DIO È LA MIA PARTE

di Agostino Masdea  –  “Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno”. Salmo 73:26 

Quando usiamo l’espressione “la mia parte” pensiamo a qualcosa che ci spetta di diritto o che ci è stata assegnata.  Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta” disse il figlio prodigo al padre.

Ho visto negli anni famiglie divise dal rancore e dall’amarezza per la rivendicazione di una parte dell’eredità dei genitori, o per la somma di denaro ricevuto ritenuta insufficiente, o ingiusta rispetto a quanto si pensava di avere diritto. Alcuni pensano di meritare di più rispetto ad altri che meriterebbero di meno.

Il salmista del salmo 73 inizialmente vive un senso di disagio nel constatare che le persone più malvagie sembra stiano meglio delle persone oneste, e che l’ingiustizia prevalga sul diritto. I cattivi, le persone ingiuste fanno cose brutte eppure sembra non subiscano conseguenze; i buoni invece soffrono e subiscono per la condotta dei reprobi.

Queste considerazioni portano il salmista in uno stato di confusione. Se le cose funzionano così allora meglio essere dalla parte dei malvagi. Essi ottengono una porzione migliore dei giusti. Il salmista dice: “Ho cercato di comprendere, ma la cosa mi è parsa molto difficile” (verso 16).  Tutto però cambia quando egli entra nel santuario, cioè nella presenza di Dio.

Se vediamo le cose da una prospettiva carnale, allora, o pensiamo che la nostra parte è troppo piccola e viviamo insoddisfatti o che è troppo grande e allora ci convinciamo di non avere nessun bisogno di Dio. Ma quando guardiamo le cose con la giusta prospettiva, allora scopriamo che la parte migliore non è qualcosa di terreno, un bene deperibile, ma un bene eterno. La parte migliore è Dio stesso! Egli è il bene supremo! “Chi ho io in cielo fuor di te? E sulla terra io non desidero altri che te”. Salmo 73:25