LA GUARIGIONE DIVINA

di DAVID PETTS  –  Uno dei maggiori aspetti dell’effusione dello Spirito Santo in questo secolo è che insieme alla fede nel Battesimo dello Spirito e nei doni dello Spirito vi è anche un risorgere di fede nella potenza e nella volontà di Dio per la Guarigione Divina. Molte sono state le benedizioni ricevute nella pratica della Guarigione Divina, ma sono stati molti anche i problemi e gli abusi sorti a riguardo. Perciò è di estrema importanza comprendere non solo che cosa crediamo circa la Guarigione Divina ma anche perché ci crediamo.

Un giusto concetto della Guarigione Divina

Come evidenza del fatto che la guarigione è un previlegio del popolo di Dio possiamo avvalerci della promessa divina in Esodo 15 :26. Israele fu tratto fuori d’Egitto per un atto soprannaturale di liberazione divina. Gli egiziani perirono nelle acque del Mar Rosso. Altro segno della sua potenza, Dio rese dolci le amare acque di Mara (Esodo 15:23-25). Iddio poté soddisfare tutti questi bisogni del suo popolo. Poi venne la promessa rassicurante: «Se ascolti attentamente la voce dell’Eterno, che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi… io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandato addosso agli egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisce».

Il fatto che alcuni non hanno ottemperato alle condizioni dettate da Dio e che quindi non hanno tratto beneficio della sua Guarigione non invalida la promessa fatta, anzi la conferma. Era volontà di Dio che il Suo popolo fosse fisicamente sano. (Leggere anche Esodo 23 :25). La malattia era parte della maledizione per la disubbidienza (Deuteronomio 28:59-61).

La volontà di Dio di guarire è attestata dal fatto che Gesù nel suo ministerio «…è andato attorno facendo del bene, e guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo…» (Atti 10:38). I Vangeli provvedono numerosi esempi (Matteo 4:23-24; 8:26; 9:35; Marco 6:56; Luca 6:17-19, tanto per menzionarne solo alcuni). Quando Egli mandò i suoi discepoli a predicare comandò loro «di sanare qualunque malattia e qualunque infermità» (Matteo 10:1). Questo mandato non era limitato al breve periodo del suo ministerio. Le parole finali rivolte ai suoi discepoli prima dell’ascensione furono di andare in tutto il mondo e predicare l’Evangelo               ad ogni creatura. Coloro che avrebbero creduto sarebbero stati salvati. Nel Suo nome avrebbero cacciato demoni, parlato in nuove lingue e guarito i malati (Marco 16:16-20). Che essi fecero questo è ampliamente dimostrato nel libro degli Atti. In Atti 3:7-9 un uomo zoppo fu guarito nel nome di Gesù e questo portò alla salvezza di 5.000 anime (Atti 4:4). In Atti 4:30i la Chiesa pregò che Dio avesse steso la sua mano per guarire nel Nome di Gesù. In Atti 5:14-16 moltitudini furono guarite nelle strade di Gerusalemme. Miracoli furono compiuti durante il ministerio di Stefano (Atti 6:8), il ministerio di Filippo tra i samaritani (Atti 8 :6-8). Pietro fu usato da Dio per guarire e risuscitare i morti in Atti 9:33-42.

Al comando di Paolo uno zoppo si alzò in piedi e cominciò a camminare (Atti 14:8-10) ; le malattie « partivano » (Atti 19:12) e i morti risuscitavano (Atti 20:9-12). Non sembra che questa potenza sia stata mai ritirata dalla Chiesa, perché nell’ultimo capitolo degli Atti si legge ancora di malati guariti (Atti 28 :8-9), ed in Giacomo 5:14-16 vengono date chiare istruzioni a quei cristiani che hanno bisogno di guarigione.

Sia nel Vecchio che nel Nuovo Te-stamento, perciò, Dio si dimostra pronto volenteroso di guarire il suo popolo. Nei primi capitoli della Parola di Dio leggiamo che Iddio fece l’uomo perfetto e lo mise in una creazione perfetta. Ogni cosa che Dio fece era «molto buona» (Genesi 1:31). È chiaro che l’uomo era non solo moralmente ma anche fisicamente perfetto. Non vi era malattia nel giardino dell’Eden. Non vi sarà malattia nel cielo (Apocalisse 21:4). L’esistenza della malattia è il risultato del peccato di Adamo. L’intera creazione ne è affetta (Romani 8:22). Ma come Dio non ci ha lasciato senza riscatto per il peccato, così Egli non ci ha lasciato senza rimedio per la malattia. Per la morte espiatrice di Cristo sulla croce, Egli ha riconciliato a Dio tutti coloro che credono. Per la fede nel sacrificio sostitutivo offerto sul Calvario, i peccatori penitenti vengono introdotti in un giusto rapporto con Dio. I loro peccati sono cancellati; e gli effetti della caduta sono annullati. Il peccato, radice che causa la malattia, è stato espiato. Ristorandoci nella comunione con il nostro Creatore, Cristo, per la Sua morte, ha provveduto anche per la guarigione dei nostri corpi. In questo senso può essere giustamente detto che la guarigione è nell’«espiazione». Naturalmente, però, l’«espiazione» si riferisce essenzialmente al peccato. Vi è comunque un significato reale nel fatto che il Signore Gesù «ha portato le nostre malattie» (Matteo 8 :17). Siamo redenti per il Suo sangue; riconciliati a Dio. Non siamo più nemici, ma figli. Le benedizioni del Nuovo Testamento non sono da meno di quelle del Vecchio. A coloro che per il Patto sono popolo di Dio, Egli dice ancora: «Io sono il Signore che ti guarisce».

