GIUDICARE E CRITICARE

di Agostino Masdea – ” Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” 2 Corinzi 5:10

Quando Paolo dice “tutti”, si riferisce alle persone salvate, ai redenti, e non ai peccatori. Infatti lo scopo del tribunale di Cristo non è quello di giudicarci, ma di dare una ricompensa adeguata alle cose operate sulla terra. In altre parole saranno valutati i nostri comportamenti e ciò che durante la vita abbiamo fatto di bene o di male.

Una delle cose brutte che purtroppo i cristiani spesso fanno è quella di criticare e giudicare i fratelli. Dobbiamo essere prudenti in quest’area, perché quel giorno dovremo rendere conto del perché lo abbiamo fatto.

Nel capitolo 14 della lettera ai Romani, Paolo confronta due diversi modi di vivere alcuni degli aspetti pratici della fede cristiana. Ci sono coloro che mangiano di tutto senza farsi problemi e coloro che invece non mangiano alcuni cibi particolari. Ci son coloro che considerano tutti i giorni uguali, e altri invece che hanno dei giorni speciali. E poi conclude: “Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Cristo” … dove “ognuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio”. Romani 14:10;12

 Cristo è Colui che giudica se nostro fratello ha fatto bene o ha fatto male. E se fa qualcosa diversamente da te, ed è convinto di fare bene, perché dovremmo giudicarlo? Ognuno di noi non dovrà rendere conto a Dio di ciò che hanno fatto gli altri e perché lo hanno fatto, ma dovremo rendere conto di noi stessi.

I rapporti tra credenti sarebbero migliori se ascoltassimo tutti l’esortazione del verso 13: “Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri”!