  Questa domanda non fu rivolta a Gesù da un bambino o da un’analfabeta, ma da un “dottore della legge”, uno “scriba”, cioè una persona esperta delle scritture e della legge. Gli scribi godevano dell’autorità di interpretare la legge, di spiegarne i precetti e predicare nelle sinagoghe.

Perché allora questa domanda? Per mettere Gesù in difficoltà, come sempre cercavano di fare i farisei. Gesù, che certo conosceva le intenzioni di quell’uomo, raccontò una parabola che rappresentava la risposta più eloquente che poteva essere data a quella domanda.

«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto”.  

Gesù dice che subito dopo due persone religiose passarono per la stessa via. Videro il viandante che aveva bisogno di aiuto, ma passarono dall’altro lato della strada evitandolo. Certamente avevano paura di “contaminarsi” aiutando quell’uomo o forse avevano degli impegni di natura religiosa. Per loro “servire Dio” era molto più importante che aiutare qualcuno. Oppure, forse, andavano di fretta. Fatto sta che quell’uomo non fu aiutato.

Poi per sua fortuna arrivò un samaritano. Non c’era personaggio peggiore che Gesù poteva scegliere come esempio di misericordia e di compassione, sia per il dottore della legge che per tutti gli altri. Un samaritano? Gli ebrei odiavano i samaritani. Erano impuri, indegni e detestabili. Nessuno voleva identificarsi con persone simili. Pensa come si sarà sentito quello scriba sentendosi chiedere da Gesù chi tra i tre personaggi amò il prossimo. Imbarazzato dovette ammettere: “Colui (nemmeno osò dire che era un samaritano) che usò misericordia”.

Gesù è l’esempio di compassione per eccellenza. Egli è andato sempre incontro ai bisogni delle persone. Di tutti, ogni giorno!  E ci insegna che dobbiamo fare anche noi lo stesso, come quel samaritano: Va’ e fa’ lo stesso anche tu”. Un cristiano, quando vede un bisogno, deve mostrare sempre misericordia e compassione.