Il giusto uso della Guarigione Divina

Esaminando il Nuovo Testamento notiamo che vi sono due forme di Guarigione Divina, che si differenziano nello scopo per cui sono date e nel modo come sono ricevute, anche se vi sono, per la natura del caso, molte somiglianze tra loro. Vi è la Guarigione Divina per il credente, come è descritta in Giacomo 5:14-16, e vi è la Guarigione Divina nel contesto dell’evangelismo (e che di conseguenza è più largamente in favore del non credente), come è scritto in Marco 16 :16-20 e nei vari passi già riferiti nel libro degli Atti. Per quanto riguarda questo ultimo caso, Gesù ha promesso che la guarigione miracolosa sarebbe un segno con il quale Egli confermerebbe la parola di quanti predicano il Vangelo. La guarigione dovrebbe quindi accompagnare la predicazione del Vangelo, non essere parte integrante della predicazione. Il messaggio apostolico era «Cristo è morto per i nostri peccati» (1 Corinti 15 :l-4). Loro non predicavano la guarigione, la operavano! Notare inoltre che è colui che impone le mani che deve esercitare fede (versi 17-18), non il malato che potrebbe essere un non credente. Questi versi non implicano che tutti coloro ai quali vengono imposte le mani saranno guariti, e né tanto meno che ogni credente è autorizzato ad andare attorno ad imporre le mani su ogni infermo. Quello che è promesso è che il Cristo Risorto opererà miracoli di guarigione per le mani di coloro che predicano il Vangelo, come segno che conferma agli inconvertiti l’autenticità del loro messaggio e la potenza del Nome di Gesù. Forse se questi punti fossero sempre vivi nella mente dei moderni evangelisti e se fosse posta maggior enfasi sulla guida dello Spirito Santo nella preghiera per gli infermi, vi sarebbe meno apparente insuccesso nel ministerio di moderni evangelisti.

Questo problema sarebbe considerevolmente facilitato se i credenti rammentassero che la forma di guarigione prescritta per loro è da trovarsi non in Marco 16, ma piuttosto in Giacomo 5. Il credente che è afflitto deve pregare per sé stesso. Se egli è infermo chiami gli anziani della Chiesa i quali preghino in fede, ungendolo con olio nel Nome del Signore. I credenti dovrebbero essere incoraggiati a pregare l’un per l’altro, affinché siano guariti, e confessare i propri errori l’un l’altro. La guarigione è promessa, anche se non necessariamente all’istante. La condizione che governa la risposta a qualunque forma di preghiera, e che è sicuramente applicabile anche in questo caso, è che qualche volta è necessario persistere nella preghiera. In ultimo, è ragionevole che il credente, dal momento che Iddio ha provveduto questo semplice modo di guarigione, usufruisca con gratitudine di questa provvidenza divina.

Alcuni problemi circa la Guarigione Divina

II problema di base che è al centro di ogni pensiero che sorge in riguardo alla dottrina della Guarigione Divina è il fatto che non tutti sono guariti. Pastori che hanno assistito alle sofferenze di alcuni dei più fedeli credenti nella loro congregazione non possono credere che la risposta dipenda dalla incredulità o dal peccato del sofferente. La Scrittura stessa non sostiene questo. Dobbiamo ricordare che anche al tempo biblico non tutti venivano guariti. È vero che in alcune occasioni, in alcune comunità, tutti sono stati guariti, specialmente durante il ministerio del Signore Gesù Cristo, dal che possiamo concludere che ci si può aspettare speciali periodi di visitazioni divine e che il fatto può ripetersi, come è accaduto in Atti 5 :16. Nel ministerio di Gesù per lo meno in una occasione uno solo fu guarito tra «un gran numero» (Giovanni 5:1-9). Quanti parlano di Mose e dei suoi occhi che non si offuscarono nonostante i suoi 120 anni dimenticano che Isacco morì cieco! O che il grande profeta Eliseo morì ammalato! Cercare di affrontare questi problemi è un compito molto arduo. Cercare di farlo in questo articolo è impossibile! Ricordiamo a noi stessi che per quanto sia meravigliosa la Promessa della Guarigione Divina, e certamente lo è, rimane il fatto che lo spirito è più importante del corpo, che Dio può correggerci affinché possiamo divenire partecipi della sua santità, che la spina di Paolo (qualunque essa fosse) era nella carne, e che egli lasciò Trofimo infermo a Mileto! Come cristiani siamo redenti dalla maledizione della Legge, ma viviamo in un mondo che è ancora sotto la maledizione. Fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio (Romani 8 :22). E noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo (Romani 8 :23). Ma sta per venir il giorno in cui la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione e posta nella gloriosa libertà dei figliuoli di Dio! Vi sarà una resurrezione. Noi riceveremo un corpo «simile al corpo glorioso di Cristo». Allora ogni promessa di Guarigione Divina sarà adempiuta, noi saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è.